In Australia è stata resa pubblica la tanto attesa Defense Strategic Review (DSR) sulla cui base saranno rimodellate le Australian Defence Forces (ADF), con l’obiettivo di avere a disposizione entro il 2031 una futura forza integrata adatta ad operare nei nuovi scenari operativi.
Il documento di oltre cento pagine fotografa l’attuale situazione internazionale nell’area del Indo-Pacifico, individua le maggiori minacce attuali ed in divenire, indicando le strade da intraprendere per modernizzare le ADF legate, secondo gli estensori della DSR, ad esigenze non più attuali o di improbabile realizzazione.
Infatti, il lavoro effettuato da una commissione guidata dall’ex Capo di Stato Maggiore delle ADF Angus Houston e dall’ex Ministro della Difesa Stephen Smith afferma che le ADF non sono del tutto adatte allo scopo.
Secondo le conclusioni della DSR, sono le crescenti capacità aeronavali cinesi a costituire la maggiore minaccia anche se il documento definisce remote le probabilità e possibilità di un’invasione.
Il corposo documento fornisce ben 108 raccomandazioni, di cui 62 sono state approvate o su cui concorda il Governo di Canberra guidato dal premier Anthony Albanese.
Il Governo Albanese, sulla scia delle raccomandazioni della DSR, investirà 19 miliardi di dollari AUS in sei aree di intervento prioritario ed urgente; i sottomarini a propulsione nucleare AUKUS, armi di attacco a lungo raggio che saranno sviluppate e prodotte dalle industrie nazionali, potenziamento infrastrutturali delle basi nel settentrione dell’Australia per esigenze logistiche e di deterrenza, miglioramento delle politiche di reclutamento e di gestione del personale, l’approfondimento dei partenariati diplomatici e di difesa con Paesi chiave nell’area e non solo e crescente ricorso a tecnologie adattabili alle esigenze delle ADF.
Peraltro, il Governo Albanese, alla luce delle indicazioni della DSR, intende investire fortemente anche nei settori della difesa cibernetica e nello Spazio sviluppando capacità sovrane.
Oltre i sottomarini, l’Australia punterà sullo sviluppo di capacità di sorveglianza ed attacco a lungo raggio, anche con droni d’attacco, operazioni navali per interdizione e controllo, difesa aerea ed antimissile, logistica proiettabile a lungo raggio.
A tal fine, il Governo Albanese prevede di riallocare le risorse previste di 7,8 mld di dollari AUS per i prossimi quattro anni, ridefinendo 21 programmi di cui 6 subiranno ritardi ed altri 6 saranno cancellati.
La Marina, grazie al programma per sottomarini a propulsione nucleare AUKUS, ed in parte minore l’Esercito usciranno profondamente cambiati a seguito dei provvedimenti intrapresi sulla base delle indicazioni della DSR.
Infatti, il Ministro della Difesa Richard Marles ha sottolineato che la Marina sarà dotata di navi più piccole rispetto a quelle attuali ma dotate di capacità d’attacco a lungo raggio; questo potrebbe far pensare ad un totale ripensamento della questione relativa alle fregate classe Hunter, i cui costi sono andati fuori controllo ancor prima della effettiva costruzione. Lo stesso Marles ha dichiarato che il Governo vuole incrementare le capacità cantieristiche navali del Paese.
Per l’Esercito si punterà a sistemi d’attacco di precisione a lungo raggio oltre i 500 km (con buona approssimazione il Precision Strike Missile o PrSM al cui sviluppo l’Australia collabora con gli Stati Uniti) ed HIMARS a discapito di quelli “tradizionali” che saranno ridotti o cancellati (il programma Land 8116 Phase 2 relativo l’acquisto di semoventi e porta munizioni K9/K10 è uno di quelli che sarà “revisionato”). Anche le capacità in termini di veicoli da combattimento della fanteria (IFV), progetto LAND400 Phase 3, saranno riviste verso il basso con solo 129 esemplari acquistati rispetto i 460 in precedenza previsti.
L’Aeronautica ha già intrapreso la strada dell’adeguamento dello strumento militare alle nuove minacce con l’immissione in servizio dei velivoli F-35A Lightning II, P-8A Poseidon, la modernizzazione degli EA-18G Growler da guerra elettronica/SEAD e nello sviluppo del loyal wingman Ghost Bat che costituirà il vero snodo delle operazioni della Royal Australian Air Force (RAAF), essendo in grado di cooperare con gli F-35A, o di operare autonomamente od insieme ad altri Ghost Bat come piattaforme d’attacco, ricognizione e guerra elettronica grazie al ricorso a sofisticati algoritmi di Intelligenza Artificiali sviluppati dai laboratori di ricerca australiani.
Foto @Boeing/Royal Australian Air Force