L’Unione Sovietica, sin dagli esordi come potenza mondiale, comprese il valore intrinseco delle forze corazzate, per cui l’Armata Rossa, allo scoppio della II Guerra Mondiale possedeva da 22.000 a 25.000 veicoli corazzati di vario tipo e categoria, tra cui diverse centinaia di carri armati pesanti KV-1 e 2, nonché poche decine di segretissimi e nuovissimi T-34/76.
Al tempo della battaglia di Berlino, il numero totale di carri armati sovietici era aumentato ad oltre 60.000, tra cui i potenti T-34/85, la cui costruzione continuò oltre la fine delle ostilità in Europa, sino a raggiungere i 48.950 esemplari.
Nei decenni successivi, la corsa agli armamenti imposta dalla Guerra Fredda, ispirò l’Unione Sovietica alla ricerca, sviluppo e produzione di nuovi carri armati con caratteristiche via via migliorate.
Anche se tali mezzi erano spesso considerati “rozzi e poco sofisticati”, la forza corazzata dell’Armata Rossa ha sempre superato l’Occidente in termini di produzione di massa, semplicità, economicità d’impiego, potenza di fuoco; l’Occidente ha risposto puntando tutto sulla qualità e maggiore capacità di resistenza dei propri carri non potendo e volendo intraprendere la via sovietica sopra indicata.
Questo sviluppo militare-industriale ha lasciato all’odierna Federazione Russa una significativa eredità in termini di capacità tecnico-industriali in continua evoluzione ed al passo con i tempi; l’unico neo riscontrabile è che, fortunatamente, la precaria situazione economica in cui si dibatte non permette a Mosca la produzione su larga scala di nuovi modelli né di tornare ad armare centinaia di reggimenti, brigate, divisioni e decine di Corpi Corazzati, il vero ariete dell’Armata Rossa dal 1945 al 1990.
Recentemente, i T-34/85 sono tornati agli onori della cronaca, sia per le sporadiche “imprese belliche” che li hanno visti protagonisti in Siria e nell’altrettanto martoriato Yemen, sia poiché la Russia ha acquistato in Cambogia la linea carri ivi esistente, in ottime condizioni, almeno in apparenza, “barattandola” con carri T-72 di nuova produzione, al fine di impiegarli come mezzi celebrativi della Grande Guerra Patriottica in tutto l’immenso Paese.
Infatti, il T-34/85 nell’immaginario collettivo russo ha enorme importanza, essendo considerato come una delle leve essenziali della resistenza all’aggressione tedesca ed, al contempo, rappresentando un fattore determinante della Vittoria.
Joseph Stalin 3
Questo carro pesante arrivò troppo tardi per partecipare alle battaglie decisive nel teatro europeo, riuscendo solo a prendere parte agli ultimi combattimenti in Estremo Oriente contro il Giappone, notoriamente dotato di modeste (quantitativamente e qualitativamente) forze corazzate; la sua produzione si protrasse però durante i primi anni della Guerra Fredda per un totale di 2311 esemplari costruiti.
Lo Stalin 3 rappresentò una novità nel design del carro armato sovietico, poiché era dotato di una torretta di forma circolare (da quel momento in poi, tratto distintivo di tutta la produzione sovietica), con un basso profilo, pur adottando come armamento principale un cannone da 122 mm D-25T con proietto a carica separata, mentre l’armamento secondario consisteva in una mitragliatrice DT (Degtyaryova Tankovy) da 7,62 mm abbinata ed una mitragliera c/a da 12,7 mm.
Si trattava di un mezzo in anticipo sui tempi, dotato di corazzatura pressoché impenetrabile ai cannoni anticarro occidentali coevi, ma con un motore diesel V-2-IS (V-12) da 600 hp rivelatosi del tutto insufficiente in relazione al peso in ordine di combattimento di 46,5 t.
Lo JS-3 si doveva contrapporre ai carri medi M-46 (versione aggiornata postbellica del M-26) ed ai pesanti M-103 statunitensi (peraltro, mezzi piuttosto deficitari nel complesso) nonché ai carri medi Centurion (la cui produzione iniziò alla fine del Secondo Conflitto Mondiale) e pesanti Conqueror britannici, veri e propri fortini corazzati viaggianti (a bassa velocità) su cingoli.
Esemplari abbandonati di JS-3 si possono tutt’ora ammirare in diversi esemplari e in diverse condizioni nelle Isole Kurili, dove furono dislocati in funzione anti sbarco, trattandosi di isole la cui sovranità era ed è tuttora al centro di una ultra decennale disputa tra Mosca e Tokyo.
T-44
Il T-44 fu sviluppato in piena Seconda Guerra Mondiale ed entrò in servizio nel 1944, riuscendo a trovare breve impiego negli scontri conclusivi in Germania. Poco noto rispetto ai suoi ben più celebri contemporanei connazionali, fu un carro di transizione, segnando il passaggio dal T-34 al successivo T-54/55.
Utilizzava componenti largamente derivate dal T-34, ma aveva una grande innovazione rappresentata dal motore trasversale che permetteva di ridurre la lunghezza dello scafo, razionalizzandone al contempo la struttura.
La torretta montava come armamento principale, sui primi esemplari, un cannone ZiS-S-53 da 85 mm, mentre i modelli successivi ricevettero il più potente cannone da 100 mm.
L’armamento secondario consisteva in una mitragliatrice DT da 7,62 mm coassiale ed una paricalibro nella parte anteriore dello scafo mentre la corazzatura frontale aveva uno spessore di 90mm a 35°.
