Nei prossimi anni l’Armada Española sarà chiamata ad affrontare la completa sostituzione della flotta sottomarina, oggi costituita da tre battelli classe S-70. Le unità di classe S-70 sono prossime al ritiro, ma un paio di sottomarini dovrà rimanere in linea ancora per diverso tempo in attesa che i primi battelli S-80 diventino operativi.

Infatti, il prossimo giugno il sottomarino S-74 “Mistral”, entrato in servizio nel 1985, lascerà definitivamente la linea, non essendo conveniente dal punto di vista economico sottoporlo ad un ulteriore ciclo di lavori.
Pertanto, rimarranno in servizio solo lo S-71 ‘Galerna’, entrato in servizio nel 1983, ed il battello S-74 ‘Tramontana’ in squadra dal 1986. Il Mistral va ad aggiungersi così al S-70 “Siroco” risalente al 1983, già ritirato nel 2012 perché era in condizioni talmente cattive da sconsigliare ulteriori investimenti.
L’uscita dal servizio del “Mistral” lascerà la Spagna con due sottomarini rispetto ai quattro battelli operativi fino al 2012 Peraltro, il ritardo accumulato dal programma S-80 ha impedito ai nuovi sottomarini di entrare in servizio consentendo così la completa radiazione dei battelli classe S-70. Pertanto, oltre l’enorme esborso finanziario sostenuto per il programma S-80, l’Armada ha dovuto sostenere ingenti spese per mantenere in servizio i tre S-70 superstiti. Questo è stato possibile con grossi lavori di rifacimento dei battelli, letteralmente smontati, rinnovati nelle parti deteriorate e nuovamente assemblati.
Caratteristiche degli S-70 classe Galerna
Gli S-70 classe Galerna sono sottomarini convenzionali derivati dal battello Agosta francese. Si tratta di battelli che dislocano in immersione circa 1.500 tonnellate e 1.750 tonnellate in superficie. Hanno un equipaggio di circa sessanta uomini, sono armati con quattro lanciasiluri ed hanno una dotazione di 16 siluri da 533 mm.

Raggiungono una velocità massima di 12 nodi in superficie e 20 nodi in profondità con un’autonomia di 45 giorni o di oltre 9.000 miglia nautiche navigando con lo snorkel. La profondità massima a cui possono scendere è di 300 metri.
I tormenti legali del programma S-80
Il programma S-80 è stato molto tormentato perché, dopo aver effettuato studi preliminari tra il 1989 e il 1991, è stato avviato nel luglio 1997 seguendo la metodologia PAPS (Phased Armaments Programming System).
Peraltro, il programma nasceva come partnership tra la francese DCNS, oggi Naval Group, e la spagnola Navantia. Il gruppo francese aveva messo sul piatto l’allora nuovo battello Scorpene ma l’accordo saltò sulla questione della detenzione dei diritti intellettuali degli S-80. Così, mentre DCNS continuava a vendere all’estero gli SSK Scorpene (la Marine Nationale non ha più battelli convenzionali), Navantia fu costretta a cercare assistenza all’estero per il suo S-80. Trovò l’appoggio di Locjkheed Martin che avrebbe fornito il CMS, il sistema di controllo e combattimento, la mente ed il cuore del sottomarino.

Ma la partita con DCNS non era finita perché il gruppo francese trascinò Navantia dinanzi ad un arbitrato internazionale accusando gli Spagnoli di aver copiato il loro Scorpene. Alla fine, si trovò un accordo transattivo tra le parti con reciproca rinuncia alle proprie richieste e con Navantia che continua a collaborare con Naval Group sugli Scorpene.
Anche sul fronte del sistema di comando e combattimento non sono mancate le polemiche e gli strascichi legali con Raytheon che ha intentato causa al MoD di Madrid, peraltro persa.
Una marea di problemi tecnici e ripensamenti in corso d’opera
Ma, oltre queste peripezie legali, il programma S-80 ha dovuto affrontare (ed affronta) i marosi tecnici-finanziari che, più volte, lo hanno portato sul orlo dell’abisso.

