L’RQ-4E Euro Hawk, il tentativo fallito per il Bundeswehr di dotarsi di una piattaforma avanzata da ricognizione, finirà nel museo dell’Aeronautica di Berlino-Gatow senza aver mai effettuato una missione operativa.
La notizia arriva direttamente dal Dipartimento Legale del Ministero della Difesa tedesco ed è previsto che il drone venga musealizzato e mostrato al pubblico dal 2022 assieme alle stazioni di controllo.
Pezzi di ricambio e attrezzature per la manutenzione sono stati passati alla NATO secondo un accordo sottoscritto il 9 ottobre 2019 a supporto della flotta AGS di Sigonella.
Si conclude definitivamente l’epopea di quello che sarebbe stato il drone più performante in Europa ma che invece è finito con il creare un buco di circa 560 milioni di euro.
Il super drone
La storia inizia nel maggio del 2006 con la sottoscrizione tra il Ministero della Difesa tedesco e il Dipartimento della Difesa americano di un Memorandum of Understanding (MoU) per lo sviluppo di una versione dell’RQ-4 chiamata “Euro Hawk” con la partecipazione di EADS e Northrop Grumman.
A gennaio 2007 il Ministero della Difesa tedesco assegna alle due aziende, riunite nella joint venture “Eurohawk GmbH”, un contratto da 430 milioni di euro.
Il contratto prevedeva lo sviluppo e l’integrazione di un sistema SIGINT da parte di EADS su un Global Hawk RQ-4B 20 e la consegna di un drone più altri cinque in opzione.
A maggio 2009 il programma inizia ad accumulare ritardo a causa di problemi normativi relativi al transito di velivoli senza pilota negli spazi aerei civili.
L’Euro Hawk prende forma
L’8 ottobre 2009 Northrop Grumman ed EADS presentano per la prima volta l’Euro Hawk durante una cerimonia a Palmdale, California.
Il 29 giugno 2010 il drone effettua il suo primo volo dalla durata di circa due ore atterrando presso la base aerea di Edwards.
Nel marzo 2011 il drone è posto all’interno di una speciale camera anecoica sotto diretta richiesta dei tedeschi per testare le possibili interferenze delle infrastrutture “civili” sui sistemi dell’aereo.
Le cose sembrano andare così bene che a luglio dello stesso anno Aviation Week riporta l’interesse della Germania per ulteriori quattro droni da affiancare ai sei Euro Hawk già previsti.
L’arrivo in Germania
A luglio 2011 il drone completa la trasvolata oceanica e giunge presso la base aerea di Manching, in Germania, dove ha sede il Centro Tecnico del Bundeswehr.
Tre mesi più tardi l’Euro Hawk viene presentato ufficialmente da parte della Luftwaffe. In quel momento già 11 piloti tedeschi avevano ricevuto l’addestramento negli Stati Uniti.
Nel gennaio 2013 la Northrop Grumman ed EADS compiono il primo test in volo dei sistemi SIGINT all’interno di una parte di spazio aereo chiusa al traffico ma il destino dell’Euro Hawk è già segnato.
La fine
Il 14 maggio 2013 la Germania decide di mettere fine al programma dopo una spesa di 562 milioni di euro per sviluppo dei sistemi e prove in volo.
A pesare sulla decisione i costi di certificazione considerati troppo elevati (circa 600 milioni di euro) senza avere la certezza di ricevere un parere positivo da parte dell’EASA ed il fatto che gli Stati Uniti avevano deciso di interrompere l’acquisto degli RQ-4 per biennio 2013/2014 e dismettere i Block 20/30.
Sono stati fatti nel corso del tempo alcuni tentativi per “resuscitare” il programma ma sono finiti tutti senza successo con l’RQ-4E fermo a prendere polvere.
Flotta AGS della NATO
Una delle proposte per rivitalizzare il drone prevedeva il suo impiego nella flotta AGS (Alliance Ground Surveillance) della NATO basata a Sigonella.
Il problema è che i droni della NATO sono RQ-4D Block 40 mentre l’Euro Hawk era basato sul Block 20 con modifiche ad hoc tedesche e sarebbe controproducente inserirlo in una flotta molto più recente e con altri requisiti.