La difficoltà ad operare con il cannone da 100 mm e la consapevolezza che, nell’insieme, il mezzo non aveva rappresentato un progresso decisivo rispetto al T-34, spinsero i tecnici sovietici a predisporre un nuovo progetto, il T-54.
Alcuni T-44 risultavano tuttavia ancora in servizio negli anni ottanta, come mezzi da addestramento.
Sul campo, il mezzo conobbe l’apprezzamento da parte degli equipaggi chiamati ad impiegarlo, perché era compatto, veloce e molto mobile, oltre ad avere una configurazione di armamento superiore rispetto all’onnipresente T-34/85.
Godeva di miglior fama anche perché considerato maggiormente protetto rispetto al suo predecessore, grazie alla migliore protezione frontale e all’adozione di una torretta più bassa e dal “collo” meno vulnerabile, in quanto maggiormente incassato nello scafo.
Questi carri di transizione avevano come controparti occidentali, oltre ai carri di produzione bellica ancora in servizio, gli M-47, versione aggiornata del M-46, ed i Centurion armati con un cannone da 84 mm (derivato da quello tedesco da 88 mm impiegato su larga scala pochi anni prima).
T-10
Mentre la Guerra Fredda si diffondeva ed incuteva terrore nei paesi occidentali, le fabbriche di carri armati dell’Unione Sovietica procedevano con vari progetti sperimentali, tra cui il T-10, primo “carro pesante” pensato per i preventivati scontri contro le omologhe forze corazzate della NATO in Germania.
I primi prototipi furono sottoposti al ciclo di prove tra il 1950 e il 1952 con la produzione di serie iniziata attorno il 1956.
Pesante 52 t, con un motore diesel IV-2IS da 700 hp, l’armamento principale era costituito da un cannone da 122 mm D-25DA con. l’armamento secondario costituito da due mitragliatrici pesanti 14.5 mm KPVT.
Il T-10 combinava le lezioni apprese dai Sovietici sui campi di battaglia contro i carri tedeschi e le nuove esigenze, imposte dalla sostituzione in campo occidentale dei carri armati prodotti negli anni quaranta con nuovi mezzi molto più performanti.
Il punto di forza del T-10 era il design che ottimizzava la protezione della corazzatura. Contenitori, fari, mitragliatrice c/a KPVT da 14,5 mm ed un proiettore IR per la visione notturna erano gli elementi caratteristici che indicavano la sua modernità.
La sua variante finale, T-10M, era dotata di un sistema di protezione NBC che lo rendeva idoneo ad operare su terreno contaminato da agenti chimici, biologici e nucleari il cui impiego era previsto da entrambi i blocchi come risposta crescente in caso di apertura delle ostilità.
La produzione di tale modello terminò nel 1966, fu ritirato dal servizio di prima linea nel 1967 e completamente rimosso dalla riserva nel 1996, con quantità sconosciute di unità costruite.
Il T-10 fu soppiantato da una tipologia completamente nuova di veicoli, i cosiddetti “carri armati principali (1), che comportarono il superamento della tradizionale ripartizione dei carri in medi e pesanti
T-54/55
Il T-54/55 è stato il primo carro armato “medio” (in termini di pesi e di caratteristiche generali) realizzato dall’Unione Sovietica dopo il T-44.
Da quanto emerge dalle fonti, il T-54 (Ob’yekt137) si rivelò essere particolarmente scomodo per i quattro uomini d’equipaggio, con problemi al cannone D10T da 100/55mm a canna rigata privo di estrattore dei fumi e si dimostrò vulnerabile a tutti i nuovi tipi di armi anticarro, comprese le mine terrestri, messi in campo dagli eserciti della NATO.
Ciononostante, l’Unione Sovietica non abbandonò il T-54 ma anzi continuò a migliorarlo e nel 1958 ne presentò una versione aggiornata il T-55 i cui miglioramenti, pur difficili da notare esternamente, lo rendevano significativamente più efficiente.
La sua produzione iniziò in quello stesso anno e fu prodotto su licenza in Cina, Cecoslovacchia e Polonia. Si stima che circa 70000 carri armati T-54 e T-55 siano stati prodotti in Unione Sovietica, Cecoslovacchia, Polonia, cui si sommano gli esemplari sfornati dalle fabbriche cinesi.
All’epoca della sua introduzione in servizio il T-55, unitamente al T-10, era l’unico carro armato al mondo, in grado di combattere dopo una esplosione nucleare grazie all’installazione di un sistema di difesa NBC (PAZ – Protivoatomnaya Zashchita); inoltre, fu il primo carro armato ad essere dotato di un sistema antincendio automatico.
Il T-55 ha un equipaggio di quattro persone, uno scafo in d’acciaio saldato ed una torretta ottenuta per fusione. La parte anteriore dello scafo ha un’inclinazione di 60° per aumentare la protezione.
La torretta è armata con un cannone da D10T da 100/55mm a canna rigata Rispetto al T-54, ha inoltre una riserva di munizioni più capiente, contenente 43 colpi contro i 34 del predecessore.
L’armamento secondario è costituito da due mitragliatrici da 7,62 PKT, una coassiale al cannone, l’altra sullo scudo frontale che fu rimossa in seguito. Nei carri di produzione iniziale è stata rimossa la mitragliatrice DSKM da 12,7 mm ad uso contraereo in quanto ritenuta non più efficace contro i velivoli a reazione; tale arma è stata reintrodotta nel corso degli anni ’70 per contrastare elicotteri d’attacco e bersagli terrestri di vario genere.
