Secondo quanto emerge da diverse fonti di stampa l’Egitto avrebbe piazzato il suo primo ordine per i caccia bombardieri cinesi J-10C, diventando così il secondo Paese dopo il Pakistan ad aver acquistato questo velivolo da combattimento.
Questa decisione si inserirebbe nei continui sforzi del Cairo per approfondire i legami con la Cina, specialmente dopo l’ingresso del Paese nord africano nel blocco BRICS guidato da essa.
Nelle intenzioni egiziane il J-10C sostituirà i vecchi F-16 che sono considerati obsoleti e limitati nelle loro capacità di combattimento.
La scelta del J-10C potrebbe rappresentare un’alternativa alle proposte americane di aggiornamento con l’offerta del F-16V o Block 70-72, poiché, secondo fonti cinesi, offrirebbe simili capacità di combattimento ad un costo nettamente inferiore.
Il Chengdu J-10C è la versione aggiornata del J-10B dotata di un radar di controllo del fuoco Active Electronically Scanned Array (AESA); è armato con missili a breve raggio a guida infrarossi PL-10 dotato di un nuovo sensore di ricerca e di missili aria-aria PL-15E a guida radar (AAM) a lungo raggio (versione da esportazione del PL-15).
Per compiti aria-superficie può impiegare, tra l’altro, munizionamento guidato per attacchi di precisione, missili aria-superficie KD-88 e missili antinave YJ-91A oltre pod ECM/ESM/EW e per il targeting e l’illuminazione dei bersagli.
La diversificazione degli acquisti di armi verso la Cina elimina le restrizioni politiche imposte dai fornitori occidentali e consentirebbe all’Egitto di modernizzare la propria flotta.
Analoghi canali sono stati aperti con la Turchia con la quale le trattative vertono sugli UCAV/UAS nonché sui velivoli da addestramento avanzato/combattimento leggero Hurjet, nonché su una possibile partecipazione tecnico-finanziaria egiziana nel programma TF-X Kaan.