La Guerra del Vietnam ha duramente messo alla prova i missili statunitensi che sono stati criticati, nel corso degli anni seguenti, per aver sortito effetti molto al di sotto di quanto era previsto.
Dall’inizio della superiorità aerea nel 1965 fino al gennaio 1973 emerse infatti la necessità di un missile in grado di essere impiegato a breve distanza durante i dogfight (combattimenti aerei ravvicinati).
Gli AIM, acronimo di Air Intercept Missile, erano stati infatti pensati dall’USAF per essere impiegati contro bersagli non-maneuvering cioè principalmente contro i bombardieri nemici.
Per tentare di risolvere questa mancanza vennero tentate diverse soluzioni con fortune alterne.
E’ guerra
L’inizio dei combattimenti aerei sopra il Vietnam del Nord iniziò il 3 aprile 1965 quando gli Stati Uniti iniziarono l’operazione “Rolling Thunder”.
Le forze americane diressero i loro attacchi aerei principalmente contro bersagli logistici e linee di comunicazione nella speranza di esercitare una pressione sull’esercito nord-vietnamita e bloccare l’afflusso di rifornimenti verso il sud.
E’ stato durante una di queste missioni sul ponte Thanh Hoa vicino Hanoi che gli Stati Uniti persero due F-105 Thunderchief colpiti dal fuoco dei cannoni dei MiG-17. I primi velivoli tattici americani abbattuti durante la Guerra del Vietnam.
Al proseguire delle operazioni gli “incontri” con i MiG si fecero sempre più frequenti.
Il 10 luglio 1965, due F-4C del 45th Tactical Fighter Squadron colpirono due MiG-17 impiegando missili a ricerca di calore AIM-9B Sidewinder.
Durante le prime fasi del combattimento i piloti impararono le tattiche nemiche, familiarizzarono con le capacità dei velivoli avversi e sopratutto si resero effettivamente conto dell’efficacia, della affidabilità e delle limitazioni degli armamenti aria-aria.
Tra il 3 aprile 1965 ed il 31 ottobre 1968 i velivoli tattici dell’USAF abbatterono 66 MiG mentre quelli della U.S. Navy 30 a fronte della perdita di circa 35 aerei per l’Aeronautica e almeno 7 per la Marina.
L’armamento standard aria-aria durante questo periodo comprendeva sia missili a ricerca di calore AIM-4D (Falcon) e AIM-9B (Sidewinder) che AIM-7E (Sparrow) a guida semi-attiva.
Il 46% (30 aerei) sono stati abbattuti da missili a ricerca di calore Falcon o Sidewinder, il 38% dallo Sparrow ed il rimanente 16% con cannoni/mitragliatrici.
Malgrado un rateo complessivo di 4:1 di vittorie a favore degli Stati Uniti, l’esperienza maturata nei combattimenti aerei portò alla considerazione che i missili AIM a disposizione offrivano un vantaggio limitato nei combattimenti a corto raggio.
Il primo grande “stop” alle missioni di bombardamento arrivò a partire dal 1° novembre 1968. L’interruzione delle attività permise a entrambi gli schieramenti di analizzare i confronti aerei, modificare la tattica e la strategia e migliorare i sistemi d’arma.
La successive grandi operazioni aeree sopra il Vietnam del Nord ricominciarono nel 1972. In risposta alla ripresa delle operazioni militari nord-vietnamite nel sud i bombardamenti ripresero con l’operazione Freedom Train il 30 marzo.
Il 9 maggio 1972 gli Stati Uniti minarono la rada di Haiphong ed il giorno successivo l’operazione Linebacker diede il via ai bombardamenti nell’entroterra del nord del paese. Gli incontri con i MiG ricominciarono.
MIGCAP
Le MiG Combat Air Patrol (MIGCAP) e gli aerei scorta passarono diversi momenti difficili. Le forza statunitensi ebbero le maggiori perdite tra giugno e luglio.
