Il Governo di Copenhagen prevede di investire 143 miliardi di corone danesi, pari a 21 miliardi di dollari) nel settore della Difesa nell’arco del decennio, con l’obiettivo di raggiungere la soglia di spesa del 2% del PIL previsto come traguardo dalla NATO.
Allo stesso tempo, la Danimarca continuerà a sostenere l’Ucraina nella guerra scatenata nel febbraio del 2022 dalla Russia, stanziando altri 22 miliardi di corone, pari a circa 3,15 miliardi di dollari, in aiuti militari.
Questi investimenti progressivi porteranno la Danimarca a raggiungere la soglia del 2% delle spese della Difesa in rapporto al PIL entro il 2030.
La Difesa danese, come peraltro, quella di gran parte dei Paesi della NATO, ha sofferto di sotto finanziamento nel corso degli ultimi decenni e la grave crisi scatenata dalla guerra in corso tra Russia ed Ucraina ha messo in evidenza tutte le lacune esistenti.
Molte nazioni alleate hanno lanciato dei veri e propri programmi di sostegno alle proprie Forze Armate, al di fuori dei bilanci ordinari anch’essi aumentati.
Tra i principali programmi che la Danimarca sta portando avanti vi sono quello relativo l’acquisto dei caccia bombardieri Lockheed Martin F-35A, quelli relativi ai semoventi di artiglieria pesante ATMOS da 155 mm e dei lanciarazzi multipli e multicalibro PULS nonché del potenziamento della difesa di punto con l’acquisizione di torrette Skyranger da installare su veicoli GDELS-Mowag Piranha V 8×8.
Per la Reale Marina, oltre una nuova classe di unità multiruolo, si parla di un possibile ritorno della linea di sottomarini, da diversi anni non più presenti nell’inventario militare danese.
Foto @ Reale Aeronautica Militare Danese/Lockheed Martin