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La Navy vuole 21 mezzi subacquei e di superficie a controllo remoto in cinque anni

Il Piano Trentennale dell’U.S. Navy, presentato il 9 dicembre al Congresso, prevede che tra il 2021 ed il 2026 vengano acquisiti 12 Large Unmanned Vessel, 1 Medium Surface Vessel ed 8 Extra-Large Underwater Vessel.

Secondo le previsioni nel 2050 la Navy avrà una forza “combattente” di 405 navi e 300 mezzi senza equipaggio a bordo.

La Marina statunitense sta testando questo tipo di capacità da ormai diversi anni raggiungendo traguardi e dimensioni sempre più importanti per effettuare le così dette missioni 3D (Dull, Dirty e Dangerous).

UUV

Fonte: Capt. Pete Small, Program Manager, Unmanned Maritime Systems

I mezzi USV (Unmanned Submarine Vessels) saranno in grado di svolgere una serie di missioni di ricognizione e di lotta contro navi di superficie e sottomarini in modo completamente autonomo.

Per la definizione delle dimensioni (Extra Large, Large, Medium e Small) la Navy considera il modo in vengono “lanciati”. Gli Extra Large sono troppo grandi per essere impiegati da un tubo lanciasiluri e quindi sono destinati ad essere impiegati da una banchina mentre i Large sono lanciabili da unità di superficie oppure sottomarini. Quelli di categoria più piccola possono essere addirittura dispiegati da un militare.

XLUUV (Fonte: Boeing)

In questo campo è da sottolineare il programma XLUUV di Boeing, conosciuto anche come ORCA, frutto del Joint Emergent Operational Need (JEON). Ha un peso di 50 tonnellate ed una autonomia di 6500 miglia nautiche. Può ospitare carico per 2.000 piedi cubi di volume.

USV

Fonte: Capt. Pete Small, Program Manager, Unmanned Maritime Systems

Per quanto concerne le unità di superficie, USV (Unmanned Surface Vessels), oltre che lotta ASW e cacciamine l’idea è di dotare i sistemi di capacità di attacco a terra e contro altre navi di superficie.

Fincantieri è stato selezionata, assieme ad altre cinque aziende, per partecipare alla prima fase del programma di sviluppo

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