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L’M5S accusa di corruzione Leonardo per il contratto con il Qatar

Il 15 gennaio 2020 è stata depositata presso il Senato della Repubblica, da parte di tredici parlamentari del MoVimento Cinque Stelle, una interrogazione a risposta scritta per il Ministero della Difesa circa il contratto siglato il 14 marzo 2018 tra Leonardo e il Qatar.

Il contratto prevede la fornitura di 16 elicotteri NH90 TTH (versione terrestre), prodotti da Airbus, e di 12 NH90 NFH (versione navale), prodotti da Leonardo. Il valore stimato è di 579 milioni per i TTH e 564 milioni per gli NFH. Al costo delle macchine si aggiungono optional e servizi annessi per un totale di circa 3 miliardi di euro.

La ricostruzione degli eventi

Gian Piero Cutillo, Capo Divisione Elicotteri di Leonardo

La ricostruzione che fanno i firmatari, che è attinta direttamente da un articolo del Fatto Quotidiano dell’8 gennaio 2020, è la seguente:

Due settimane prima della firma, il 26 febbraio, il Capo Divisione Elicotteri di Leonardo, Gian Piero Cutillo, avrebbe offerto al Qatar: 16 elicotteri H125 pagati dalla Leonardo stessa e fabbricati da Airbus, 3 elicotteri AW109 VVIP (già segretamente consegnati) con 2 piloti messi a disposizione a spese di Leonardo, 20,65 milioni di euro di fondo spese per gli allievi qatarini oppure un corso a carico di Leonardo su resident team e management e amministrazione. Per un valore complessivo dei benefit pari a 120 milioni di euro.

Dopo un incontro con gli italiani il Generale di Brigata Mishwat Faisal Al Hajr, presidente del comitato per l’acquisizione degli elicotteri, avrebbe chiesto direttamente all’AD di Leonardo, Profumo, di scrivere una “lettera formale e chiara in inglese semplice senza zone grigie”. La “lista dei benefit confermati” (che non avrebbe contenuto ancora i 16 elicotteri H125 ma incluso i tre AW109) sarebbe stata accettata da Cutillo con una lettera l’8 febbraio.

Successivamente il Generale Al Hajr avrebbe espressamente richiesto che la lettera fosse firmata solamente da Profumo e non da altre persone.

Profumo avrebbe quindi accettato, scrivendo il 12 febbraio: “desideriamo firmare la lettera di intenti il 13 febbraio con lo scopo di firmare il contratto durante il Dimex 2018 se approvato”.

Il 18 febbraio il Generale Al Hajr avrebbe richiesto un “aggiornamento sulla questione chiaramente stabilita con il CEO di Leonardo durante il suo incontro con il vicepremier-ministro della Difesa”, ribadendo la “chiara richiesta dei 16 H125”.

Il 26 febbraio Cutillo avrebbe scritto al Qatar accettando la fornitura gratuita dei 16 H125 ma senza supporto e manutenzione.

Il 22 marzo 2019, quasi un anno dopo la firma del contratto, il Capo della Divisione forniture elicotteri, Fabio Castiglioni, avrebbe scritto che, in cambio dell’impegno dei qatarini di chiudere alcune questioni controverse, avrebbe impegnato Leonardo a fornire altri benefit come “8 istruttori in Qatar, militari o con background militare, se il cliente è d’accordo”. A giudizio dei parlamentari dei Cinque Stelle la frase serve per nascondere il fatto che Leonardo avrebbe pagato militari italiani per istruire gratis i qatarini. Castiglioni avrebbe promesso anche corsi, manuali di volo, tre anni di supporto e mantenimento degli AW109 da fine 2019 e due modelli in scala 1:10 degli NH-90 per il “Qatar National Day”.

La risposta di Leonardo

Leonardo avrebbe risposto all’articolo del Fatto Quotidiano sostenendo che il contratto per gli NH-90 rappresenta uno dei maggiori successi dell’azienda italiana nel settore elicotteristico anche per il ruolo assunto di prime contractor nel maggior programma elicotteristico europeo. I benefit per Leonardo sarebbero “prassi per contratti governativi di questo tipo” aggiungendo che “la quota di competenza di Leonardo è superiore al 40%” sui tre miliardi totali. La mancata comunicazione dei benfit sarebbe dovuta al “necessario e consueto principio di riservatezza […] su richiesta del cliente”.

Cosa chiedono i firmatari?

Elio Lannutti (M5S), primo firmatario dell’interrogazione

L’interrogazione chiede quindi al Ministro della Difesa se era a conoscenza di questa vicenza, se non ritenga che fornire benefit così cospicui non rappresenti una forma di corruzione, se ci sono altre commesse ottenute da Leonardo nel mondo con questo schema e se ritiene di prendere provvedimenti di competenza per far cessare questa pratica e per sanzionare i responsabili delle vicende occorse durante questa vendita di elicotteri al Qatar.

Attualmente il delegato a rispondere è il Ministero dell’Economia e delle Finanze (delegato in data 03/02/2020). Attualmente la risposta non è ancora arrivata, sarà nostra premura informarvi tempestivamente.

Commento

L’Italia è un paese meraviglioso: dopo aver perso una commessa da 556 milioni di euro con l’India per 12 AW101 a causa di una accusa di corruzione internazionale (i due manager sono stati assolti dopo sei anni) il “Sistema Paese” si sta adoperando per tentare di mandare a gambe all’aria il più importante contratto siglato da Leonardo negli ultimi anni. Qui non ci sono 556 milioni ma tre miliardi di euro che hanno importantissime ricadute sul tessuto produttivo nazionale e sull’indotto. L’accusa che si muove è priva di fondamento. Come ci si può immaginare che a fronte di un contratto dal valore di tre miliardi di euro il cliente non riceva una contropartita? E’ chiaro che sono contrattazioni internazionali nel quale si cerca di trovare un punto di accordo. Si cercano di coniugare altre necessità del cliente, in questo caso del Qatar che necessita di elicotteri da addestramento e trasporto VIP, con quelle del venditore, Leonardo, che è totalmente in grado di soddisfare. Un procedimento che è parallelo a quello degli NH90 ed è di vitale importanza. Più che schema si tratta di contrattazioni a livello internazionale, che avvengono per qualsiasi contrattazione e sono, chiaramente, maggiori al crescere del valore del contratto (in questo caso 120 milioni su 3 miliardi). Speriamo che Fincantieri si riesca a salvare dalla scura visti i contratti in ballo con il Qatar.

Chi è stata accusata, veramente, di corruzione

Lo scorso mese Airbus è stata processata e dovrà pagare quattro miliardi di euro (2,1 miliardi alla Francia, 984 milioni all’Inghilterra e 526 milioni agli Stati Uniti) per aver corrotto dirigenti e funzionari di sedici paesi (tra cui Giappone, Russia, Cina e Nepal) per condizionare le scelte di acquisizione di aerei e satelliti.

Fonti

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