Nei primi giorni del mese di aprile del 2018 il Giappone ha attivato la prima unità di schieramento rapido anfibio dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Si tratta di una vera e proprio unità d’assalto anfibio in grado di operare dal mare, dal cielo e sulla terraferma, dotata di supporti tattici che permettono di sostenere la manovra.
Il Governo Abe ha voluto fortemente tale tipo di unità, nonostante i timori che tale mossa potesse suscitare più di una protesta nei “vicini” di casa asiatici.
Infatti, Tokyo ha più di un problema con Pyongyang, Pechino, Mosca ed anche Seul con la quale l’anno passato i rapporti hanno registrato i minimi storici, tanto da costringere Washington ad un’opera di mediazione.
I problemi con i vicini asiatici sono di ordine territoriale, con la rivendicazione della sovranità di alcune isole o, perfino, scogli. Non mancano problematiche di supremazia militare ed economiche su cui soffia da entrambe le sponde del Mar del Giappone un sempre più forte vento del nazionalismo.
Peraltro, il Giappone è stato riluttante per molto tempo a consentire alle proprie Forze Armate di acquisire pienamente la capacità di condurre operazioni militari che contemplino assalti anfibi contrastati, anche alla luce della sua costituzione pacifista post-Seconda Guerra Mondiale, creata come risposta all’aggressione militare del 1941 agli Stati Uniti e all’Asia.
Il Governo di Tokyo ha voluto “giustificare” l’attivazione di questa unità, per mostrare la ferma decisione giapponese di voler difendere le isole dell’arcipelago. Infatti, la missione principale della ARDB è difendere le remote isole del sud-ovest del paese di fronte alla crescente attività aeronavale della Cina.
Partendo dal Reibu Hōmen Futsū-ka Rentai, un reggimento (battaglione) di fanteria leggera, appartenente al Corpo d’Armata Occidentale, specializzato in operazioni anfibie il cui compito principale era quello di difendere isole remote nelle acque territoriali giapponesi, in particolare nella regione di Kyushu e nel sud, comprese le isole della prefettura di Okinawa, è stata costituita la Amphibious Rapid Deployment Brigade.
La nuova unità anfibia ha sede nella città portuale di Sasebo, nella prefettura sud-occidentale di Nagasaki. La Brigata ha un organico di 2.100 uomini aumentabili, con i supporti di rinforzo, fino a 3.000 unità. La ARDB è responsabile della riconquista delle isole più lontane nel caso di invasione, compresi gli isolotti Senkaku rivendicati dalla Cina e controllati dal Giappone nel Mar Cinese Orientale.
Organizzazione
La Ambhibious Rapid Deployment Brigade è costituita da:
- Brigata HQ
- 1 ° Reggimento di spiegamento rapido anfibio
- 2 ° Reggimento di spiegamento rapido anfibio
- 3° reggimento di spiegamento rapido anfibio (in formazione)
- Battaglione di artiglieria
- Battaglione di ricognizione
- Battaglione genio
- Battaglione sbarco da combattimento
- Battaglione di supporto logistico
- Compagnia Trasmissioni
- Compagnia NBC
- Unità di addestramento
I tre reggimenti di spiegamento rapido anfibio hanno la consistenza di battaglioni.
Armamenti e sistemi d’arma in dotazione
Il battaglione da sbarco da combattimento ha in forza ben 58 AAV-7A1 di cui 46 P (Personnel), 6 C (Command) e 6 R (Recovery). Si tratta di AAV7A1 Reliability, Availability, and Maintainability/Rebuild to Standard (RAM/RS), dotati di motore e trasmissione più potenti, con un sistema di sospensione aggiornato, che offre capacità di mobilità, comando, controllo e riparazione migliorate.
Oltre questi mezzi da trasporto e combattimento, l’ARDB può contare, a similitudine dell’USMC da cui ha preso ispirazione nella formazione, addestramento e filosofia operativa, sui convertiplani Bell/Boeing V-22 Ospery di cui 5 esemplari sono stati ordinati (su un requisito di 17) con le consegne iniziate nel 2017.
I convertiplani permettono assalti partendo da basi o navi distanti dalle isole da riconquistare, puntando sulla velocità dei mezzi e sulle capacità di trasporto dei medesimi.
La Japan Maritime Self Defense Force ha in forza anche i LCAC che possono operare in due esempalri, oltre che dai bacini delle LHD dell’US Navy, dalle LPD classe Osumi.
Largamente impiegato è il Komatsu Light Armored Vehicle, un mezzo blindato in grado di trasportare 4 uomini oltre il conducente, impiegato anche come piattaforma per armi come missili anticarro Type 87 o Type 01 LMAT o mitragliatrici (le onnipresenti M2 HB calibro 12,7 mm).
Come armi anticarro sono disponibili i cannoni senza rinculo Carl Gustav ed i missili Middle Range Multi-Purpose Missile, un missile a guida infrarossi o Semi-Active Laser Homing.
A livello di mortai sono disponibili i calibri 60 mm (Hirtenberger M6C-210), 81 mm (L16) e 120 mm ( MO-120 RT-61).
Tra i supporti, usualmente aggiunti, rientrano i Type 16 Maneuver Combat Vehicle, un veicolo blindato 8×8 molto simile per impostazione alla blindo B1 Centauro dell’Esercito Italiano, anch’esso armato con un cannone da 105/51 mm.
Tra le unità di artiglieria, come rinforzi sono previsti gli obici/cannoni FH-70 da 155/39 mm.