L’India ha iniziato ormai due anni fa un programma di acquisto da 15 miliardi di dollari per 114 velivoli da combattimento ricevendo diverse proposte da aziende straniere tra cui il Rafale della Dassault ed una versione modificata dell’F-16 di Lockheed chiamata F-21.
In due anni i progressi sono stati abbastanza scarsi e secondo quando riportato da Bloomberg l’India, sopratutto per pressing di Modi, sarebbe in procinto di cambiare le carte in tavola: bloccare l’acquisto di aerei esteri e concentrarsi sul prodotto nazionale. Il tutto rientra nello sforzo che il Primo Ministro Modi ha chiesto per far fronte alla crisi provocata dal Covid-19.
L’India ha inoltre confermato, a marzo 2020, il contratto per la fornitura di 83 Tejas dalla HAL dopo tre anni di contrattazione.
La nuova linea politica, che porterà molto probabilmente alla chiusura del programma internazionale di 114 aerei, è stata resa pubblica dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale Bipin Rawat, il quale ha affermato che l’Aeronautica sta sostituendo le opzioni internazionali con il Tejas.
Rawat ha aggiunto a Bloomberg che l’aumento l’incremento del numero di Tejas acquistati consentirà all’India di emergere come key exporter nel campo della Difesa grazie al costo contenuto dei velivoli.
Alla gara indetta per i 114 caccia partecipano (fino a che non arriverà l’ufficialità della scelta indiana) sette diverse aziende tra cui l’americana Lochkeed con una versione modificata dell’F-16 chiamata F-21 e la francese Dassault con il Rafale.
Ricordiamo che nel 2015 il governo Modi ha cancellato un ordine di 126 Rafale arrivando poi ad un successivo accordo per la consegna di soli 36 velivoli (la consegna dei primi esemplari è rallentata dalla pandemia).
Tejas
Il Tejas è un caccia leggero “Made in India” che ha accumulato decine di anni di ritardo (per approfondire la questione).
Nel 2017, la stessa Aeronautica indiana, aveva valutato il Tejas “molto indietro” rispetto all’F-16 americano o al Gripen svedese.
Le criticità sono nel basso tempo di loitering in zona d’operazioni, basso carico di armamento e costi di manutenzione più alti.
Non ancora uscita dalla fase di sviluppo il DRDO sta già sviluppando il Tejas MK2 che dovrebbe andare a limare quei limiti evidenziati sopra. Il primo volo è però previsto solamente per il 2023.
Nel 2018 i piani di acquisizione dell’Aeronautica parlavano di 201 Tejas MK2 da sommare agli MK1 raggiungendo così una massa critica di 324 Tejas in totale nei prossimi anni.
Malgrado l’aereo sia rappresentato come esempio di “Made in India” il motore è l’americano F404 (F414 nell’MK2), il seggiolino è inglese della Martin Baker, il radar israeliano (quello indiano era previsto ma è stato scartato) e può lanciare missili aria-aria israeliani e russi.
Mi chiedo come mai gli indiani non si chiedano dei limiti del Rafale e non pensino diversamente ad avvalersi dell’Eurofighter Typhoon decisamente più veloce più sicuro e più preciso: un caccia all’avanguardia con costi lievemente più alti.
Mi chiedo come mai gli indiani non si chiedano dei limiti del Rafale e non pensino diversamente ad avvalersi dell’Eurofighter Typhoon decisamente più veloce più sicuro e più preciso: un caccia all’avanguardia con costi lievemente più alti. Oggi pensano al Tejas, cos’è non hanno più i soldi?