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Airmen from the 90th Missile Maintenance Squadron prepare a reentry system for removal from a launch facility, Feb. 2, 2018, in the F. E. Warren Air Force Base missile complex. The 90th MMXS is the only squadron on F. E. Warren allowed to transport warheads from the missile complex back to base. Missile maintenance teams perform periodic maintenance to maintain the on-alert status for launch facilities, ensuring the success of the nuclear deterrence mission. (U.S. Air Force photo by Airman 1st Class Braydon Williams)

Lo stato delle forze nucleari americane

Il Bulletin of the Atomic Scientists ci fornisce, tramite il suo annuale Nuclear Notebook, un quadro generale dello stato e della consistenza della componente nucleare delle Forze Armate degli Stati Uniti d’America.

All’inizio del 2019 il Dipartimento della Difesa contava su un totale di 3.800 testate nucleari in grado di essere impiegate su oltre 800 tra missili balistici e aerei. Bisogna tener conto che la maggior parte delle testate non è dispiegata bensì è tenuta in riserva per poter essere impiegata se necessario.

Il Nuclear Nootbook stima comunque che 1.750 testate sono dispiegate e pronte al lancio su 1.300 missili balistici e 300 su aerei. A questo vanno aggiunte 150 bombe “tattiche” dispiegate nella base europee. Le rimanenti, circa 2.050, sono appunto in “magazzino” pronte per essere utilizzate nel caso in cui la situazione lo richieda. Diverse centinaia di queste testate nucleari saranno comunque ritirate prima del 2030 al raggiungimento dei limiti di vita operativa delle stesse.

Ai numeri sopra menzionati vanno aggiunte circa 2.000 testa nucleari già ritirate dal Dipartimneto della Difesa ma ancora intatte e sotto la costodia del Dipartimento dell’Energia che ne sta curando lo smaltimento.

Il totale dovrebbe aggirarsi attorno alle 5.800 testate

Le armi nuclari sono immagazzinate presso 24 siti in 11 stati americani e in cinque stati europei.

Gli Stati Uniti sono pienamente all’interno dei limiti imposti dal trattato New START con 668 lanciatori e 1.376 testate (i limiti sono 700 lanciatori e 1.550 testate). Rispetto alla Russia il numero di lanciatori a stelle e strisce è superiore di 155 unità.

Si contano:

  • 400 missili ICBM Minuteman III con 800 testate
  • 240 missili Trident con 1.920 testate
  • 44 B-52H con 528 testate e 16 B-2A con 322 testate (forze strategiche)
  • F-15E e F-16 DCA hanno a disposizione 230 testate (forze non strategiche)

Missili balistici intercontinentali

L’US Air Force opera oltre 400 silos di lancio per missili ICBM Minuteman III ripartiti su tre missile wings. Un lungo e multimiliardario processo di aggiornamento della componente ground delle forze nucleari è iniziato nel 2015 per estendere la vita dei Minuteman al 2030. Nell’agosto del 2017 è iniziata la procedura per assegnare ad una azienda il compito di progettare il nuovo missile intercontinentale (GBSD – Ground Base Strategic Deterrent). Il ritiro della Boeing dalla competizione ha lasciato il contratto nella mani della sola Northrop Grumman (che non a caso ha acquistato nel 2018 l’Orbital ATK). La Boeing ha però accusato la Northrop Grumman di non avere le capacità necessaria per far fede al contratto. La diatriba è arrivata addirittura alla Federal Trade Commission che ha aperto una inchiesta. Se all’inizio si pensava di assegnare il contratto nell’anno fiscale 2020 i tempi potrebbero dilazionarsi. Gli Stati Uniti dovrebbero acquistare 666 GBSD ad un costo astronomico di oltre 100 miliardi di dollari. I nuovi missili dovrebbero avere un raggio superiore rispetto ai Minuteman con la capacità di colpire non solo la Russia ma anche Cina, Nord Corea e Iran.

Sottomarini balistici nucleari

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Classe Ohio

L’US Navy opera una flotta di 14 sottomarini balistici nucleari classe Ohio di cui otto sono rischierati nel Pacifico e sei nell’atlantico. Quattro o cinque sono impiegati in missioni di pattugliamento nelle aree a loro assegnate mentre i rimanenti possono essere messi in stato di allerta in ore o giorni. Ogni sottomarino può trasportare fino a 20 missili Trident D5 (ridotti dai 24 originari a causa dei trattati START). Dal 2017 l’U.S. Navy ha iniziato a sostituire i D5 con i D5LE (Life Extended) con una raggio d’azione superiore ai 12.000 km ed un nuovo sistema di guida. I nuovi sommergibli classe Columbia e classe Dreadnought potranno impiegare già da subito i nuovi missili.

Bombardieri strategici

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Deterrenza nucleare strategica statunitense = B-2 e B-52

L’U.S. Air Force opera una componente aerea di 20 B-2A (tutti in grado di impiegare armamento nucleare) e 87 B-52H (46 dei quali in grado di impiegare armamento nucleare). Il B-1H, a causa dei trattati internazionali, non è più in grado di essere nuclear-capable. Secodo le stime dei ricercatori del Nuclear Notbook circa 18 B-2A e 42 B-52H sono assegnati allo svolgimento delle missioni del piano di guerra nucleare americano. Gli Stati Uniti stanno ammodernizzando i bombardieri nucleari e sviluppando il nuovo bombardiere a lungo raggio B-21 Raider. Anche la struttura di comando e controllo sarà aggiornata con l’introduzione del Global Aircrew Strategic Network Terminal (Global ASNT) nel maggio 2020.

Forze non tattiche (tra cui l’Italia)

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B-61

Gli Stati Uniti hanno un solo tipo di bomba nucleare non strategica, la B-61. Delle 230 bombe disponibili nei magazzini 150 sono in sei basi europee: Aviano e Ghedi in Italia, Buchel in Germania, Incirlok in Turchia, Kleine Brogel in Belgio e Volkel nei Paesi Bassi. Belgi e nederlandesi le impiegano su F-16 mentre italiani e tedeschi sul Tornado. In condizioni normali le bombe sono sotto sorveglianza di personale statunitense e il loro impiego deve essere autorizzato in modo esplicito dal Presidente degli Stati Uniti. L’F-35 sarà in grado di impiegare armamento nucleare a partire dalla quarta versione del suo software nel 2023.

Report originale

Per leggere l’United States nuclear forces, 2020 (in modo gratuito) segui il link: https://doi.org/10.1080/00963402.2019.1701286

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