Il T-54 è spinto da un motore diesel V-55 da 39 litri, che sviluppa 520 CV di potenza e ha sostituito il motore diesel V-45 (meno potente e inaffidabile) di cui era dotato il T-54. La velocità massima su strada è di circa 50 km/h con una autonomia, compresi i serbatoi esterni, di 530 km. Il T-55 può essere equipaggiato con un kit di guado profondo per ostacoli d’acqua fino a 5 m di profondità.
Il carro è stato costantemente aggiornato; diversi Paesi offrono una serie di programmi di ammodernamento ma nonostante ciò, anche aggiornati i T-55 non sono certamente più all’altezza dei moderni MBT.
Uno degli impegni bellici più interessanti si ebbe in Africa meridionale, tra Angola e Namibia dove furono portati in battaglia da equipaggi sovietici, cubani ed angolani contro i carri Oliphant, la versione allestita in Sudafrica, dei Centurion, armata con il cannone L7 da 105/51 mm. In quelle occasioni, al prezzo di modiche perdite subite, i carristi sudafricani, pur essendo in netta inferiorità numerica, riportarono un gran numero di vittorie sui T-54/T-55 del blocco afro-sovietico.
Il T-55, nelle sue varianti è stato adottato da 68 Paesi e si annoverano almeno 11 varianti ed una intera famiglia di veicoli dedicati (contraerei, del genio, recupero, etc.) Il T-55, nelle sue varie versioni è stato adottato da 68 Paesi.
L’Esercito russo ha ritirato dal servizio gli ultimi esemplari solamente nel 2016, anche se erano ormai completamente obsoleti, mentre nonostante la sua età questo carro trova ancora impiego presso cinquanta Eserciti in tutto il Mondo, che lo hanno finora utilizzato in oltre 20 guerre.
T-62
Con la produzione in grande serie del T-55 entrata a pieno ritmo, l’Unione Sovietica decise di sviluppare da tale modello un nuovo carro, il T-62 che, all’epoca della comparsa negli anni ’60, pose numerosi problemi alla NATO. Il primo prototipo del T-62 fu completato nel 1959, testato e sperimentato nei due anni successivi e nel 1961 fu ufficialmente accettato per servire con l’esercito sovietico.
La sua produzione iniziò nel 1961 e cessò nel 1973 con circa 20.000 allestiti nell’Unione Sovietica cui si aggiunsero quelli costruiti su licenza in Cecoslovacchia tra il 1975 ed il 1978 con più di 1500 esemplari destinati all’esportazione e quelli prodotti in Corea del Nord.
Il T-62 è stato ampiamente utilizzato anche in eventi bellici ed è tutt’ora impiegato in circa 20 Paesi oltre ad essere mantenuto in riserva in Russia. I più grandi operatori di questo modello di carro armato sono, al di fuori della Russia, Cuba, Egitto, Uzbekistan, Vietnam e Yemen.
Il T-62 ha un equipaggio di quattro persone e nelle linee non si discosta del precedente T-55 da cui è stato derivato, presentando lo stesso layout ma ha migliore potenza di fuoco ed il livello di protezione con uno scafo in acciaio completamente saldato e una torretta derivata da procedimento di fusione.
La piastra della corazzatura anteriore ha uno spessore di 100 mm ed un angolo di inclinazione elevato che la rende equivalente a 200 mm di corazzatura omogenea mentre i lati dello scafo hanno uno spessore di 45-80 mm. La torretta è leggermente più grande rispetto quella del T-55 con corazzatura il cui spessore varia da 105 a 114 mm.
Il T-62, per almeno un decennio, fu considerato una minaccia temibile per i carri armati occidentali contemporanei, tale situazione durò sino la guerra dello Yom Kippur che ne mise in luce i difetti.
In campo occidentale il contraltare di questo carro era costituito dallo statunitense M-60, epilogo della concezione iniziata con lo M-26 del tempo di guerra, dal Chieftain britannico nato per sostituire i sorpassati Centurion ed i troppo pesanti nonché scadenti Conqueror,( in termini di autonomia e prestazioni in generale), dal Leopard 1 che segnò la rinascita tedesca nel settore progettuale e produttivo e dal francese AMX-30, nato dall’abortito progetto binazionale con la Germania per un nuovo carro medio.
La torretta del T-62 è armata con un cannone U5TS da 115 mm ad anima liscia (2), con un meccanismo di espulsione del cartoccio esaurito, capace di sparare proiettili APFSDS (3), HEAT e HE-FRAG nonché il missile 9M117 Bastion (codice NATO AT-10 Sniper) con 550mm di penetrazione, 4 km di raggio, limitata efficacia anche nel ruolo anti-elicottero.
La gittata massima del cannone è pari a circa 4 km di giorno che si riducono ad 800 m di notte. La sua celerità di tiro è di soli 4 colpi al minuto, trattandosi di pezzo a caricamento manuale ed ha una dotazione totale di 40 colpi da 115 mm.
Come armamento secondario è dotato di una mitragliatrice coassiale PKT da 7,62 mm ed una mitragliatrice DSKM da 12,7 mm utilizzata contro bersagli terrestri ed aerei.
Il carro è spinto da un motore diesel V-55V, che sviluppa 580 CV, stesso propulsore del T-55, anche se alcuni T-62 sono stati equipaggiati con motori V-55U (620 hp) e V-46-5M (690 hp) migliorati. Rispetto al predecessore, le sospensioni sono state riviste per migliorarne le prestazioni.