Il Generale Jonh W. Vogt, Comandante della 7th Air Force, espresse le sue considerazioni in questa fase di guerra aerea così:
“Quando LINEBACKER è iniziata abbiamo operato bene per i primi mesi. A maggio e giugno facevamo molto meglio che uno ad uno (il rateo era in favore degli USA, ndr). Nell’ultima parte di giugno e a luglio hanno iniziato a starci addosso (i MiG, ndr). Perdevamo più aerei di quanti riuscivamo ad abbatterne. In agosto ribaltammo la situazione e mantenemmo un rapporto di quattro ad uno. Questo è il miglior risultato che abbiamo avuto durante l’intera guerra contro i MiG su un lungo periodo. La risposta è che abbiamo migliorato i sistemi di allarme per i nostri piloti, i nostri ragazzi“
Il 31 luglio 1972 lo sviluppo del TEABALL aumentò considerevolmente l’efficacia difensiva della flotta di F-4. TEABALL è il nome in codice di un sistema integrato a terra di controllo a lungo raggio in grado di fornire ai piloti alleati informazioni in tempo reale sull’attività dei MiG.
Il Generale Vogt affermò infatti:
“Se puoi mostrare ad un pilota di caccia americano dove è il nemico in un tempo sufficiente, lui lo abbatterà”
Un altro fattore che cambiò l’esito dei combattimenti aerei fu l’introduzione dell’F-4E che possedeva un cannone da 20 mm posto sotto il muso e poteva impiegare versioni dei missili missili più avanzate: AIM-7E-2 e AIM-9E.
Durante i primi quattro mesi di Linebacker I l’USAF perse 17 F-4 e un F-105 in confronti contro i MiG. Altri 14 F-4 ed un altro F-105 vennero abbattuti per altri motivi: sei F-4 per SAM (Surface to Air Missile), cinque F-4 per fuoco d’artiglieria antiaerea (AAA) ed i rimanenti quattro F-4 e l’F-105 per motivi ignoti. Durante il medesimo arco temporale i nord-vietnamiti persero 40 MiG contro velivoli americani.
Nel 1972 gli Stati Uniti acquisirono nuovamente la supremazia aerea sopra il Vietnam del Nord ma diversi elementi furono causa di preoccupazione tra i piloti: bassa affidabilità dell’armamento aria-aria, mancanza di capacità di ingaggio a corto raggio e procedure di lancio dei missili troppo complesse.
Le regole di ingaggio prevedevano una identificazione visuale dell’aereo così come previsto anche dalle restrizioni di impiego dei missili AIM. In diverse occasioni i piloti americani identificarono i MiG quando non erano più all’interno della finestra di lancio.
Gli ingaggi divennero dunque a corto raggio dove la precisione dei missili era compromessa.
Nei primi sette mesi del 1972 su 149 missili Sparrow sparati vennero abbattuti 19 o 20 MiG mentre 30 Sidewinder condussero all’abbattimento di 3 MiG.
Malgrado il miglioramento l’affidabilità dei missili rimaneva un grosso problema per l’USAF.
Una nota affermava in tal senso:
“Riguardo l’impiego di missili nei dogfight, la maggior parte degli equipaggi…pensa che a corto raggio, ad alto numero di G, sia necessario un missile ad elevato angle-off (angolo formato tra l’attaccante e l’avversario, ndr). Comunque, vogliono che sia affidabile e semplice, cosa di cui i missili attuali sono deficitari”
La necessità di un AIM “migliorato” era chiara dal punto di vista degli equipaggi di volo ed era motivata dalle statistiche dei confronti sui cieli del Vietnam del Nord.
Durante tutta la Guerra arrivarono nuovi missili come l’AIM-9E o l’AIM-7E-2 ma un vero missile da “superiorità aerea” non era ancora disponibile.
Durante “Rolling Thunder” l’USAF aveva a disposizione, per l’aria-aria, il missile a guida semi-attiva AIM-7D/7E e a ricerca di calore AIM-4D/9B.
Gli F-4C/D dell’USAF, che svolgevano sia la MIGCAP che missioni di bombardamento, erano spesso equipaggiati con quattro AIM-7 sotto la fusoliera, quattro AIM-4D/9B sotto le ali (due per parte) ed un cannone esterno da 20 mm.
In diverse occasioni, tutti questi armamenti si rilevarono inefficaci a corto raggio sopratutto contro bersagli manovrabili come i MiG-17 ed i MiG-21.
AIM-4D
L’AIM-4D (Falcon) arrivò con gli F-4D nel Sud Est Asiatico nel giugno 1969. Il Falcon era un missile a ricerca di calore ed ebbe un limitato uso in combattimento.