Per dare un’idea, l’inizio della costruzione dei quattro battelli risale rispettivamente nel 2005, 2007, 2009 e 2010, ma arriva subito una marea di problemi. Da notare che il battello doveva essere costruito in prima istanza senza moduli AIP; questi aumentano in modo assai considerevole l’autonomia in immersione del battello senza necessità di tornare in superficie a ricaricare le batterie. Richiedono però spazio ed apposito lavoro accurato di progettazione nonché di installazione per integrarli a dovere su un sottomarino.

Anche qui, una volta decisa l’installazione in corsa d’opera non sono mancati i problemi con i fornitori e, nonostante tutto, i sistemi AIP saranno forniti da Hynergreen Technologies SA, una società che fa parte di Abengoa. Ma i due primi battelli saranno consegnati privi del sistema AIP che sarà installato successivamente in sede di grandi lavori. Di fatto, per un certo periodo non quantificabile l’Armada dovrà gestire due classi di sottomarini.
Il primo battello lo S-81 Isaac Peral avrebbe dovuto entrare in linea nel 2017 ma problemi di sovrappeso hanno posticipato la data verosimilmente al 2022, con consegna all’Armada nel 2021.Tali problemi di sovrappeso potenzialmente in grado di compromettere la galleggiabilità del battello dovuti ad un errore di progettazione hanno costretto a riprogettare ad allungare lo scafo di almeno dieci metri, aumentando la lunghezza ed il dislocamento complessivo del battello. Tale operazione si è rivelata abbastanza facile da effettuare sul secondo e sull’ultima coppia di battelli dato il loro stato di avanzamento dei lavori a dir poco lento. Per il Pilar invece è stata altra storia Questo intervento ha determinato uno slittamento della consegna del S-81 il cui allestimento era quasi completato, richiedendo una complessa attività di “taglio e cucitura” in cantiere.
Completamente saltati i programmi di spesa; gli S-80 si sono rivelati dei veri pozzi senza fondo. Infatti, si è passati dai 2.135 milioni di euro preventivati a ben 3.685 milioni di euro, con oltre 900 milioni per ogni sottomarino. Fonti non ufficiali parlano di quasi quattro miliardi di euro ma probabilmente conteggiano nel totale anche le spese legali dei contenziosi e quelle sostenute dall’Armada per i grandi lavori a cui ha sottoposto i Galerna per mantenerli in servizio.
Caratteristiche degli S-80
I battelli classe S-80 avranno un dislocamento in immersione di circa 3.200 tonnellate e 3.700 in superficie, potenza di 3600 kW, con l’AIP che fornirà 300 kW. La velocità in superficie sarà di 12 nodi mentre in immersione supererà i 20 nodi. L’autonomia dipenderà dal avere o meno i sistemi AIP che sono stimati garantire al battello un’autonomia di più di quattro settimane in immersione a seconda dalla velocità. In superficie è stimata un’autonomia di 50-60 giorni. L’equipaggio sarà formato da 32 uomini a cui potranno essere aggiunti altri 8 elementi delle Forze Speciali.
Gli S-80 saranno armati con sei tubi lanciasiluri da 533 mm per siluri DM2/A4 e sono predisposti per l’impiego dei missili a cambiamento d’ambiente UGM-109 Tomahawk per attacchi a lungo raggio e UGM-84 Sub Harpoon Block II per attacchi antinave. E’ prevista la possibilità di impiegare anche mine navali.
Sistema di combattimento SUBICS
Il sistema di combattimento SUBICS è stato sviluppato da Lockheed Martin e Navantia ed è stato sviluppato da quello installato sui Seawolf della US Navy.
La missione del sistema di combattimento è acquisire, valutare e presentare tutte le informazioni necessarie per l’adempimento della missione, nonché per controllare le armi e il loro sistema di lancio.