Il T-62 con i serbatoi ausiliari ha un’autonomia di 650 km e, oltre ad essere dotato di sistema di protezione NBC, antincendio automatico e generatore di fumo, può essere equipaggiato con un kit di guado profondo per poter superare ostacoli d’acqua fino a 5 m di profondità.
Del mezzo sono state prodotte sette varianti ed è stato largamente impiegato dall’Armata Rossa durante la campagna in Afghanistan. Ha avuto impiego massiccio anche durante la Guerra dello Yom Kippur, impiegato dagli Egiziani ed in misura minore dai Siriani subendo forti perdite in termini di mezzi e di equipaggi.
T-64
Lo sviluppo del T-64 (Ob’yekt 432) iniziò nel 1954 ed i primi carri armati di produzione furono consegnati all’Esercito Sovietico nel 1963 anche se il mezzo fu ufficialmente adottato solo nel 1967. Nelle varie versioni è stato costruito in oltre 9700 esemplari.
Per l’epoca dell’introduzione in servizio, fu un carro decisamente avanzato, ma che presentò anche un numero di inconvenienti significativi.
Non è mai stato esportato al di fuori dell’Unione Sovietica ed è attualmente in servizio con l’Ucraina (~ 1500) e l’Uzbekistan (100) parti integranti dell’URSS prima della sua disgregazione. La Russia aveva in deposito un paio di migliaia di carri armati T-64, tuttavia alcune fonti riferiscono che nel 2013 la maggior parte di essi è stata demolita.
Fonti non confermate riportano anche che nei primi anni 2000, circa 10 di questi carri armati sarebbero stati forniti dall’Uzbekistan all’Angola mentre la prima vendita “ufficiale” del veicolo all’estero è avvenuta solo nel 2013, anno in cui l’Ucraina ha venduto 50 carri armati al Congo.
Nel 2014 i carri armati T-64 dell’esercito ucraino hanno preso parte ai combattimenti nella zona del Donbass scontrandosi con i T-64 forniti dai Russi ai separatisti.
Il T-64 ha una corazzatura migliore rispetto ai predecessori, essendo stato il primo carro armato di epoca sovietica ad utilizzare una protezione in ceramica composita.
La torretta completamente stabilizzata era armata, inizialmente con la stessa bocca da fuoco del T-62, in seguito sostituita con il cannone 2A46M da 125 mm ad anima liscia dotata di un autoloader idraulico (4).
Il caricatore automatico, che contiene 36 colpi, ha permesso di ridurre l’equipaggio a 3 uomini e conseguentemente di rimpicciolire la torretta Il carro, così modificato, divenne più leggero (30,5 tonnellate contro 35) e più basso di circa 7,5 cm rispetto al precedente prototipo dotato di cannone 2A46M da 115 mm.
Il T-64 spara proiettili HE, FRAG e APFSDS con una celerità di tiro fino a 10 colpi al minuto e può lanciare gli ATGM Kobra (4 di questi missili sono stivabili a bordo).
Come armamento secondario, la versione iniziale del T-64 era dotata di una singola mitragliatrice coassiale PKT da 7,62 mm, in seguito venne reintrodotta una mitragliatrice NSVT da 12,7 mm sul cielo della torretta per contrastare gli elicotteri d’attacco e bersagli terrestri.
La versione iniziale era spinta da un motore diesel 4TPD da 700 hp (5). Nei modelli successivi il 4TPD è stato sostituito con i motori 5TD e 5TDF aggiornati più compatti e di maggiore potenza che gli consentono di raggiungere i 60 km/h, ma che sono soggetti a numerose frequenti avarie .
Il vano motore del T-64 ha dimensioni quasi due volte più piccole rispetto a quello analogo del T-55 e può funzionare con vari carburanti, tra cui diesel, benzina o cherosene ed è possibile installare serbatoi di carburante aggiuntivi per estendere l’autonomia a circa 700 km.
Il carro, come i suoi predecessori, è dotato di sistema protezione NBC, sistemi antincendio automatici e di un kit per il guado profondo che gli consente di superare ostacoli d’acqua fino a 5 m di profondità.
La risposta occidentale al T-64 è stata la versione lanciamissili del M-60, la A2 che nelle intenzioni degli statunitensi, doveva servire come vero e proprio cacciacarri dei T-64 impiegando dal pezzo corto da 152 mm il missile Shillelagh guidato a mezzo segnale data- link con sensore ad infrarossi ma l’accoppiata si rivelò un fallimento e gli M-60A2 furono ritirati dal servizio in brevissimo tempo.
Al momento della sua introduzione il T-64 era una macchina molto avanzata, ma costosa da costruire e difficile da mantenere. Nelle file dell’esercito russo è stato impiegato in Cecenia, la repubblica caucasica separatista, per essere poi fornito, come visto ai separatisti nella guerra dell’Ucraina orientale nel 2014.
T-72
Il T-72 (Ob’yekt 172M) è un’altra icona duratura della Guerra Fredda, sviluppato come alternativa meno costosa e più affidabile, anche se probabilmente meno efficace, al T-64.
Il T-72 può essere considerato il modello di riferimento dei carri armati sovietici fino agli anni ’90, sul quale i progettisti hanno testato ogni genere di componente, già in uso o progettata ex novo, migliorandoli progressivamente per rispondere alle nuove esigenze.