La principali limitazioni riguardavano la grandezza della testata di guerra, l’attivazione, la discriminazione del sensore IR e il suo campo ristretto di visione, la gittata ed il raffreddamento. Diversamente dall’AIM-7 e dall’AIM-9, il Falcon, a causa della ridotta dimensione della testata di guerra (3,4 kg di esplosivo) e della sua attivazione, doveva centrare perfettamente il bersaglio.
Durante l’inseguimento, se il missile si trovava a volare in un angle-off prossimo a zero, invece di puntare l’aereo puntava il cono dei gas di scarico, l’area di maggiore irraggiamento IR.
Scendendo ancora più nello specifico, l’AIM-4D impiegava un seeker IR raffreddato a nitrogeno. Il pilota, prima del lancio, doveva attivare i circuiti del missile e il raffreddamento del seeker. La quantità di nitrogeno disponibile era però sufficiente a raffreddare il sensore per solo due minuti dopo i quali il missile diventava inutilizzabile. Tra l’arrivo del liquido di raffreddamento e il lock-on erano necessari poco più di quattro secondi.
Non è necessario essere dei Top Gun per capire che in questo modo non era possibile fare alcun danno se non per mera fortuna.
Secondo i rapporti “Red Baron”, che hanno raccolto e analizzato tutti i combattimenti aerei, il missile Falcon era il più difficile e complesso da sparare tra tutti quelli in possesso dell’U.S. Air Force. Tenere il lock-on su un MiG con un F-4 Phantom durante un combattimento aereo ad alta velocità non era affatto una cosa facile. Per questo in diverse occasioni malgrado l’abilità dei piloti americani non fu possibile effettuare l’ingaggio.
Durante Rolling Thunder vennero lanciati solamente 48 AIM-4D con un risultato di cinque abbattimenti confermati.
Il Generale William Momyer, Comandante della Seventh Air Force, scrisse le sue considerazioni circa l’impiego dell’AIM-4D in un messaggio personale al Generale Ryan:
“Le limitazioni tattiche dell’AIM-4D rendono l’impiego dell’arma inutilizzabile per le operazioni contro il Vietnam del Nord. La maggior parte degli abbattimenti avviene con i Sidewinder e sono riluttanti (i piloti, ndr) a rinunciarvi fino a quando non saranno superate le limitazioni degli AIM-4D”
Il Colonnello Robin Olds, Comandante del 8th Tactical Fighter Wing (TFW), ed i suoi piloti non hanno messo a segno nemmeno un colpo con questo missile. Tra agosto e giugno 1967 l’8th TFW ha cercato di lanciare il missile 15 volte: 10 lanci effettivi e nessun bersaglio colpito.
Nel settembre 1967 lo Stato Maggiore della Pacific Air Force, che conosceva da tempo i problemi del missile, informò lo Stato Maggiore USAF che intendeva impiegare gli AIM-9 al posto degli AIM-4D.
Il ritiro dei Falcon, utilizzati in un ambiente completamente diverso rispetto a quello per cui erano stati sviluppati, apparve inevitabile. Già prima del suo arrivo nel Sud Est Asiatico vennero studiati dei piani per migliorare le sue capacità con una nuova inversione da introdurre nel 1969. Le migliorie non arrivarono mai alla produzione in serie poiché il programma di sviluppo venne chiuso nel 1968. Malgrado la sua riapertura nel 1970 l’Air Force dichiarò che i 776 AIM-4D erano superflui in Vietnam data la loro limitata capacità operativa.
AIM-7D/E
Il programma di sviluppo del missile aria-aria AIM-7 Sparrow iniziò nel 1951. Da quella data il progetto del missile subì diverse modifiche dato che l’USAF cercava di migliorare via via le sue capacità operative.
L’AIM-7D fu il primo modello operativo impiegato dall’USAF nel Sud Est Asiatico per solo un anno tra l’aprile 1965 e 1966. Durante questi 365 giorni il lo Sparrow colpì con successo un solo MiG-17.
Dall’aprile 1966 all’agosto 1968 venne introdotto l’AIM-7E ed il rateo complessivo migliorò leggermente.
L’AIM-7E, padre della versione da dogfight, venne pesantemente impiegato sia dall’USAF che dalla Navy durante Rolling Thunder.
Era un missile a guida radar semi-attiva, ogni-tempo, dotato di una grande testata di guerra, spoletta di contatto o prossimità e la possibilità di attacco da qualsiasi angolo.
