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L’India valuta i sottomarini Type 214

Per far fronte all’espansionismo navale della Marina Cinese, la Marina Indiana ha in programma la costruzione di un’imponente flotta di sottomarini diesel-elettrici che sarà costituita da almeno ventiquattro battelli ad alte prestazioni.

La linea di sottomarini indiana ed il confronto con quella cinese

Al momento, peraltro, la Marina di Nuova Delhi possiede due sottomarini a propulsione nucleare di costruzione russa/sovietica ed una linea di sedici sottomarini diesel-elettrici e, pertanto, necessita di almeno otto nuovi battelli convenzionali.

E’ abbastanza evidente la sproporzione con la Marina di Pechino che attualmente ha in linea otto sottomarini lanciamissili balistici (SSBN), tredici sottomarini d’attacco a propulsione nucleare (SSN) e ben cinquantacinque sottomarini a propulsione diesel-elettrica (SSK); la qualità di questi battelli è sempre al centro delle analisi di intelligence ma sicuramente il numero è decisamente elevato e desta nella Marina Indiana (e non solo) più di una qualche preoccupazione.

Per fronteggiare il problema la Marina Indiana, pertanto, ha lanciato il programma per la realizzazione in casa dei nuovi sottomarini Project 75I sulla scia del programma Project 75, che riguarda la costruzione di sei battelli diesel-elettrici classe Kalvari derivati dal battello franco-spagnolo Scorpene.

Peraltro, la gestione del programma Kalvari ha messo in luce più di un problema nella cantieristica indiana, con tempi di costruzione e di consegna molto più lunghi di quanto preventivato, problemi di qualità e costi saliti con polemiche insorte tra il costruttore ed il Ministero della Difesa.

Dal Project 75 al Project 75I

L’iniziativa Project 75I nasce per mettere sugli scali sottomarini diesel-elettrici dotati di sistemi di propulsione indipendenti dall’aria (AIP) con ampio ricorso alla tecnologia sviluppata e messa a punto dall’industria indiana nell’ambito dell’iniziativa “Make in India” fortemente voluta e sostenuta dal Governo di Nuova Delhi.

Ma dopo gli entusiasmi iniziali per la realizzazione “autarchica”, viste le problematiche del Project 75 e la pressione cinese incombente, la Difesa Indiana più prudenzialmente ha iniziato a sondare in Europa i principali costruttori di sottomarini convenzionali, per presentare le loro offerte in vista di una possibile adozione, ovviamente con trasferimento di tecnologia e sistema AIP.

Tra i cantieri che sono stati sondati e che hanno risposto vi è Thyssenkrupp Marine Systems che ha presentato il Type 214, sostanzialmente la versione di esportazione del Type 212A, adottato alla fine degli anni Novanta dalla Marina Tedesca e, successivamente, dalla Marina Militare Italiana.

Il Type 214 si differenzia principalmente dal Type 212A per avere uno scafo di acciaio tradizionale ad alta resistenza, non quello amagnetico dei battelli tedeschi ed italiani; a bordo è presente un sistema AIP a 2 moduli di celle a combustibile HDW PEM BZM120 (120 kW x 2) che gli conferisce autonomia operativa in immersione.

Ovviamente, il Type 214 è offerto in versione modificata per rispondere ai requisiti della Marina Indiana e del Ministero della Difesa di Nuova Delhi, nell’ambito di un programma del valore di 4,8 miliardi di dollari teso alla realizzazione di sei sottomarini.

Di base il Type 214 disloca in superficie circa 2.000 tonnellate, ha una lunghezza di 72 metri, il diametro dello scafo resistente è di 6,3 metri, è armato con otto tubi lanciasiluri da 533 mm ed ha un equipaggio di 27 uomini.

I battelli Type 209-1500 in servizio con la Marina Indiana ed i sistemi AIP

La Marina Indiana non è nuova a gestire sottomarini di origine tedesca avendo in servizio quattro battelli diesel-elettrici Type 209-1500 o classe Shishumar entrati in servizio tra la seconda metà degli anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta.

In origine era previsto che in India fossero costruiti con trasferimento di tecnologia anche un quinto e sesto battello ma il progetto naufragò a causa di un’inchiesta nata a seguito di accuse di corruzione ed i sottomarini classe Shishumar sono rimasti quattro.

Come precedentemente indicato, tra i requisiti fondamentali del Project 75I vi è l’adozione del sistema AIP che consente ai battelli diesel-elettrici di operare in immersione per lunghi periodi di tempo, aumentando la furtività e l’operatività di questi sottomarini che non sono costretti a riemergere per ricaricare le batterie.

A proposito dei sistemi AIP, il DRDO, l’organizzazione di ricerca e sviluppo del Ministero della Difesa Indiana, ha progettato e messo a punto un sistema nazionale che dovrebbe essere installato a bordo dei sottomarini classe Kalvari allorquando questi battelli andranno ai lavori di ammodernamento di mezza vita.

Foto @Tyhussenkrupp Marine Systems

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