In questo articolo vedremo l’esempio di un tipico complesso missilistico sovietico degli anni 60′ e come, a distanza di anni, sia cambiato, raffrontando anche le immagini satellitari con i rilevamenti delle missioni KEYHOLE della CIA degli anni 60′ grazie alla desecretazione, avvenuta nel 2016, di una grossa mole di documenti di intelligence fotografica.
In particolare, conosceremo il complesso posto a nord della città di Shadrinsk negli Urali.
Il complesso missilistico di Shadrinsk era un sito di lancio per missili balistici intercontinentali formato da tre differenti siti di lancio (A,B e C) posizionati nella parte centrale dell’Unione Sovietica.
Il complesso fu identificato per la prima volta dalla CIA durante una missione KEYHOLE (satelliti per ricognizione fotografica, programma Corona) nel dicembre 1961.
A nord ed a est erano posizionati due sistemi di difesa aerea SA-2 (identificativo NATO Guideline). Il sito era supportato logisticamente da una facility logistica e da un aeroporto nella parte meridionale.
Nel marzo 1964 erano attivi i seguenti reggimenti:
- 703° Reggimento Missilistico
- 46° Reggimento Missilistico
- 49° Reggimento Missilistico
Layout del sito di lancio
L’Unione Sovietica sviluppò diverse tipologie di siti di lancio. In base all’analisi delle foto satellitari il complesso missilistico di Shadrinsk adottava il modello III (secondo la classificazione della CIA).
Shadrinks rappresenta uno dei primi tentavi russi di costruire siti di lancio interrati e rinforzati con cemento armato.
Facility logistica
Posta a nord della città di Shadrinsk, la facility offriva ai tre siti di lancio il supporto logistico necessario ad eseguire le operazioni.
Essa era collegata sia con la rete stradale sia con la rete ferroviaria ed aveva un totale 24 magazzini e 14 edifici adibiti a uffici e officine, oltre a spazi di stoccaggio all’aperto.
Oggi le costruzioni sono state completamente demolite e, sopra lo spazio precedentemente occupato dagli edifici, sono stati costruiti nuovi capannoni industriali.
Area di scambio ferrovia-strada
L’area di scambio era posta a nord della facility logistica e consentiva di eseguire lo scarico del materiale dai treni per inviarlo direttamente ai siti di lancio.
Sito di lancio A
Il sito A era posizionato a circa 11 km a nord est dalla facility di manutenzione ed era posto sotto il controllo del 703° Reggimento Missilistico operante 3 silos per missili R-16 (identificativo NATO Saddler).
Esso comprendeva diverse strutture ausiliarie, come la RIM Facility dove era effettuata la manutenzione ai missili e le strutture a sud che fornivano supporto al reggimento che iniziò le operazioni l’8 luglio 1963.
Supporto al lancio – Sito A
Non rimane alcuna traccia delle costruzioni pre-esistenti.
L’unico indizio – spia della precedente situazione – è il pesante disboscamento a cui fu sottoposta l’area nella quale si intravede la strada che portava ai silos di lancio.
RIM Facility – Sito A
Più consistenti sono le tracce nella RIM Facilty dove si possono notare le connessioni stradali a 45° studiate per permettere ai camion manovre più rapide ed una maggiore manovrabilità.
Le strade “interne” sono ancora visibili anche se le strutture sono state completamente demolite.
Sito di lancio – Sito A
Il Sito di Lancio posto alla fine della strada mostra, ancora oggi, il perimetro esterno e la strada interna. Inoltre, si possono notare, dove una volta erano posizionati i tre silos, diversi mucchi di materiali e terra che evidenziano i lavori di demolizione effettuati negli anni.
Sito di lancio B
Il sito di lancio B era posizionato a 22 km nord-est dalla facility di manutenzione.
Era posto sotto il controllo del 46° Reggimento Missilistico anch’esso equipaggiato con 3 silos per missili R-16. Il reggimento iniziò le operazioni il 30 marzo 1964 e fu definitivamente sciolto nel 1979.
Supporto al lancio – Sito B
Come per il Sito A, anche in questo caso il supporto al lancio non ha lasciato alcune traccia se non l’evidenza dell’ampia zona disboscata. Questo dato può significare che le strutture non erano permanenti e che, probabilmente, i sovietici impiegassero shelter appoggiati al suolo facilmente trasportabili.
RIM Facility – Sito B
La RIM Facility del Sito B è molto meglio conservata rispetto al sito A. Addirittura, è possibile notare le costruzioni ancora presenti a nord, le strade costruite con il cemento e l’ingresso dei bunker nella parte meridionale.
Nella parte sud della facility si possono osservare larghi spazi di manovra alle cui estremità sono presenti presumibili zone d’ingresso (l’ombra lasciata dal sole) per accedere alla facilities sotterranee.
Sito di lancio – Sito B
Il sito di lancio B è molto simile per layout al sito A ed anch’esso mostra evidenze di detriti che suggeriscono operazioni di demolizione
Sito di lancio C
Il sito di lancio C è quello più meridionale dei tre e si trova a circa 17 km dalla facility di manutenzione. Nel sito operava il 49° Reggimento Missilistico ed era equipaggiato con tre silos per missili R-16. Contrariamente agli altri due complessi di lancio che sono stati abbandonati, ci sono tracce di lavori e costruzioni post impiego militare del sito. Iniziò le operazioni il 3 marzo 1965 e cessò definitivamente di esistere nel 1979.
Conclusioni
Si è giunti alla fine di questo articolo ed è doveroso sottolineare un paio di argomenti interessanti.
Il primo aspetto su cui soffermarsi è che, negli anni 60′, la tecnologia a disposizione degli Stati Uniti nel settore della ricognizione strategica abbia prodotto documenti che non hanno nulla da invidiare ai risultati ottenuti con le moderne tecnologie.
Prova evidente è la circostanza che le fonti impiegate sono documenti tutti desecretati dalla CIA solamente nel 2016, dopo oltre cinquanta anni da quando sono stati prodotti.
Malgrado ciò, vaste parti sono tutt’oggi secretate.
Il secondo ragionamento è strettamente collegato al primo; quale è livello qualitativo a cui sono pervenute oggi le tecnologie per la ricognizione strategica?
L’intelligenza artificiale collegata all’uso di satelliti ad altissima risoluzione che informazioni è in grado di produrre?
Noi di Ares cercheremo di rispondere a questa domanda con un articolo in prossima uscita.
(Tutti i diritti riservati)
Complimenti per l’articolo. Ho aperto Google Earth e ho localizzato i siti citati nell’articolo. Vorrei segnalarvi che visionando le immagini storiche della zona è possibile localizzare con una certa precisione gli edifici, almeno nelle ultime configurazioni prima dell’abbandono delle basi (le immagini storiche non vanno molto indietro).
Sarebbe stato comunque utile integrarle nell’articolo.
Cordiali saluti
Grazie per i complimenti e per la segnalazione.