Il T-72 è entrato in servizio con l’Esercito Sovietico nel 1973 ed un totale di 30.000 carri armati di questo tipo è stato prodotto in Unione Sovietica, Cina, Cecoslovacchia, India, Romania e Jugoslavia, con esportazioni in circa 30 paesi. Alla fine degli anni ’90 la Russia aveva in linea circa 9000 di carri armati di questo tipo.
Il carro ha un equipaggio di tre persone ed è protetto da una corazzatura composita – alcune fonti sostengono che anteriormente essa sia equivalente a 500-600 mm di armatura omogenea laminata (RHA) -, mentre i modelli di produzione successivi sono stati dotati di minigonne laterali.
L’impiego bellico in Libano di questi carri in mano siriana contro le forze corazzate israeliane (costituite dai Merkava I, M60 e Centurion aggiornati) e durante la successiva Guerra del Golfo (dove i T-72 della Guardia Repubblicana Irachena, corpo d’elite delle Forze Armate del Rais Saddam Hussein, si scontrarono con gli M1 Abrams statunitensi ed i Challenger britannici) mise in luce tutti i difetti e le debolezze costruttive di questo mezzo, di cui i carri e i sistemi anticarro occidentali fecero letteralmente strage.
L’armamento principale è costituito da un cannone 2A46M da 125 mm ad anima liscia servito da un nuovo caricatore automatico a giostra con 39 colpi disponibili, più affidabile ma più lento di quello utilizzato sul T-64, disposto lungo l’anello di torretta che rappresenta il vero Tallone d’Achille del mezzo, perché in caso di perforazione le possibilità che si producano esplosioni devastanti con la perdita del carro e dell’equipaggio sono altissime, come dimostrato dalle esperienze belliche citate.
La celerità di tiro è pari ad 8 colpi al minuto, ma se necessario il cannone può essere caricato manualmente ad una velocità di 1-2 colpi al minuto. Il tiro utile con APFSDS è di circa 2000-3000 metri di giorno e 850-1300 metri di notte e il proietto è capace di penetrare circa 590-630 mm di corazzatura omogenea laminata a 2 000 m (6).
L’armamento secondario consta in una mitragliatrice coassiale PKT da 7,62 mm ed una mitragliatrice NVST da 12,7 mm utilizzata contro bersagli terrestri ed aerei.
Il T-72 è alimentato da un motore diesel V-46, che sviluppa 780 hp, che gli consente una velocità massima di 60 km/h ed una autonomia di 500 km; il mezzo è dotato di sistemi di protezione NBC e antincendio automatico, di lama anteriore per l’apprestamento di postazioni e del solito kit di guado profondo che gli consente di superare ostacoli d’acqua fino a 5 metri di profondità.
In campo occidentale, per rispondere a questo nuovo carro furono ammodernati quasi tutti i modelli in inventario:
- gli M-60, generando la versione A3 con nuovo sistema di condotta di tiro e stabilizzazione dell’armamento nonché possibilità di montare corazze reattive,
- i Leopard1A1 e A2, portando alla versione A5 con un sistema di condotta di tiro più moderno, con stabilizzazione del cannone per consentire l’ingaggio dei bersagli in movimento e con aggiunta di corazza laterale e minigonne a protezione dei cingoli,
- l’AMX-30 francese, producendo l’AMX-32 che era una rinfrescata tecnologica del predecessore con nuovo sistema di osservazione ad infrarossi e corazze aggiuntive.
Gli inglesi dal canto loro, invece che ammodernare i mezzi esistenti, preferirono immettere in linea un nuovo mezzi, il Challenger (peraltro, carro in origine destinato all’Iran ma mai consegnato a seguito della Rivoluzione Islamica che depose Reza Palhevi).
L’Armata Rossa sovietica ha introdotto in servizio almeno 17 varianti del T-72, tra cui la più recente è la T-72B3M, il BREM-1 (armored recovery vehicle), l’MTU-72 armored bridgelayer (AVLB), l’IMR-2 (Combat Engineering Vehicle), il BMPT “Terminator” (Tank Support Fighting Vehicle), il BMO-T (specialized heavy armored personnel carrier) e il 2S19 Msta-S 152 mm (Self-propelled howitzer) (7).
T-80
Il T-80 (Ob’yekt 219) è uno sviluppo diretto del T-64, più performante del T-72 in quanto dotato di un motore a turbina a gas e della capacità di sparare missili guidati anticarro (T-80B e versioni successive).
Fu adottato dall’esercito sovietico nel 1976, ma la versione originale non fu costruita in gran numero: con l’introduzione del T-80, l’Unione Sovietica gestiva infatti 3 diverse linee corazzate di punta, T-64, T-72 e T-80 (oltre a migliaia di più risalenti T-54/55 e T-62). Tutti questi carri avevano un design simile e capacità sostanzialmente paragonabili, sebbene il T-80 fosse il più capace.
Attualmente, la Russia gestisce un totale di circa 4500 carri armati T-80 di tutte le varianti ma a causa della costosa manutenzione, la maggior parte di questi è posta in riserva e alcune fonti ufficiali hanno riferito che tutti gli MBT della serie T-80 dovevano essere rimossi dal servizio attivo entro il 2015.
Tuttavia, recentemente, il Ministero della Difesa russo ha firmato un contratto per l’ammodernamento e l’aggiornamento di questi carri per mantenerli in servizio operativo affiancando i T-90 MBT e le versioni revisionate od aggiornate del T-72, finora preferite al T-80 perché, con i loro motori diesel convenzionali, sono meno costosi da gestire e da mantenere. Altri operatori del T-80 e delle sue varianti sono Bielorussia (92), Cina (200), Cipro (41), Kazakistan, Corea del Sud (80) e Ucraina (271).
