Lo Stato Maggiore della Difesa indiano si è trovato in poco tempo a dover far fronte a diversi “buchi” all’interno delle capacità della Forza Armate in vista di un possibile ed ulteriore deterioramento delle relazioni con la Cina.
Uno dei ruoli più sguarniti è quello che riguarda i velivoli senza pilota data l’estensione della frontiera con la Cina ed il Pakistan che richiedono una sorveglianza molto incisiva data la morfologia del territorio senza dimenticare anche la necessità di controllare una vastissima estensione di mare.
A luglio 2020 era nuovamente sorta la necessità di acquistare ulteriori Unmanned Aerial Vehicle (UAV) Heron e resuscitare il “Progetto Cheetah” che prevede la possibilità di modificare i droni israeliani per impiegare armamento come bombe a guida laser, missili anticarro, etc.
Per stringere i tempi il Governo indiano ha deciso di esercitare il potere di “emergenza” affittando immediatamente 4 droni Heron così come lo scorso anno era stato fatto con i Predator statunitensi.
Oltre ai quattro droni l’Esercito ha incrementato le scorte in modo da avere abbastanza munizioni e pezzi di ricambio per “due settimane di guerra anche su due fronti”.