Durante l’ingaggio con i MiG il “manuale” prevedeva di lanciare l’AIM-7 ad una distanza medio-lunga. Dato che un solo missile raramente riusciva ad abbattere l’aereo il caccia lanciava un salva di due, tre o addirittura quattro missili.
Durante l’attività aerea sopra il Vietnam del Nord in Rolling Thunder, gli F-4C/D dell’USAF effettuarono 260 tentativi di lancio con il risultato di 21 o 24 MiG abbattuti.
Lo Sparrow si dimostrò efficace per nelle condizioni per le quali era stato sviluppato, medio raggio e bersaglio non-maneuvering:
Una possibile spiegazione è la differenza tra le prestazioni dell’AIM-7E tra il 2 ed il 6 gennaio e quelle dei periodi successivi. Il 2 ed il 6 gennaio tutti gli ingaggi contro i MiG-21 avvennero sopra i 10.000 piedi. Gli unici aerei in zona erano i MiG-21 e gli F-4C. Tutti gli F-4C avevano la mimetizzazione mentre i MiG-21 erano color argento il che facilitava l’identificazione. L’ingaggio avvenne dunque a lungo raggio e data l’altitudine media lo Sparrow e APQ-100 (il sistema di tiro dell’F-4, ndr) funzionavano nel modo in cui era stati progettati: lock-on completo, bersaglio poco mobile e posto davanti o poco di lato dal fascio del radar. In questi due giorni 22 AIM-7E colpirono cinque MiG con una probability kill di 0,23. I giorni seguenti gli ingaggi avvennero tra i 500 ed i 5.000 piedi con un combattimento aereo serrato durante il quale la possibilità di avere un lock-on completo era difficile. Durante questo periodo quattro MiG vennero distrutti a fronte di 40 AIM-7E lanciati per una probability kill di 0,10. La differenza tra 0,23 e 0,10 è significativa.
Come scritto sopra l’altitudine alla quale avveniva l’ingaggio dei MiG era un fattore molto importante. A bassa quota le prestazioni del missile erano dunque scarse. Il 366th Tactical Fighter Wing sparò 21 AIM-7E sotto gli 8.000 piedi senza ottenere nessun risultato. La manovre stesse del bersaglio rendevano più facile o meno per il missile colpirlo. Il radar aveva infatti problemi a distinguere l’aereo dai clutter (echi non voluti) generati dal suolo durante le acrobazie. Le medesime regole di ingaggio che prevedevano una identificazione visiva del bersaglio non permettevano il lancio del missile ad una lunga distanza.
Comunque il fatto che il missile fosse particolarmente efficace contro i MiG ad alta quota era un fatto positivo. Seppur tali condizioni non fossero così facilmente ricorrenti.
Il tempo dell’AIM-7E era però scaduto. La quarta generazione, AIM-7E-2, era ormai in procinto di arrivare.
AIM-7E-2
L’AIM-7E-2 o “Dogfight Sparrow” divenne operativo nell’agosto del 1968, due mesi prima della fine di Rolling Thunder.
La modifiche vennero effettuate per permettere il lancio a corto raggio ed ad alti numeri di accelerazione G similarmente a quanto avviene durante un ingaggio.
Il missile aveva due modalità: NORMAL e DOGFIGHT.
In modalità normale il missile aveva più o meno le limitazioni dell’AIM-7E con l’eccezione di una migliore spoletta e prestazioni ad alta quota.
Mediante l’installazione di uno spinotto prima del lancio il missile passava in modalità da combattimento aereo ravvicinato: maggiore manovrabilità a corto raggio (1.500 piedi). Con la fine di Rolling Thunder l’impiego in combattimento del nuovo missile terminò.
Nel 1970 le missioni MIGCAP iniziarono a crescere. Per assicurare le massima prestazioni nell’aria-aria la 7th Air Force decise di armare gli aerei solamente con gli AIM-7E-2.
Dopo due anni, durante i quali avvennero pochi confronti, la guerra nei cieli asiatici riprese nel 1972 con una intensità mai vista prima.
Tra il 1972 ed i primi giorni del 1973 gli aerei statunitensi lanciarono 243 AIM-7E, di cui la maggior parte nella versione -2. Due terzi di essi (65%) mancarono il bersaglio.
