Il 28 maggio 1987 un pilota tedesco diciottenne con meno di 50 ore di volo all’attivo atterrò con un Cessna 172 Skyhawk nel cuore dell’Unione Sovietica a pochi passi dalla Piazza Rossa
Mathias Rust, questo il nome del pilota, aveva appena 18 anni nel 1987 e poca esperienza come pilota ma abbastanza praticità da modificare il Cessna togliendo i sedili posteriori ed aggiungendo carburante extra.
La storia inizia il 13 maggio 1987 quando Rust decolla dall’aeroporto di Uetersen, vicino Amburgo, ai comandi di un Cessna 172 (D-ECJB) appena noleggiato.
Le modifiche ai serbatoi consentirono di estendere l’autonomia dell’aereo da 175 miglia nautiche fino a 750 miglia nautiche. Rust ha a bordo cartine per la navigazione, un sacco a pelo, olio per motore, un giubbotto salvagente ed un casco da motociclista.
[…] Perchè non sapevo cosa (i sovietici, nda) avrebbe fatto, se avessi dovuto tentare un atterraggio di emergenza avrei avuto maggior protezione
Mathias Rust sul perchè avesse a bordo un casco da motociclista
Passa due settimane in giro per l’Europa toccando le isole Faroe, l’Islanda e Bergen. Ormai sicuro delle sue capacità e di quelle dell’aereo è pronto per penetrare in Unione Sovietica.
Il 28 maggio 1987 Mathias Rust rifornisce il suo piccolo monomotore ad elica all’aeroporto di Helsinki e comunica al controllo del traffico aereo l’intenzione di dirigersi verso Stoccolma. Decolla alle 12:21.
Subito dopo essersi staccato dal suolo invece di virare verso la capitale svedese va dalla parte opposta, ad est, e spegne le radio di bordo.
Presi la decisione finale un’ora e mezza prima del decollo. Ho virato verso prua 170 ed ero perfettamente allineato con Mosca
Mathias Rust, intervista alla BBC
Il Cessna 172 scompare dai radar del traffico aereo finlandese vicino Espoo. I servizi di ricerca e soccorso si mettono subito in allerta e casualmente rilevano, vicino al punto dell’ultimo contatto radar, una chiazza di carburante.
Rust non si è schiantato in mare, anzi, ha attraversato la costa baltica estone e si dirige verso Mosca.
Alle 14:29 compare sugli schermi radar della войска ПВО (Forze di Difesa Area sovietiche) e chiaramente il suo aereo non è in grado di fornire un identificato IFF corretto. Gli viene assegnato il numero 8255 e tre batterie missilistiche SAM del 54° Corpo di Difesa Aerea lo seguono per un breve lasso di tempo ma non ottengono l’autorizzazione all’ingaggio.
Due intercettori Mig-23 Flogger si levano in volo e alle 14:48.
Vicino Gdov, il pilota di Mig-23 A. Puchnin stabilisce il contatto visivo. Gli sembra possa essere un aereo come lo Yak-12 ma anche questo volta non gli viene autorizzato l’ingaggio del bersaglio.
Mi ha passato a sinistra (l’intercettore, nda) così vicino che ho potuto vedere i due piloti seduti nel cockpit e anche la stella rossa sull’ala dell’aereo
Mathias Rust, intervista alla BBC
Una seconda coppia di intercettori viene fatta decollare ma Rust, per evitare i radar, vola a bassa quota dentro formazioni nuvolose. Il Comandante della formazione ritenne troppo pericoloso intercettarlo e tornò alla base.
Il Cessna 172 di Rust ricomparirà per brevi periodi nei radar della Difesa Aerea ma a causa della divisione in regioni della Difesa Aerea, che semplificano la gestione ma non il passaggio di informazioni, ci fu solo tanta confusione: viene addirittura etichettato come aereo “amico”
Vicino Torzhok il diciottenne Rust viene scambiato per un elicottero partecipante alle ricerche di un aereo caduto il giorno prima.
Attorno alle 19:00 davanti al Cessna appare la città di Mosca. Rust voleva inizialmente atterrare dentro il Cremlino ma aveva paura che fosse preso in custodia dal KGB e l’atterraggio coperto. Decise quindi di optare per la Piazza Rossa ma c’erano troppe persone.
Sorvolò la zona un paio di volte ed alla fine atterrò sul ponte Bolshoy Moskvoretsky a circa 100 metri dalla Piazza Rossa.
La sua fortuna, oltre all’essere arrivato fino a Mosca, fu che le linee aeree dei filobus (visibili anche nella foto sopra) che scorrono sul ponte erano state rimosse proprio quel giorno per interventi di manutenzione.
La Polizia pensava che io avessi dei complici a Mosca che si sono occupati della cosa (togliere le linee aeree dei filobus, nda) per permettermi di atterrare
Mathias Rust, intervista alla BBC
La folla era chiaramente stupefatta dell’evento. Molte persone si avvicinarono a Rust chiedendogli un autografo e alla domanda da dove provenisse rispondeva “Germania”. Lo stupore crebbe ancora di più quando specifico che non proveniva, come tutti i presenti pensavano, dalla Germania Est ma dalla Germania Ovest.
Sono qui per una missione di pace dalla Germania
Mathias Rust, intervista alla BBC
Il momento di gloria moscovita per Rust poco dopo quando venne prelevato dalla polizia.
Il Processo
Rust viene processato e condannato a quattro anni di campi di lavoro ma verrà successivamente trasferito al carcere di massima sicurezza di Lefertovo. Due mesi dopo, con le trattative per la firma del trattato sui missili a medio raggio in corso, Rust venne rispedito in Germania come segno di amicizia tra Unione Sovietica ed Occidente.
Secondo alcune analisi l’incidente diede campo libero al Presidente Gorbachev di fare piazza pulita nei vertici delle Forze Armate sovietiche.
Il dopo
Mathias Rust venne descritto al suo rientro come “psicologicamente instabile”. Nel 1989 mentre svolgeva il servizio civile obbligatorio in un ospedale accoltellò una collega che aveva respinto le sue avances. Il processo lo condannò per tentato omicidio a due anni e mezzo di carcere. Nella sua vita privata seguono diverse altre condanne per furto.
Dal quel famoso volo Rust non ha più pilotato un aereo.