Il 22 gennaio 1506
Da ben 514 anni la Guardia Svizzera Pontificia difende i Papi ed il Vaticano. Nel lontanissimo 22 gennaio 1506, i primi mercenari Svizzeri, provenienti dal Canton Uri comandati dal Capitano Kaspar von Silenen giunsero a Roma rispondendo a una richiesta formulata da Papa Giulio II. Entrati per la prima volta in Vaticano varcando la «Porta del Popolo» furono benedetti dal Santo Padre Giulio II ed ebbe inizio la storia della Guardia Svizzera Pontificia.
Il ricorso ai soldati mercenari all’epoca era usuale, poiché nel continente europeo si combatteva in continuazione e gli eserciti nazionali erano ben lungi dall’essere compagini solide al comando di questo o quel Principe; i Reali godevano dei “servigi” ben pagati dei Capitani di ventura che organizzavano veri e propri eserciti personali. Tra i più famosi possiamo ricordare Giovanni delle Bande Nere che può essere considerato il prototipo del Condottiero con la sua milizia privata, il contractor attuale.
In questo quadro gli Svizzeri brillavano per la qualità dei soldati che provenivano dai vari Cantoni della Federazione che controllava un esercito di 15.000 uomini. A seconda delle “esigenze” parte di questi uomini venivano “affittati” alla Spagna e alla Francia per partecipare a questa o a quella guerra soprattutto in Italia, dietro il pagamento di derrate alimentari, sale e condizioni commerciali favorevoli. Le milizie svizzere non avevano praticamente artiglieria e cavalleria ma sul terreno erano temutissime perché combattevano compatte come una sorta di fortilizio semovente impenetrabile che maciullava tutto ciò che incontrava sulla sua strada.
Il sacco di Roma e il sacrificio della Guardia Svizzera Pontificia
Il 6 maggio 1527 si compì la gloria della Guardia Svizzera Pontificia allorquando si immolò nella difesa strenua ma senza speranza di Papa Clemente VII dall’assalto dei Lanzichenecchi, luterani ferocemente antipapisti, e dell’esercito imperiale spagnolo alla Città di Roma ed al Vaticano.

In quell’occasione le Guardie Svizzere Pontoficie tennero fede al loro motto ” Acriter et fideliter” ( Con coraggio e fedeltà ) pur dinanzi ad una situazione disperata e senza alcuna possibilità di vittoria.
Ben 147 delle 189 Guardie Svizzere Pontificie insieme ad altre truppe romane si fecero massacrare, pur di difendere il Papa dalla novella “orda barbarica”; cadde insieme ai suoi uomini il Capitano Kaspar Coist che, pur ferito, continuò ad incitarli fino a quando venne sopraffatto e brutalmente ucciso. I lanzichenecchi non ebbero pietà nemmeno delle circa 200 persone che si erano rifugiate in San Pietro. Fu un massacro che durò con il sacco della città un mese, allorquando Clemente VII, rifugiatosi a Castel S.Angelo, grazie al Passetto che univa i Palazzi Vaticani all’antica Mole Adriana, capitolò accettando le durissime condizioni imposte dall’esercito imperiale.
I compiti della Guardia Svizzera Pontificia
Dal 1506 ad oggi si sono succeduti 35 Capitani; dal primo, Kaspar von Silenen, sino all’attuale, Christoph Graf, in carica dal 2015.
Gli attuali compiti non sono cambiati dal 1506. Infatti, la Guardia Svizzera Pontificia veglia costantemente per garantire la sicurezza del Santo Padre e della sua residenza.
Altro compito della Guardia Svizzera è l’attività di vigilanza a tutti gli ingressi ufficiali della Città del Vaticano, esegue il controllo degli accessi ed è a disposizione dei visitatori provenienti da tutto il mondo per informazioni riguardanti il Vaticano.
Le Guardie Svizzere vigilano anche durante le udienze e le cerimonie in Chiesa quando è presente il Santo Padre.

I Sottufficiali e gli ufficiali di rango superiore accompagnano il Santo Padre nei suo viaggi apostolici all’Estero.
Durante le visite di Presidenti, Primi ministri e Ambasciatori le Guardie Svizzere svolgono servizi d’Onore ed accolgono l’ospite rendendo gli onori militari. I servizi d’Onore vengono prestati anche in occasione di Messe, udienze e agli ingressi della Città del Vaticano.

Durante il periodo in cui la Sede Apostolica è vacante la Guardia Svizzera protegge il Collegio dei Cardinali chiamato a nominare il nuovo Pontefice.
Lo Stato Maggiore della Guardia
Lo Stato Maggiore della Guardia Svizzera Pontificia è costituita dal Comandante, il Colonnello C. Graf, dal Vice Comandante, il Tenente Colonnello P. Morard, dal Maggiore M. Kurmann, dai Capitani A. Ambord e C. Kühne nonché dal Sergente Maggiore G. Favre. Il cappellano militare è Don P. Thomas Widmer.
Reclutamento
Le reclute devono essere necessariamente cittadini svizzeri dalla nascita, di religione cattolica, sesso maschile, di età compresa tra i 19 ed i 30 anni. I candidati devono aver già effettuato un periodo di formazione presso l’Esercito della Confederazione Svizzera con un certificato di buona condotta. Altri requisiti sono l’altezza non inferiore ai 174 cm, essere celibi (almeno per i primi 5 anni di servizio ed sino al compimento dei 25 anni) nonché titolo di studio di scuola superiore o professionale equipollente.

Il giuramento delle nuove reclute avviene ogni sei maggio, il giorno del massacro del 1527, nel cortile di San Damaso con una solenne cerimonia.
Organica
La Guardia Svizzera Pontificia è passata nel 2018 da 110 uomini a 135 uomini per far fronte alle sempre più crescenti esigenze di sicurezza del Santo Padre e della Città del Vaticano.

Armi bianche e da fuoco
Al fianco delle celeberrime alabarde, e partigiane quest’ultime in dotazione ai graduati di truppe, vi sono le spade (striscia) per gli ufficiali e gli spadini per sottufficiali e truppa.
Non mancano di certo nell’armeria della Guardia le ordinanze svizzere tra cui la pistola SIG P220, i fucili d’assalto SIG SG 550 e 552. In uso vi sono anche le pistole Glock 19 e le pistole mitragliatrici Heckler & Koch MP7, oltre ad altre dotazioni.
Oltre le famose uniformi multicolori è in dotazione una moderna uniforme da indossare durante gli allenamenti e gli interventi.