Gennaio – Giugno | Luglio | Agosto | Settembre | Ottobre | Totale | |
---|---|---|---|---|---|---|
Tentativi | 25 | 22 | 0 | 15 | 9 | 71 |
Bersaglio mancato | 15 – 60% | 17 – 77.3% | 9 – 60% | 5 – 55,6% | 46 – 64,8% | |
Bersaglio distrutto | 3 – 12% | 1 – 4,5% | 1 – 6,7% | 1 – 11,1% | 6 – 8,5% | |
Bersaglio colpito | 1 – 6,7% | 1 – 1,4% | ||||
Problema al propulsore | 4 – 18,2% | 4 – 5,6% | ||||
Nessun lancio | 5 – 20% | 3 – 20% | 3 – 33,3% | 11 – 15,5% | ||
Esito incerto | 2 – 8% | 1 – 6,7% | 3 – 4,2% |
Numero totale – in percentuale
La causa di questo dato è da ricondurre all’ennesimo cambiamento delle condizioni di combattimento. Quando iniziò Linebacker I la guerra sopra i cieli del Vietnam del Nord divenne la più tecnologica e complessa mai sperimentata fino a quel momento.
I piloti americani dovettero affrontare, oltre ai caccia nord-vietnamiti, anche la contraerea e i missili SAM (Surface to Air Missile). Il lancio dei missili poteva avvenire dunque al di fuori della finestra consigliata ed era influenzato dal quadro tattico del momento.
Oltre a questo il missile ebbe diversi problemi di natura tecnica: frequente non accensione del motore, traiettoria di volo errata oppure prematura o ritardata esplosione.
Questi fattori operativi ed i problemi del missile determinarono un relativo insuccesso nel combattimento dell’AIM-7E-2
Pessime prestazioni
La guerra aerea sopra il Vietnam del Nord nei primi mesi del 1972 focalizzò l’attenzione nelle pessime prestazioni dei missili AIM. Malgrado il rateo dei combattimento aerei fosse in favore degli Stati Uniti l’affidabilità dei missili era meno del previsto.
Un messaggio datato 24 maggio 1972 sottolinea la severità del problema:
La bassa affidabilità dei nostri missili AIM durante gli ingaggi a partire dal 1 gennaio 1972 ha creato preoccupazione a tutti i livelli. Il numero di missili lanciati rispetto al numeri di aerei abbattuti è scoraggiante
In risposta a questo messaggio venne organizzato un team di esperti composto da Raytheon, Philco-Ford e Hughes che arrivò in Vietnam nel maggio 1972.
Il team visitò ognuna delle base che nel Sud Est Asiatico avevano in dotazione l’F-4 per “migliorare il successivo dei missili con cambiamenti nell’impiego e nella manutenzione”.
Tre piloti dalla base aerea di Nellis accompagnarono il team per discutere di tattiche operative con gli equipaggi di volo.
Il Generale Lucius D. Clay Jr., Comandante in Capo delle Forze Aeree del Pacifico, visitò di persona gli aeroporti e parlando con il personale del 423nd TRW della base aerea thailandese di Udorn disse:
Bisogna mantenere una documentazione accurata di ogni missile, il motivo del malfunzionamento deve essere spiegato tra cui situazione tattica, distruzione del bersaglio, nessuna guida, lancio al di fuori dei parametri, detonazione prematura o ritardata, malfunzionamento del sistema di tiro, errore dell’equipaggio,etc
La creazione di una meticolosa documentazione era necessaria per migliorare l’affidabilità del missile.
Con l’aumento degli incontri con i MiG nell’aprile 1972 il personale assegnato al PACAF Weapon System Evaluation Program (WSEP) venne assegnato nel Sud Est Asiatico per aiutare nell’analisi dei problemi.
Per la prima volta nel conflitto i dati vennero analizzati in modo efficace ed in tempo.
I risultati del lavoro sopra descritto non furono visibili fin da subito. Nell’agosto 1972 le prime indicazioni di un miglioramento nell’impiego dei missili sono riassunte in un Special Interest Item:
Tredici AIM-7E-2 sono stati lanciati. Nessuno di questi ha avuto una avaria al motore. Quattro MiG sono stati distrutti. Due missili hanno detonato prematuramente 100 piedi prima dell’obiettivo.
In una nota scritta a mano per il General Vogt il Generale Holland scrisse: “Le cose stanno migliorando”
Arriva l’AIM-9J
I missili AIM, come ampiamente scritto sopra, erano efficaci solamente quando il bersaglio non era a conoscenza di essere sotto attacco.
La medesima situazione valeva per i MiG-21 nord-vietnamiti equipaggiati con i missili a ricerca di calore K-13 Atoll.
