In Francia si registra la novità di un interesse dell’Armée de l’Air et de l’Espace ad incrementare il numero di velivoli da trasporto e rifornimento in volo Airbus A400M “Atlas”.
Come è noto, il programma A400M ha avuto diverse vicissitudini che hanno portato alcuni dei Paesi del consorzio a ridurre il numero di velivoli inizialmente previsto, in specie, Spagna e Regno Unito, con le prima che ha decurtato maggiormente i programmi iniziali, salvo un successivo parziale recupero.
La Francia attualmente ha programmato l’acquisto di complessivi cinquanta esemplari del Atlas ma, a differenza della Germania che si avvia a completare il suo programma di 53 velivoli previsti, le consegne sono piuttosto rallentate; ad oggi circa la metà degli A400M è in servizio con l’Armée de l’Air et de l’Espace.
Non aiuta nemmeno la Legge di Programmazione Militare 2024-2030 che prevede un totale di almeno 35 A400M in servizio entro il 2030, quindi, ancora ben lontano dai 50 velivoli programmati.
I disordini in Nuova Caledonia hanno messo a dura prova la capacità di trasporto del Armée de l’Air et de l’Espace che ha dovuto impiegare la sua flotta di Atlas per inviare dall’altra parte del mondo uomini e mezzi delle Forze Armate e della Gendarmeria per riportare la calma in quei lontanissimi Territori d’Oltremare.
Le difficoltà registrate nella Nuova Caledonia si sono aggiunte alle esigenze di supporto alla campagna di esercitazioni aeronavali svolte nel Indo-Pacifico ed in Nord America, oltre ai problemi non preventivati del ritiro anticipato di uomini e mezzi dal immenso teatro del Sahel ed il trasporto nei Paesi dell’Europa orientale e Scandinavia dei dispositivi militari che Parigi ha messo a disposizione della NATO per rafforzarne la difesa, a causa del persistente stato di crisi con la Russia a seguito dello scoppio della guerra con l’Ucraina.
Da parte sua, il Ministero delle Forze Armate di Parigi lavora per trovare sbocchi all’esportazione del A400M per sostenere i livelli di produzione ed occupazionali degli stabilimenti di Airbus Defence and Space impegnati nella produzione del Atlas.
Al momento il programma A400M ha un carnet di 178 velivoli ordinati e poco meno di 130 velivoli consegnati ad otto dei dieci Paesi che, fin qui, hanno ordinato l’Atlas; numero di velivoli non elevatissimo, ma neppure bassissimo, vista la tipologia di velivolo, capace di trasportare carichi compresi tra le venti e le trenta tonnellate sulle lunghe distanze, dai 4.500 km ai 6.400 km, con possibilità ovviamente di aumentare il raggio d’azione con il rifornimento in volo.
Peraltro, quest’anno Airbus Defence and Space ha ottenuto un ordine dal Kazakhstan per un paio di esemplari, troppo poco per mantenere aperta la linea di produzione oltre il 2028 allorquando dovrebbe cessare la produzione del A400M.
Anche l’Indonesia avrebbe ordinato una coppia di esemplari e la Turchia ha in corso con la Spagna trattative per acquistare sei degli esemplari che Madrid aveva previsto in origine ma che, successivamente, non ne ha finalizzato l’acquisto per sopravvenute carenze di bilancio e che, comunque, sono stati realizzati per mantenere i livelli produttivi del sito di Siviglia.
Tornando alla Francia, lo Stato Maggiore della Difesa avrebbe segnalato la necessità ed opportunità di aumentare il numero di Atlas, da due a tre esemplari in più entro il 2028.
Peraltro, tale esigenza si scontra con la carenza di risorse nella LMP 2024-2030, tutte impegnate nello sviluppo della nuova versione F5 del Rafale e nel programma FCAS/SCAF, peraltro, tornato nuovamente nei marosi a causa degli irrisolti problemi con la Germania anche a causa delle crisi politiche che investono i rispettivi esecutivi.
Foto credit @Stato Maggiore delle Forze Armate francesi