Il T-80 ha un equipaggio di tre persone e una corazzatura composita sull’arco frontale. L’armamento principale è costituito da un cannone 2A46M-2 da 125 mm ad anima liscia completamente stabilizzato, servito da un caricatore automatico (anche in questo casi disposto lungo l’anello di torretta come il precedente T-72).
L’armamento secondario è costituito da una mitragliatrice coassiale PKT da 7,62 mm ed una mitragliatrice NVST da 12,7 mm utilizzata contro bersagli terrestri ed aerei.
E’ equipaggiato con il motore a turbina a gas GTD-1000T, che sviluppa 1000 hp (8) e gli consente una velocità massima di 70 km/h ma soli 350 km di autonomia. I vantaggi di questo motore sono le sue dimensioni compatte, l’elevata potenza e la capacità di avviarsi anche quando la temperatura raggiunge i -40° C.
Di conseguenza, il T-80 è molto più veloce e scattante del T-72 e del T-64. Tuttavia il suo apparato propulsivo presenta una serie di inconvenienti, il più notevole dei quali è un elevato consumo di carburante; può infatti consumare fino a 750 litri di carburante per 100 km.
Altri svantaggi sono, come visto, la manutenzione complessa ed il prezzo elevato. Il T-80 è inoltre dotato di unità di alimentazione ausiliaria, che supporta tutti i sistemi allorquando il motore principale è spento. Le sospensioni del T-80 sono state migliorate rispetto a quelle del T-64.
Avversari naturali del T-80 sono il carro statunitense M-1 Abrams, dal quale ha ripreso il sistema di propulsione incentrata sulla turbina a gas, il Challenger 2 britannico dotato di nuova torretta, il francese Leclerc, il Leopard 2, e l’Ariete di fabbricazione italiana.
Del T-80 si annoverano ben 12 varianti, tra cui la più recente il T-80BVM (in foto), e il mezzo è stato impiegato in combattimento durante la Prima guerra cecena (1994-1996), in cui un numero imprecisato fu distrutto durante le battaglie nelle strade di Grozny.
T-90
Il T-90, originariamente chiamato T-72BU (Ob’yekt 188), è un MBT di terza generazione adottato dall’esercito russo nel 1993, la cui produzione a basso regime è iniziata nel 1994; è attualmente in servizio in circa 1000 esemplari in tutte le varianti che costituiscono la linea operativa più moderna.
E’ ormai l’unico carro russo in produzione di serie se si esclude il T-14 (Ob’yekt 148) Armata, peraltro ad oggi prodotto solo in esemplari di preserie.
Il T-90 è stato venduto ad Algeria (305), Azerbaigian (114), Iraq (73), Siria (65), Turkmenistan (40), Vietnam(64) e all’India, che ha ottenuto la licenza di produzione per ben 620 esemplari. Il Venezuela avrebbe posto un ordine anni fa per 40-100 carri di questo tipo ma non risulta che siano stati consegnati.
L’armamento principale del T-90 è costituito dal cannone 2A46M-2 da 125 mm ad anima liscia completamente stabilizzato, che viene anche utilizzato per lanciare i missili guidati anticarro 9M119M Refleks (NATO designazione AT-11 Sniper-B), con una portata di 4-5 km e che possono anche ingaggiare elicotteri a bassa quota.
Il cannone è servito da un caricatore automatico a giostra in cui sono presenti 22 proietti pronti all’uso, mentre i rimanenti 21 sono stivati nello scafo (invece che in un compartimento anti esplosione come avviene nella maggior parte dei mezzi occidentali).
Il tiro utile diurno con munizionamento APFSDS è di 2000-3000 metri, quello notturno è di 2000-2600 m con una grado di penetrazione stimata di circa 590-630 mm su corazza omogenea da una distanza di 2000 m.
L’armamento secondario consiste in una mitragliatrice coassiale PKT da 7,62 mm ed una mitragliatrice Kord da 12,7 mm utilizzata contro bersagli sia terrestri sia aerei.
Il T-90, ha equipaggio di tre uomini, utilizza lo scafo ben collaudato del T-72 e la torretta con tutti i sistemi d’arma del T-80U. Il sistema di condotta del tiro è stato aggiornato con elettroniche e sistemi di ultima generazione.
Per la navigazione il carro si avvale di un sistema satellitare GLONASS misto a GPS. Insieme alle nuove elettroniche figura anche un sistema digitale per la “situational awareness” capace di collegare i carri fra loro e con la fanteria posta nelle vicinanze, per condividere informazioni sui bersagli, dirigere il fuoco ed evitare incidenti di fuoco amico.
Il mezzo è costruito in corazzatura composita saldata con blocchi di armatura reattiva esplosivi Kontakt-5 incorporati, e la sua protezione è potenziata dal sistema di contromisure Shtora-1, che riduce significativamente la possibilità di essere colpito da ATGM con guida semi-automatica e dal sistema APS Arena-3, nascosto ed integrato nella struttura della torretta.
Peraltro, questi accorgimenti tecnici non hanno impedito ai guerriglieri dell’IS in Iraq e a quelli antigovernativi in Siria di far saltare in aria, con missili sia di fabbricazione occidentale sia orientale, carri T-90 in dotazione rispettivamente all’Esercito Iracheno ed a quello Siriano.