Al continuare del conflitto la tecnologia ambo gli schieramenti migliorava: radar a lungo raggio, controllo delle intercettazioni a terra e miglioramenti nei sistemi di difesa aerea.
Un contesto completamente differente dal 1965 ed in molti casi entrambi, amici e nemici, conoscevano la posizione dell’altro in anticipo prima dell’identificazione visiva. L’elemento sorpresa assumeva ora un ruolo meno importante ed i bersagli “immobili” diminuirono mentre aumentarono i combattimenti aerei manovrati.
In questa nuova “arena” i missili AIM dimostrarono tutta la loro inadeguatezza.
Nel novembre del 1968, la Warner Robins Air Material Area (WRAMA) in Georgia ricevette l’autorizzazione dallo Stato Maggiore a iniziare le prove dell’AIM-9E “Extended Performance” designato successivamente AIM-9J.
L’AIM-9J era una versione avanzata dell’AIM-9E prodotto dalla Philco-Ford Corporation e progettato specificamente per dotare i piloti americani di una arma adatta al combattimento aereo ravvicinato.
La fase iniziale partì sotto il programma “AIM-9 End Game II Development Program”.
Il primo obiettivo del programma era di valutare l’aumento della precisione del missile, i miglioramenti della stabilità aerodinamica e l’incremento della capacità di manovra in G laterali.
Tredici missili, dotati di telemetria, vennero lanciati contro droni bersaglio BQM-34A.
Il rateo di successo registrato fu del 92% (12 su 13) con una distanza media di “errore” di 4,11 metri. Con l’aggiunta di doppie canard a delta ed una unità in grado di registrare la coppia applicata, l’AIM-9J rivelò migliori capacità di manovra rispetto all’AIM-9B/E.
La maggior capacità di effettuare manovre avrebbe aumentato la finestra di lancio del missile.
Nel gennaio 1971 lo Stato Maggiore autorizzò la ripresa dei test sull’AIM-9J sotto il nome di Combat Snap.
La fase di qualificazione iniziò il 4 aprile 1972 presso la base aerea di Holloman in New Mexico con sette lanci, tutti a segno. Ulteriori nove lanci vennero effettuati a Eglin in Florida.
AIM-9E | AIM-9J | |
Immagine | ||
Lunghezza | 2,99 m | 3,09 m |
Diametro | 12,7 cm | 12,7 cm |
Dimensione canard | 38,1 cm | 43,68 cm |
Apertura alare | 55,88 cm | 55,88 cm |
Peso (al lancio) | 76,43 kg | 76,92 kg |
Impulso del motore | 3991 kg/sec | 3991 kg/sec |
Tempo combustione motore | 2,2 sec | 2,2 sec |
Potenza del motore | 1905 kg | 1905 kg |
Accelerazione laterale massima | 28 G | 28 G |
Massimo rateo di tracciamento seeker | 12 gradi/sec | 16 gradi/sec |
Massima coppia servomeccanismi | 840 nm | 1.050 nm |
Sistema di controllo servomeccanismi | No | Si |
Durata massima dell’inseguimento | 20 sec | 40 sec |
Doppi canard | No | Si |
Canard allungati | No | Si |
Capacità G laterali (livello del mare) | 11 | 22 |
Capacità G laterali (50.000 piedi) | 6 | 13 |
Dopo il lancio l’AIM-9J virava immediatamente verso il bersaglio riducendo la possibilità di eventuali problemi di guida. I miglioramenti nella manovrabilità dimostrarono che la distanza minima di lancio poteva scendere a circa 300 metri nel caso di ingaggio di un velivolo non manovrante dalla parte posteriore. L’aereo poteva inoltre lanciare il missile fino ad una accelerazione di 7G. Questo, unito ad una maggiore manovrabilità ad alta quota, rendeva l’AIM-9J migliore in tutti gli scenari rispetto alle predenti versioni.
Rimanevano però alcuni punti deboli. Il primo riguardava il beep che indicava al pilota la corretta acquisizione del bersaglio. In certe condizioni operative, con le comunicazioni radio o gli avvisi da parte del Radar Homing Advanced Warning, il pilota poteva avere difficoltà ad udirlo. L’altro problema riguardava la testata del missile che ad una distanza di circa 4,8 metri aveva una limitata capacità di fare danni.
