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La trasformazione dell’USMC

Nella proposta di bilancio 2021 sono state indicate le profondissime linee di trasformazione dell’USMC. Sarà un cambiamento epocale per le filosofie operative sin qui seguite, dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi.

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La trasformazione sarà incentrata su una strategia al motto ” più leggero e litorale”. Per passare a una strategia “più leggera e litorale”, l’USMC “taglierà tutti i carri armati, molte armi pesanti” dal suo arsenale.

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Addio ai carri armati e forte contrazione delle artiglierie campali

Entro il 2030, il Corpo dei Marines vedrà disattivazione complete di battaglioni di fanteria, battaglioni di carri armati e relative specialità nonché di tutte le compagnie di collegamento. In tale ottica, il Corpo ridurrà il numero di battaglioni di fanteria da 24 a 21.  I battaglioni di artiglieria si ridurranno dagli attuali 21 a 5. Le unità d’assalto anfibio passeranno da 6 a 4 così come saranno contratti tutti i reparti di supporto tecnico e logistico. Saranno eliminati anche diversi comandi, con accorpamenti di uomini e mezzi.

Tagli anche alla componente alata

Il servizio taglierà anche i suoi squadroni F-35B e C Joint Strike Fighter, riducendo il numero da 16 aerei a 10 per squadrone.

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Inoltre, il servizio disattiverà il Marine Medium Tiltrotor Squadron 264, il Marine Heavy Helicopter Squadron 462, il Marine Light Attack Helicopter Squadron 469. Saranno chiusi i Marine Wing Support Groups 27 e 37.

Sea Denial and Sea Control

Il comandante del Corpo dei Marines David Berger ha detto che nel corso di “un’iniziativa di 10 anni, il Corpo dei Marines farà investimenti in capacità che includano sistemi di precisione a lungo raggio, capacità di ricognizione avanzate, sistemi senza pilota e reti resilienti”. con particolare attenzione alle “capacità operative non presidiate”.

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Perno della riforma saranno tre nuovi reggimenti marittimi (MLR) e le Marine Expeditionary Unit (MEU) che saranno riorganizzate per enfatizzare le missioni di “interdizione del mare e controllo del mare”, l’onnipresente “sea denial and sea control”. Nello specifico, ciò coinvolgerà piccole unità di marines che potranno essere dispiegate nelle isole del Pacifico, armate di droni e missili anti-nave lanciati da terra con i quali minacciare e attaccare le forze nemiche in mare. 

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Pertanto, assisteremo al ritorno della “difesa costiera” sia pure con mezzi e sistemi totalmente differenti rispetto al passato. Si parla di missili ipersonici per affrontare a lungo raggio le minacce navali e di missili antinave a media e corto raggio per annichilire eventuali forze da sbarco in avvicinamento alle isole presidiate. In parole povere, l’USMC diventerebbe una nuova componente di interdizione e difesa costiera dell’area del Pacifico, in stretta collaborazione con l’US Navy dalla quale mutuerebbe gli strumenti operativi (missili ipersonici e missili antinave) in versione terrestre.

Il ritorno dei “salti della rana”

Ma, accanto al “sea denial & sea control” sembra tornare in auge la strategia usata dai Marines nel corso della II GM nell’area del Pacifico quella dell’avanzata per “salti della rana”.

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Infatti, il nuovo corso prevede che dopo l’atterraggio e sbarco su un’isola con il lancio di un attacco, i Marines si muoveranno rapidamente e useranno “una nuova nave da guerra anfibia leggera” nonché “navi di supporto operativo convenienti” per saltare su un’altra isola, prima che il nemico possa contrattaccare. Quindi si insedieranno rapidamente, e, una volta riforniti, saranno pronti a combattere di nuovo.

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Peraltro, a detta di Berger “sarà necessario raddoppiare il numero di squadroni UAS (sistemi aerei senza equipaggio)” per supportare questa forma di guerra attraverso “la sorveglianza e l’attacco” includendo entrambi i “sistemi aerei e terrestri senza pilota letali”. Questo implica che l’USMC guardi con estremo interesse anche ai droni “kamikaze” o loitering, sistemi in grado di sorvegliare, identificare ed attaccare con precisione, spendibili e di costo contenuto.

Nuove opportunità per le LST?

Molto interessante è il concetto di nuova nave da guerra anfibia leggera. La Marina e l’USMC hanno annunciato nella richiesta di bilancio per l’anno fiscale 2021 che cercheranno una nave anfibia di medie dimensioni in grado di supportare il tipo di forza dispersa, agile e costantemente ricollocabile descritta nelle operazioni litorali in ambiente contestato (LOCE) e nelle operazioni da basi avanzate di spedizione ( EABO), concetti stilati dal Corpo dei Marines, così come le operazioni generali distribuzione marittima (DMO) della Marina. Secondo il documento di sintesi del bilancio, la nave anfibia media di prossima generazione avrà una piattaforma di atterraggio e la rampa di carico/scarico a poppa per supportare le operazioni anfibie nave-terra.

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In quest’ottica, l’USMC vuole una nave che possa spostare i Marines ad una certa distanza e che sia in grado di arenarsi sulle spiagge, come avveniva per le vecchie LST Newport o i classici mezzi da sbarco LCM, per aiutare a scaricare materiali e veicoli, quando necessario, impiegando la rampa di poppa.

Navy Researching New Class of Medium Amphibious Ship, New ...
immagine USNI

Oltre alla ‘stern landing vessel’ e alla ‘medium sealift ship’ (T-AK), nella “Planning Guidance” vi è anche un altro tipo di nave dalle caratteristiche interessanti; “a ‘hybrid’ amphibious ship to transport landing craft and enable the ability to fight in a contested littoral”. Potenzialmente, sembrerebbe una rivisitazione del concetto di Attack Transport che fu sviluppato nel corso della II Guerra Mondiale.

Nuove piattaforme per il supporto logistico di aderenza

File:USNS Bob Hope (T-AKR 300) at anchorage in Souda harbor.jpg ...

Come detto, anche il settore di supporto navale logistico sarà rivoluzionato perché l’USN ha istituito la Task Force per lo studio di una piattaforma logistica ausiliaria intra-teatro a sostegno dell’INFSA (Integrated Naval Force Structure Assessment), per valutare le soluzioni di piattaforma media di prossima generazione per i requisiti della missione logistica a supporto delle operazioni marittime distribuite (DMO) e Operazioni litoranee in ambiente contestato (LOCE). Questo studio include una famiglia di navi di derivazione commerciale adattate ad esigenze militari.

Foto USMC, USNI

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