Si registra un clamoroso colpo di scena a Khartoum relativamente la questione della costruzione di una base navale russa in Mar Rosso.
Infatti, il Sudan avrebbe accettato la proposta russa di aprire una base nel Mar Rosso; questo è quanto emerso alcuni giorni fa, a seguito delle dichiarazioni rilasciate da alcuni portavoce della giunta militare al potere a Khartoum.
L’accordo sarebbe stato raggiunto sulla base delle assicurazioni date da Mosca a Khartoum relativamente la fornitura di sistemi d’arma avanzati ed equipaggiamenti a favore del Sudan.
La notizia dell’apertura di una base navale in Sudan nel Mar Rosso risale al 2020; sul punto si rinvia a https://aresdifesa.it/la-marina-russa-destinata-ad-aprire-in-breve-tempo-una-base-navale-nel-mar-rosso-in-sudan/
Peraltro, sembrava che il Sudan, dietro le pressioni statunitensi e non solo, avesse scelto di non autorizzare i Russi ad aprire l’agognata base nel Mar Rosso; si rimanda a https://aresdifesa.it/il-sudan-ci-ripensa-e-blocca-la-costruzione-della-base-navale-russa-in-mar-rosso/
Ora l’accordo prevede una durata di 25 anni con proroghe automatiche decennali se Khartoum o Mosca non si dovessero opporre.
Nella base navale potranno essere ospitate contemporaneamente fino a 4 navi o sottomarini anche a propulsione nucleare e Mosca sarà autorizzata a schierare fino a 300 uomini per il funzionamento della struttura.
La base russa nascerà a Port Sudan e permetterà alla Marina Russa di costituire un avamposto strategico nel Mar Rosso con evidenti possibilità di impiego delle navi di superficie e dei sottomarini per lunghi periodi continuativi nel Mar Arabico ed Oceano Indiano, senza necessità di estenuanti traversate oceaniche per le basi in Europa o in Asia.
E’ altamente probabile che questa mossa sudanese creerà fortissima insoddisfazione in Egitto che ha investito ingenti risorse per creare e potenziare la rete di basi nel Mar Rosso con l’unico scopo di essere la potenza navale regionale incontrastata in quel bacino e che con il Sudan ha più di un contenzioso aperto, interrogativi in Israele ed Arabia Saudita oltre ovviamente la totale contrarietà all’intera operazione da parte degli Stati Uniti che si oppongono ad una presenza costante russa tra Mar Rosso, Corno d’Africa, Mar Arabico ed Oceano Indiano.