Inizialmente, i T-90 erano alimentati da un motore diesel multi-fuel V-84MS da 840 hp, ma subito dopo l’introduzione in servizio la produzione si è attestata sul motore V-92 da 1000 hp, che gli consente una velocità di 60 km/h ed una autonomia di 550 km.
Completano le dotazioni il sistema di protezione NBC, il sistema antincendio automatico, un’unità di alimentazione ausiliaria per alimentare i sistemi a carro spento, un kit di guado profondo, che può essere installato dall’equipaggio del carro armato in circa 20 minuti, e una lama per l’apprestamento di postazioni. Il T-90 ha preso parte ai recenti conflitti in Ucraina, Iraq e in Siria.
Di questi giorni è la notizia di un contratto per l’upgrade alla versione T-90M 2017 o Proryv-3 con un nuovo design della torretta interamente saldata e protetto dall’armatura Relikt ERA, con migliorie in termini di protezione generale, mobilità, controllo del tiro e potenza di fuoco grazie all’esperienza di combattimento delle forze armate russe acquisite durante l’operazione antiterrorismo Siria.
In campo occidentale, per mantenere il margine di superiorità qualitativa anche su questo veicolo, si registrano gli ammodernamenti pesanti del M-1A2 SEPv3 e quello del Leopard 2 che, nelle versioni A6 ed A7, oltre a rinnovare le suites elettro-ottiche (con l’aggiunta di telecamere per fornire visibilità al pilota sui 360° di giorno come di notte), sostituiscono il cannone da 120/44 mm con un ben più micidiale 120/55 mm, consentendo di tirare munizionamento perforante di ultima generazione ad altissima velocità iniziale ed hanno inoltre diversi livelli di protezione aggiuntiva rispetto ai precedenti modelli A4 ed A5, nonché nuovi sistemi di comando e controllo.
Più indietro è, invece, la questione relativa l’ammodernamento della linea Challenger 2 del British Army, dotato, dopo la Guerra del Golfo, di una nuova torretta più ergonomica (al posto di quella del Challenger1 che era di stretta derivazione Chieftain) con nuove camere termiche, e quella del carro francese Leclerc, che sta subendo un pacchetto di lavori volti più ad eliminare le obsolescenze che a dotarlo di nuove capacità sia nella raccolta dei dati sia nel settore combattimento.
Tutti i principali carri occidentali sono comunque destinati a diventare, nelle intenzioni delle Forze Armate che li impiegano, veri e propri centri nodali per la ricezione e la trasmissione in modalità protetta dei dati acquisiti dal personale a terra, dai veicoli e dai velivoli in aria, acquisendo vere e proprie capacità C4I nelle versioni dei carri comando di battaglione/compagnia.
T-14 Armata
L’esistenza del T-14 Armata (Ob’yekt 148) è stata rivelata durante la parata del 9 maggio 2015 nella Piazza Rossa a Mosca.
L’Armata è un carro di nuova generazione, dal design pulito e con una serie di funzionalità molto avanzate, progettato dalla Ural Design Bureau of Transport Machine-Building e prodotto dalla Uralvagonzavod; il veicolo presenta tre innovazioni fondamentali che lo distinguono dai suoi predecessori e dalle controparti occidentali: una corazzatura più pesante, la torretta inabitata (“unmanned”) e la capacità di sopravvivenza dell’equipaggio di 3 uomini.
Il T-14 ha una corazzatura di nuova concezione, realizzata in un nuova lega di acciaio (chiamata 44C-SV-W della Steel Scientific Research Institute), ceramica e materiali compositi a cui si aggiunge una corazzatura reattiva esplosiva Malakhit (9) ed un sistema di protezione automatico, anch’esso di nuova generazione, Afganit (10), che a detta dell’ Instrument Design Bureau (KBP), sarebbe in grado di intercettare proiettili APFDS (anche all’uranio impoverito) ed ATGW a guida semiautomatica.
Il carro è “rivestito” da vernici e pannelli di materiale radar assorbente “Ternovik radar absorbing material” (RAM), che, a detta del costruttore, dovrebbe limitare il rilevamento da parte dei radar di ricerca terrestre, la segnatura termica ed il rilevamento infrarosso.
Tutti i membri dell’equipaggio sono seduti in una cellula blindata ben protetta da più di 900 mm di corazzatura RHA (Rolled homogeneous armour) equivalente. Completano la protezione dei pannelli laterali, delle minigonne e la “cage armour” nella parte posteriore.
La torretta, completamente girostabilizzata, è armata con un cannone 2A82 (o2A82-1M) da 125 mm ad anima liscia, che ha un tiro utile incrementato del 15-20% ed una precisione maggiore del 70% del vecchio 2A46M del T-90. Il cannone è alimentato da un autoloader in grado di caricare indifferentemente missili 9M119M1 Invar-M (11), ATGM 3UBK21 Sprinter (12) o proietti APFSDS, HEAT-FS e HE-Frag. L’autoloader ha una capacità di 32 proietti pronti per l’uso su 40 disponibili.
L’armamento secondario è composto da una mitragliatrice coassiale PKTM da 7,62 mm ed una stazione di armi controllata a distanza (RWS) con una mitragliatrice Kord da 12,7 mm.
Il T-14 è equipaggiato con radar array a scansione elettronica attiva da 26,5 a 40 GHz, impiegato principalmente dall’APS, che gli consente di tracciare simultaneamente fino a 40 bersagli aerei o 25 bersagli. Il sistema di tracciamento fornisce una soluzione automatica di fuoco per la distruzione del bersaglio, che può essere trasferita sul computer dell’APS o sul computer di controllo del cannone.