Malgrado fossero ancora necessari altri test per valutare i progressi il missile arrivò nel Sud Est Asiatico.
L’AIM-9J era comunque considerata una arma “ad interim” nell’attesa delle decisione dell’USAF di sviluppare un nuovo vettore aria-aria
L’8 giugno 1972 lo Stato Maggiore autorizzò l’ingresso nella “zona d’operazione” del missile sotto la Phase IIA del programma di valutazione.
Il primo reparto a ricevere il nuovo missile fu il 423nd Tactical Reconnaissance Wing dispiegato presso la base aerea thailandese di Udorn.
A luglio arrivarono le prime 47 Guidance and Control Units per l’AIM-9J “accompagnate” da un gruppo di esperti formato dai rappresentanti del Tactical Air Command (TAC), del Tactical Warfare Center (TAWC), della Philco-Ford Corporation e del WRAMA.
La prima missione operativa venne seguita il 30 luglio 1972 ed il giorno seguente il Comandante in Capo delle Forze Aeree del Pacifico autorizzò l’impiego in combattimento.
Il 2 agosto, F-4D Combat Tree (dotati di APX-80, sistema in grado di rilevare e individuare l’IFF dei MiG a lunga distanza) e F-4E del 555th TFS e del 13th TFS decollarono per la prima missione MIGCAP con gli AIM-9J in supporto all’operazione Linebacker I.
Malgrado gli incontri ravvicinati con i MiG non venne impiegato alcun -J ma i problemi sicuramente non mancavano. Quattro missili ritornarono a terra con la “cupola” del sensore infrarosso rotta mentre un altro missile partì accidentalmente.
9 settembre 1972 – Un MiG-21 e due MiG-19
Il 9 settembre 1972 tre AIM-9J vennero impiegati in combattimento.
Quattro F-4 del Triple Nickle Squadron (555th TFS) durante una missione MIGCAP ingaggiarono un MiG-21 e due MiG-19 nelle vicinanze dell’aeroporto di Phuc Yen.
L’F-4 con nominativo radio “Olds 03” (Comandante Capitano Calvin Bryan e operatore sistemi d’arma Hargrove William) colpì con successo il MiG-21 con il cannone da 20 mm facendolo precipitare al suolo.
Gli altri Phantom vennero attaccati da due MiG-19.
Il leader della formazione “Ods 01” (Comandante Capitano John A. Madden e l’operatore sistemi d’arma Capitano Charles B. DeBellevue) inquadrò i MiG sul radar e si posizionò per l’attacco.
Un MiG-19 scese subito in picchiata dopo il lancio dei primi due AIM-9J che apparentemente mancarono il bersaglio di circa 7,6 metri.
Il Capitano Madden si diresse verso l’altro MiG-19 impiegato in una virata stretta verso sinistra. Dopo aver udito il suono dell’aggancio il pilota sparò il terzo missile che colpì con successo il caccia.
I parametri di lancio del terzo missile vennero descritti dal pilota nel modo seguente: 50° gradi circa di angle-off, leggera inclinazione, tra i 3.000 ed i 4.000 piedi, accelerazione di 5G, bersaglio a 4-5G, foschia sullo sfondo. Non proprio le condizioni ideali ma l’efficacia del missile provava la bontà del progetto.
Dieci giorni dopo, il 19 settembre 1972, un rapporto dell’intelligence ribaltò le conclusioni sul primo MiG-19:
Informazioni di intelligence ottenute sui primi tre missili AIM-9J lanciati il 9 settembre 1972 indicano un abbattimento confermato ad opera del primo AIM-9J lanciato. Tre membri d’equipaggio in due F-4 che volavano nelle vicinanze riportarono che il primo AIM-9J passò a circa 6-7 metri dal MiG-19 esplodendo. Il MiG-19 è atterrato con la parte posteriore del velivolo in fiamme e pesantemente daneggiata.
Venne inoltre appurato che il secondo AIM-9J fu lanciato per sbaglio.
Dunque, anche il primo missile, ritenuto “perso” da Madden e DeBellevue, aveva colpito il suo bersaglio.
Escludendo quello lanciato per sbaglio, due AIM-9J colpirono con successo due MiG.
Grazie all’AIM-9J il Capitano Charles B. registrò quindi il suo quinto e sesto abbattimento diventando così il miglior asso statunitense durante la Guerra del Vietnam. Per Madden si trattava invece della sua prima e seconda vittoria.
