In risposta agli acquisti di UAV, UAS e loitering munitions in Israele e Turchia da parte del Marocco, l’Algeria ha provveduto ad acquistare un potente sistema di guerra elettronica a lungo raggio di fabbricazione cinese.
Vi sono evidenze fotografiche dell’avvenuto sbarco nel porto di Algeri delle componenti autotrasportate del sistema sulle banchine.
Trattasi del CHL-906, accreditato di una portata di 600 km ed è impiegabile per missioni difensive ed offensive.
Infatti, il sistema sarebbe in grado di scoprire, classificare e disturbare le emissioni ostili entro 300 km, disturbando anche i sistemi di posizionamento satellitare con ovvie conseguenze sulla navigazione ed interrompere le trasmissioni delle stazioni a terra che controllano i velivoli a pilotaggio remoto.
I costruttori cinesi enfatizzano anche le capacità del sistema di scoperta dei velivoli e navi che fanno ricorso a tecnologie stealth.
Tra Marocco ed Algeria si sta assistendo ad una vera e propria gara al riarmo con sistemi sempre più sofisticati, una escalation tecnologica non destinata a fermarsi in tempi brevi.
Infatti, se il Marocco ha appena dispiegato la prima batteria missilistica di difesa aerea ed antimissile cinese FD-2000 a lungo raggio e mostra più di un interesse al acquisto del sofisticato sistema da difesa aerea Barak 8, l’Algeria ha ottenuto recentemente dalla fedele amica Russia i primi elementi del sistema da difesa aerea a lungo raggio S-400.
Abbastanza particolare è il ruolo giocato dalla Cina che vende con estrema disinvoltura a Marocco ed Algeria i sistemi d’arma di ultima generazione sviluppati e prodotti dalle industrie di casa.
Foto via social network
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