In occasione della conferenza sulla sicurezza tenutasi a Monaco, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato l’intenzione di procedere alla riforma delle norme relative le spese per la difesa al fine di consentire agli stati membri dell’Unione Europea di “aumentare sostanzialmente la loro spesa per la difesa”.

La proposta della Presidente von der Leyen verte sull’attivazione delle cd. clausole di salvaguardia che permetterebbero di esentare le spese per la difesa dai vincoli fiscali dell’Unione Europea nel Patto di stabilità.
Per von der Leyen l’attivazione delle clausole di salvaguardia rappresenta un passo fondamentale verso il rafforzamento delle capacità di difesa degli Stati membri dell’UE e, al contempo, permetterà di migliorare la sicurezza collettiva europea.
Peraltro, l’aumento delle spese militari non avverrà in modo indiscriminato ma sarà gestito “in modo controllato e condizionale” su misura per ognuno dei 27 Paesi facenti parte dell’Unione Europea.
Le clausole di salvaguardia permettono ai Paesi di discostarsi dai loro piani di spesa “in caso di grave crisi economica” o in “circostanze eccezionali al di fuori del controllo del governo” così come avvenne in occasione della pandemia di covid 19.
Il Presidente von der Leyen giustifica l’adozione di tale misura a causa dello stato di crisi internazionale in atto e, senza nominarli, per gli attriti sempre più evidenti tra Stati Uniti e Bruxelles intesa come sede delle istituzioni europee che hanno opinioni diverse e strategie non collimanti sul futuro dell’Ucraina e, quindi, sulla stessa sicurezza europea.
La posizione italiana
Il Governo Italiano ha accolto con soddisfazione l’annuncio della Presidente della Commissione Europea riguardante nuove iniziative volte ad incrementare gli investimenti nel settore della difesa, a partire, come peraltro richiesto da tempo dall’Italia, dall’esclusione di tali spese dal Patto di Stabilità.
Per Roma l’annuncio della Presidente von der Leyen rappresenta un primo fondamentale passo nella giusta direzione, che dovrà aver seguito anche nell’istituzione di strumenti finanziari comuni per sostenere l’aumento delle spese militari.