Il carro è inoltre in grado di designare bersagli per artiglieria, aerei ed elicotteri (battlefield management) ed utilizza canali di comunicazione altamente protetti. Il comandante e l’artigliere hanno sistemi di visione multispectral image, con spettro elettromagnetico visibile, canali termografici e telemetri laser.
La suite di osservazione del comandante è installata sulla sommità della torretta e ha un campo visivo a 360°, mentre quella del cannoniere è asservita all’arma principale. La distanza di rilevamento per entrambi è di 7.500 m alla luce del giorno, attraverso il canale TV/iposcopio, e ≈3.500 m di notte attraverso il canale termico; è previsto anche un sistema di visione notturna di riserva.
Oltre ai tradizionali iposcopi, il pilota è dotato di una telecamera a infrarossi e di una serie di telecamere a circuito chiuso con zoom che consente una copertura a 360° (situational awareness).
Il T-14 ha un sistema di propulsione basato su un motore di nuova generazione molto più compatto rispetto ai precedenti, un diesel turbocompresso ChTZ 12N360 (A-85-3A) che sviluppa 1500 hp (13) controllato elettronicamente, che si trova nella parte posteriore insieme alla trasmissione automatica con 12 marce reversibili.
L’intero powerpack può essere facilmente rimosso e sostituito con l’utilizzo di attrezzature campali. Si stima che il carro possa avere una velocità max di 80-90 km/h ed una autonomia di circa 500 km. Inoltre, sembra che sia dotato di un parziale sistema di sospensioni idrauliche sul 1°, 2° ed ultimo rullo, che potrebbe essere stato progettato per migliorare la capacità di manovra e di sterzatura del carro e le possibilità di ingaggio.
Completano le dotazioni un sistema satellitare GLONASS (l’equivalente russo del GPS) misto a GPS, protezione NBC, antincendio automatico, un’unità di alimentazione ausiliaria per alimentare i sistemi a carro spento ed una lama per l’apprestamento di postazioni.
Nella progettazione del veicolo si è pensato molto alla mobilità strategica del carro armato: la sua massa (relativamente) modesta di 48 tonnellate consente infatti di trasportarlo facilmente su rotaia o rimorchio; due T-14 con i rispettivi equipaggi e tutti gli equipaggiamenti possono essere facilmente caricati sul pesante aereo da trasporto An-124, , mentre il più numeroso airlifter strategico russo, il Il-76, è comunque in grado di trasportare un T-14.
Fin dalle prime fasi il T-14 Armata è stato progettato per essere una piattaforma versatile per tutta una nuova serie di veicoli corazzati, come il T-15 IFV pesante, il T-16 ARV e altri mezzi specialistici di supporto, ma forse gli elevati costi, e le problematiche tecniche emersi negli esemplari di preserie sottoposti ad intense prove, limiteranno la produzione a poche centinaia di esemplari, dando la precedenza ai T-90 in versioni sempre aggiornate.
Secondo indiscrezioni il T-14 MBT sarà un carro di élite per poche unità della Guardia Rossa quale la 4ª Divisione carri della Guardia “Kantemirovskaja” di stanza nel Distretto militare di Mosca. Un altra prescelta, ma su base T-15 IFV, dovrebbe essere la 2ª Divisione motorizzata della Guardia “Tamanskaja”di stanza nel Distretto militare di Mosca. Sono entrambe considerate come divisioni di riserva da impiegare in situazioni di emergenza.
Fonti: janes, military-today, army recognition, defence-blog, defence update, deagel, militarypedia, en.wikipedia, 21stcentury
note:
[1] MBT: Main Battle tank.
[2] All’epoca era il primo carro armato al mondo ad utilizzare un cannone ad liscia.
[3] L’APFSDS era sovraperformato rispetto a quello, sparato dal cannone L7 da 105 mm ad anima rigata che era standard nei paesi della NATO.
[4] E’ stato il primo carro armato sovietico ad essere dotato di un autoloader idraulico. La soluzione consentì di risparmiare una considerevole porzione di spazio.
[5] Un tentativo sovietico fallito di copiare il powerpack del Chieftan britannico.
[6] I tedeschi stimarono che il T-72 sovietico potesse penetrare l’armatura frontale dei primi carri armati Leopard 2 a una distanza di 1 500 metri e un’armatura frontale del serbatoio Leopard 1 a più di 3 000 metri.
[7] scafo ed altre componenti.
[8] Fondamentalmente si tratta di un motore per elicotteri modificato.
[9] Malakhit è un kit di doppia corazzatura esplosiva reattiva (ERA) sviluppato la nuova generazione di veicoli corazzati russi come la famiglia di carri Armata e la famiglia di veicoli corazzati medi Kurganets; nel T-14 i moduli sono installati sia sullo scafo che sulla torretta.
[10] L’Afganit è un complesso sistema radio elettronico che combina radar attivi a scansione elettronica (AESA), un sottosistema di computer e lanciatori che sparano colpi speciali, i cui frammenti distruggono i proiettili in arrivo. La foto mostra i lanciatori di submunizioni a forma di tubo che si trovano alla base della torretta.
[11] Raggio d’azione effettivo compreso tra 100 m e 5 km e può ingaggiare bersagli aerei a bassa quota come gli elicotteri.
[12] Con una portata effettiva fino a 12 km.
[13] In teoria può esprimere sino a 2000 hp, ma si ridurrebbe la vita operativa.
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