Costruire un’Europa politicamente, militarmente ed economicamente sovrana ed indipendente è possibile? Il volume, edito da McGraw Hill e frutto di una accurata e complessa, intende fornire una risposta a questo quesito, illustrandone dettagliatamente ed efficacemente le possibili modalità, le criticità, e gli ultimi sviluppi.
L’autonomia strategica europea – ASE – è analizzata dall’aspetto politico-diplomatico a quello militare ed industriale, con la chiara volontà di porre le basi per un processo pragmatico e non speculativo.
Essere indipendenti significa oggi, per l’Europa, adattarsi alla multipolarità ed all’interconnessione di uno status quo internazionale in equilibrio precario, riuscendo a coniugare grande diversità di competenze ed integrando vecchi e nuovi domini, scenari e settori strategici. Coltivare l’europeismo implica saper pianificare a medio-lungo termine, con cooperazione, condivisione degli oneri e visione comune. Proprio sulle differenti concezioni politiche ed ideologiche di autonomia strategica si basano i primi capitoli del volume, appositamente strutturato per fornire una chiave di lettura, prima olistica e politica, poi specifica ed applicativa.
Le differenze e divergenze riguardo la concretizzazione dell’ASE dovranno necessariamente trasformarsi da un punto di criticità ad elementi costitutivi di una cultura strategica europea che, come illustra il volume, potrà guidare il percorso attraverso la ricerca dell’indipendenza ed il dialogo con l’Alleanza atlantica.
L’Europa è ora chiamata a coniugare atlantismo ed europeismo, ricercando un’indipendenza che non si delinei come distacco dagli Stati Uniti e dalla Nato, ma che sappia raccogliere il testimone del disimpegno statunitense e dell’orientamento strategico verso l’Indopacifico – efficacemente trattato all’interno del volume – con autonomia decisionale, operativa ed industriale. Non autonomia da qualcuno ma libertà di azione ed interazione, potendo usufruire di strumenti di soft power ed hard power di eguale efficacia.
Tra opportunità e necessità, l’eredità di onori ed oneri, sottolinea il volume, dovrà rispondere ad una pluralità di interrogativi. Innanzitutto, il peso strategico e geopolitico delle elezioni Usa 2024 ed il loro impatto sulla Nato, sul conflitto russo-ucraino e sul “Pivot to Asia” statunitense. Successivamente, l’Europa dovrà dimostrare a sé stessa una maggiore concretezza nel difficile, ma obbligato, processo decisionale intergovernativo, tra esecutivi differenti e sovrani.
La centralità dell’Europa – geografica, politica e strategica – di fronte all’instabilità bellica, causata dalla ridefinizione dei rapporti tra grandi potenze, impone all’ASE una ridefinizione del concetto di Difesa europea, integrando in questa una grande eterogeneità di settori interconnessi tra loro. L’endiadi rappresentata da autonomia politica ed autonomia capacitiva impone all’Europa la costruzione di una difesa economica, cibernetica e tecnologica, industriale e politica ma anche, e soprattutto, militare.
L’efficacia del settore militare europeo passa attraverso l’efficienza delle Forze Armate dei 27 Stati membri, che affrontano problematiche comuni come il calo del reclutamento, causa distanza ideologica e calo demografico, carenza di competenze ed insufficienze di organico. La frammentazione dell’industria e del mercato della difesa, oggi al centro delle dinamiche geopolitiche globali, rappresenta altresì un ulteriore elemento di difficoltà: unità comunitaria significa anche industria ed apparati comuni.
L’ASE dovrà fungere senz’altro da guida, inizialmente almeno per sé stessa, attraverso un innalzamento del PIL per la difesa degli Stati membri, in primis per Italia, Germania e Francia, rafforzando quindi la cooperazione per una maggiore funzionalità e razionalizzazione delle capacità aeronavali europee, chiamate a ridurre i tempi di trasporto e schieramento, anche nei teatri di crisi e attività più lontani. Il rafforzamento della logistica e del coordinamento europeo di difesa rappresenta una necessità ma anche una concreta opportunità: adottare sistemi d’arma ed operativi comuni e potenziare i comandi militari comunitari già esistenti – EATC ed EUROMARFOR – significa proiettarsi come attore internazionale di prim’ordine, come interlocutore diplomatico di maggior efficacia e come concreto attore di supporto per le attività atlantiche di maggior complessità.
Per l’Europa, la concretizzazione dell’autonomia strategica equivale alla possibilità di dialogare alla pari con le grandi potenze, assumendo un peso specifico ed apportando una visione propria: quella di volersi proiettare con assoluta efficacia anche nei domini cyber e spaziali. Sovranità industriale e tecnologica come strumenti per fronteggiare l’evoluzione delle modalità di fare guerra, integrando l’utilizzo dell’intelligenza artificiale anche in campo militare e dimostrando capacità previsionale per quanto riguarda le tecnologie emergenti.
La rilevanza del volume ed il suo contributo al dibattito politico e scientifico risultano in un lavoro di ricerca ed analisi delle complessità che caratterizzano la costruzione dell’ASE. L’Europa è chiamata a coniugare e coordinare l’eterogeneità culturale, ideologica ed operativa, facendo delle proprie differenze un punto di forza, disponendo delle potenzialità utili per progettare e costruire un proprio apparato dinamico, ampiamente articolato ma solido.
La crisi globale impone una risposta concreta e strutturata, gli Stati membri sono chiamati a coordinarsi ed accordarsi. Non è solo una sfida ideologica, culturale e politica: per essere attori e poter agire occorre maggiore unità e comunione d’intenti, viceversa si rischia di assistere passivamente al proprio futuro, dovendone poi accettare le conseguenze. La posta in gioco è alta: sono i valori su cui lo stesso assetto democratico e liberale europeo ha le sue fondamenta; la necessità di rispondere implica la responsabilità di fare dell’europeismo una cifra identitaria ed operativa unitaria e collettiva.
Recensione curata da Jacopo Marzano
Milano: McGraw-Hill Education, 2024, ISBN: 9788838612749