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L’EDF ed il nuovo carro armato europeo

La Commissione europea, attraverso la Direzione Generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio ( DG-DEFIS ) al cui vertice vi è il Commissario europeo Thierry Breton, ha rilasciato nello scorso mese di marzo diversi documenti concernenti le calls per l’anno 2023 del Fondo Europeo per la Difesa (EDF).

All’interno del documento, il primo elaborato totalmente dopo l’inizio della Guerra in Ucraina, vi sono programmi di primaria importanza per la Difesa Europea.

Fra questi, in particolare, spicca la voce che la Direzione Generale ha rinominato “Main Battle Tank Platform Systems” che godrà di un finanziamento iniziale previsto in 20 milioni di euro.

Questo programma non è altro che il famoso “Carro Europeo”, più volte nominato nel recente passato e spesso oggetto di tensioni politico industriali fra i due maggiori interessati, Francia e Germania, ma anche fra aziende come KMW (ora KNDS) e Rheinmetall.

Si tratta di un programma fondamentale e potenzialmente rivoluzionario per i Paesi europei, che per la costruzione di MBT si sono storicamente affidati a consorzi industriali od a prodotti off-the-shelf disponibili sul mercato, non avendo quasi mai intrapreso (se non alcune parentesi durante la Guerra Fredda) programmi comuni come, invece, è avvenuto nei settori dell’Aviazione e della Marina.

L’EDF assegnerà ad un consorzio di imprese i fondi, cui saranno aggiunti quelli degli eventuali Paesi partecipanti, per il design preliminare e la progettazione iniziale del mezzo.

A questo riguardo, la DG-DEFIS si è occupata di inserire all’interno della descrizione del programma alcuni requisiti preliminari, le caratteristiche di massima che il nuovo mezzo dovrà rispettare.

I requisiti funzionali sono molti, ma si possono elencare alcuni di quelli più importanti, fra cui troviamo:

  • velocità massima di almeno 80 km/h su strada e 50 km/h su terreno pianeggiante, con una autonomia media di circa 600 km.
  • Capacità di tiro in movimento a lunga distanza e velocità sostenuta.
  • Fornire protezione contro le seguenti minacce: mine e ordigni esplosivi improvvisati (IED), granate con propulsione a razzo (RPG) (comprese quelle con funzionalità come RPG-30), munizioni “anti-carro ad alto potenziale esplosivo” (HEAT), munizioni “anti-carro Missili guidati” (ATGM; inclusi ATGM di terza generazione con angolo di attacco elevato), munizioni vaganti (loitering munition) e sistemi aerei senza pilota (UAS), guerra elettronica (EW) e attacchi informatici, e almeno da proiettili APFSDS da 125 mm
  • Un APS in grado di neutralizzare ATGM e APFSDS da 125mm.
  • Capacità contro-drone e sciami (C-UAS).
  • Capacità di operare in modalità silenziosa prolungata con bassa firma termica;
  • Dimensioni massime indicative di 70 tonnellate e 10m x 3,8m x 2,5m .
  • Soddisfare i requisiti e i vincoli di trasportabilità dovuti alle strade, ferrovie, tunnel e ponti degli Stati membri dell’UE e dei paesi associati al FES (Norvegia); si dovrebbe tener conto anche della trasportabilità aerea
  • Equipaggio non superiore a 3 uomini.
  • Digitalizzazione, capacità di ingaggio automatiche, condivisione e acquisizione di informazione da rete con altre piattaforme.
  • Integrabile ed interoperabile con una famiglia di mezzi supporto derivati (sistema di sistemi).
  • Costi del ciclo di vita ridotti rispetto agli attuali MBT;

Si può dunque notare come il nuovo MBT europeo avrà sì grandi innovazioni rispetto ai mezzi dell’attuale generazione, ma una sostanziale somiglianza con quest’ultimi.

Almeno per il momento, non vi sarà un totale stravolgimento del concetto di piattaforma corazzata, quanto piuttosto si punterà ad ottenere una maggiore digitalizzazione ed automazione, con l’obiettivo di ottenere, secondo le premesse della stessa Direzione Generale europea, un mezzo più facile ed economico da produrre ed operare, altamente interconnesso alle altre forze del campo da battaglia e con un equipaggio ridotto per permettere di schierare più mezzi con lo stesso numero di uomini (o, viceversa, gli stessi mezzi con meno personale).

Si tratta comunque solo di un primo passo verso il nuovo carro europeo che è, ad oggi, ancora lungi dall’avere certezze.

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