16 settembre 1972: Un MiG-21
Il 16 settembre quattro F-4 del 555th decollarono, sempre, da Udorn per l’ennesima missione MIGCAP.
A circa 112 km da Hanoi venne avvistato un MiG-21 a bassa quota. Gli F-4, nominativo radio “Chevy”, scesero di quota per inseguirlo sopra il Fiume Rosso in direzione della capitale nord-vietnamita.
Ad una quota di circa 120 metri il leader sparò quattro AIM-9J senza però che nessuno di questi andasse a segno: due impattarono a terra e altri due sparirono tra la foschia.
L’F-4 con nominativo”Chevy 03″ (a bordo c’era lo stesso equipaggio di “Ods 3”) continuò l’inseguimento e lanciò anch’esso quattro missili. I primi due missili, lanciati quando ancora il lock-on non era completo, seguirono una traiettoria balistica finendo fuori “strada”. Il terzo, che era sulla rotta corretta, fallì la detonazione. Il quarto invece riuscì a colpire la coda del MiG-19 mandandolo fuori controllo.
Questo “inseguimento” a bassa quota, alta velocità e praticamente in volo parallelo dimostrò l’inadeguatezza dell’AIM-9J a quote basse.
La 7th Air Force inviò immediatamente un messaggio al Tactical Air Command (TAC) chiedendo l’immediata apertura di una investigazione circa la massima gittata del missile contro bersagli veloci a bassa quota. I dati ottenuti dimostrarono che a bassa quota l’AIM-9J aveva una gittata inferiore a quanto era previsto.
Si chiude qui anche l’avventura degli equipaggi citati.
Il Capitano DeBellueve lasciò il Vietnam come il miglior asso dell’USAF e divenne poi colonnello continuando a vestire la divisa dell’USAF fino al 1998. Il Capitano Madden invece lasciò l’Aeronautica nel 1984.
L’equipaggio del velivolo “Ods 03” morì due mesi più tardi durante una missione di addestramento in Thailandia quando il loro F-4 a causa di un problema ai comandi di volo precipitò al suolo. Il Capitano Bryan ed il WSO Stone avevano rispettivamente 26 e 24 anni. I loro nomi sono iscritti nel Memorial Wall del Vietnam Veterans Memorial a Washington.
15 ottobre 1972
Il quarto ed ultimo successo dall’AIM-9J avvenne il 15 ottobre 1972. L’F-4D “Chevy 01” pilotato dal Maggiore Ivy J. McCoy e coadiuvato dal WSO Maggiore Brown W. Frederick venne avvertito da “Red Crown” (il picchetto radar dell’US Navy) che due velivoli nemici erano appena decollati dall’aeroporto di Phuc Yen.
“Chevy 01” identificò un MiG-21 e si posizionò per l’attacco. Prima sparò tre AIM-7, tutti fuori bersaglio, poi tre AIM-9J. Solamente il terzo AIM-9J riuscì a colpire il caccia nord-vietnamita.
Conclusioni
Da settembre 1972 fino alla fine dell’operazione Linebacker il 29 dicembre vennero effettuati 31 tentativi di lancio di missili AIM-9J in combattimento: 23 mancarono il bersaglio, 4 lo colpirono e 4 ebbero problemi durante il lancio.
Durante lo stesso periodo vennero lanciati 100 AIM-7E-2 che portarono all’abbattimento di 5 aerei nemici.
Dei 24 tentativi con gli AIM-9E: 2 abbattuti, 14 mancati e uno colpito ma non abbattuto.
Il cessate il fuoco in Vietnam venne dichiarato a partire dal 24 gennaio 1973. Finisce l’epopea dei missili AIM sopra il Vietnam.
L’AIM-9J, ultimo missile entrato in servizio nella Guerra del Vietnam, ha dunque disatteso le aspettative. Seppur sia stato impiegato per poco tempo i dati non dimostrano la precisione che si era cercata all’inizio del programma. E’ altresì vero che rispetto agli AIM-7E-2 e AIM-9E ha dimostrato capacità superiori.
Missile | % abbattimenti su missili lanciati |
---|---|
AIM-9J | 13% |
AIM-7E-2 | 5% |
AIM-9E | 8% |
Immagine di copertina: USAF
Quante padelle! D’altronde senza questo periodo travagliato Top Gun non sarebbe mai nata. Ergo in questo caso è lecito dire: non tutti i mali….