Dal punto di vista della progettazione, il sistema di combattimento è completamente integrato. Sarà gestito da console multifunzione e avrà un’architettura aperta, distribuita e modulare, con ampio uso di COTS. Dalle console multifunzione è possibile accedere al controllo dei sensori, nonché alle informazioni acquisite da essi, alle funzioni di comando e controllo di gestione delle tracce e aiuti alla decisione e al controllo del sistema di lancio delle armi.
Il SUBICS controlla il sonar di scafo, quello laterale, telemetro ed intercettore sonar di Lockheed Martin nonché la cortina trainata DTAS messa a punta dalla spagnola SAES che fornisce anche il sistema di controllo del rumore del battello. Sono presenti un radar di superficie Aries-S di Indra da cui provengono anche il sistema di guerra elettronica, il transponder IFF e sistemi di comunicazioni criptate satellitari. I battelli sono dotati di data link 22 e sistemi radio per comunicazione mare-terra. I periscopi, sistemi optronici e le antenne sono prodotte dalla Calzoni su licenza della statunitense Kollmorgen.
Il sistema di combattimento sottomarino S-80 include:
- Capacità di lancio di missili cruise a lungo raggio per colpire obiettivi terrestri.
- Sistemi di comunicazione satellitare e data link.
- Sensori acustici a corto, medio e lungo raggio che consentono il rilevamento, la classificazione, l’avvicinamento e l’attacco di unità di superficie, sottomarini e traffico mercantile, il rilevamento di mine e altri ostacoli.
- Rilevamento visivo, optronico ogni tempo ed elettromagnetico per eseguire operazioni di avvicinamento, attacco, evasione e raccolta di informazioni in modalità furtiva.
- Navigazione di precisione.
- Gestione dei siluri pesanti a lungo raggio, a doppio scopo, missili anti-nave a cambiamento d’ambiente e mine.
Conclusioni
I quattro battelli Isaac Peral (S-81), Narciso Monturiol (S-82), Cosme Garcia (S-83) e Mateo García de los Reyes (S-84) entreranno in servizio con enorme ritardo rispetto ai piani iniziali. Infatti, il primo entrerà in servizio nel 2022, l’ultimo nel 2027; tutti con una media di ben 17 anni dopo l’avvenuta impostazione!
Inoltre, come detto, è passato moltissimo tempo dall’inizio della progettazione e nel Mediterraneo nel frattempo sono cresciute in modo esponenziale le Marine del Marocco e dell’Algeria con quest’ultima che, dopo aver immesso i primi due battelli classe Kilo (Project 877), ha immesso quattro Kilo avanzati (Project 636) in grado di lanciare missili Kalibr/Club-S nonché missili antinave 3M-54E. La stessa Reale Marina del Marocco operante tra Mediterraneo ed Oceano Atlantico da tempo è alla ricerca di sottomarini. Entrambe le Marine, hanno lanciato nel corso degli ultimi anni vasti programmi per l’acquisto di navi di superficie sempre più armate e con capacità operative assai sviluppate.
Da notare che la Marina Militare nello stesso periodo in cui l’Armada immetterà in servizio gli S-80, ai quattro Todaro già attivi dai primi anni duemila, affiancherà la costruzione di quattro battelli U212 NFS (Near Future Submarine) destinati a sostituire i quattro Sauro III e IV serie ampiamente ammodernati negli anni passati.
L’Armada dovrà gestire un periodo particolarmente critico con il primo S-81 in fase di “dentizione” e l’ultimo ormai obsoleto S-70. Probabilmente, solo con l’entrata in servizio dell’ultima coppia di battelli, l’Armada avrà ricostruito la capacità di operare in operazioni sottomarine.
La sfida per la Armada sarà rispondere al quadro strategico sempre più complesso con questi quattro battelli S-80 dalla gestazione lunghissima ed assai complicata.
Foto ed immagini Ministero della Difesa Spagnolo, Armada Española, Navantia