L’operazione Barkhane, guidata dalle Forze Armate Francesi in collaborazione con i Paesi del G5 del Sahel, è stata lanciata il 1° agosto 2014. L’approccio strategico si basa su una logica di partenariato con i principali paesi della striscia Sahel-Sahariana (BSS) : Burkina-Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger. Riunisce circa 4.500 militari la cui missione è combattere i gruppi terroristici armati e sostenere le Forze Armate dei Paesi partner in modo che possano contrastare questa minaccia.
Nel 2019 l’operazione Barkhane ha proseguito l’azione diretta contro i gruppi terroristici armati, in particolare nella regione di Liptako Gourma, con oltre 100 operazioni condotte dall’Armée de Terre da solo o congiuntamente con le forze partner. Anche due figure importanti del RVIM (Rally for the Victory of Islam and Muslims), vicino a Iyad ag Ghali, sono state neutralizzate: Djamel Okacha, alias Yahia Abou el Hamman e Ali Maychou, alias Abderahmane al-Maghrebi.
Oltre alla eliminazione di molti membri di gruppi terroristici armati, l’Operazione Barkhane ha anche conseguito il sequestro o la distruzione di diversi veicoli da trasporto ed una grande quantità di munizioni di tutti i calibri, nonché apparecchiature elettroniche.
Queste attività dirette contro i gruppi armati terroristici (TAG) sono essenziali per ridurre la loro capacità di causare danni e portarli alla mercé degli eserciti locali che così possono assestare un duro colpo a queste organizzazioni, aiutando a proteggere il Sahel. Tuttavia, come ha ricordato il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate (CEMA) questa estate, “L’indicatore di successo non è il numero di jihadisti uccisi ma la quantità della popolazione che non è, o non è più, sotto il controllo di questi gruppi “. In effetti la strategia della Francia nel Sahel, contribuisce a prosciugare i canali di reclutamento per i TAG, creando le condizioni per il ritorno dello Stato e dello sviluppo.
Cooperazione operativa ed addestrativa
Al fine di realizzare queste attività su larga scala, il sostegno dei partner, degli eserciti nazionali e della forza congiunta del G5 Sahel è stato fondamentale. L’anno 2019 ha visto un rafforzamento della cooperazione tra i soldati di Barkhane e le forze partner straniere attraverso un autentico partenariato di combattimento. L’integrazione sistematica delle forze partner nelle operazioni ha rappresentato oltre il 50% del volume delle truppe impegnate. Inoltre, l’FCG5S ha condotto una decina di operazioni, operando in aree di operazioni complementari a quelle di Barkhane. Questa inclusione delle forze del Sahel G5 nelle operazioni è il culmine del partenariato militare operativo di Barkhane, che ha permesso di addestrare più di 4.000 soldati delle forze partner, più della metà dei quali maliani, attraverso oltre 600 attività di addestramento.
Il supporto della componente aerea da Niamey o Ndjamena è stato decisivo per queste operazioni, con 950 sortite che hanno permesso di attaccare direttamente i TAG, per supportare la componente di terra e i partner sul terreno, difendendo se necessario o rassicurando il diritto delle forze alleate.
L’aiuto dei partner europei e degli Stati Uniti
Il 2019 è stato anche l’anno di maggiore impegno da parte dei partner europei, in particolare attraverso l’arrivo di due elicotteri Merlin danesi. I partner europei sono essenziali per le missioni di trasporto e di evacuazione medica, come dimostrato dall’azione del distaccamento britannico, che ha consentito il trasporto di oltre 8.000 soldati con i suoi 3 elicotteri Chinook CH-47. L’Estonia, da parte sua, ha annunciato il rafforzamento del suo distaccamento entro il 2020, che attualmente conta circa 50 soldati con base a Gao. Oltre a questo supporto, Spagna, Germania, Stati Uniti e Canada continuano a fornire preziosa assistenza all’operazione Barkhane nel settore del trasporto aereo di personale e attrezzature. Il Belgio, con 85 truppe, veicoli corazzati ed elicotteri NH-90, sta svolgendo numerose missioni nell’ambito del MINUSMA.
Il supporto logistico
Con oltre 30 convogli logistici per fornire cibo, attrezzature e carburante ai vari siti in Mali, il Desert Logistics Battle Group (DFLBG) è stato ancora una volta un elemento centrale dell’azione della forza Barkhane. A supporto di tutte le operazioni, il DGLBG ha fornito tutti i mezzi logistici necessari per il successo delle missioni. Insieme ai suoi elementi di manutenzione, ha contribuito alla manutenzione e alla riparazione dell’intera flotta di oltre 800 veicoli (veicoli corazzati pesanti e leggeri, veicoli logistici, ecc.) che sono stati sottoposti a gravi sforzi in un ambiente particolarmente duro.
La cooperazione civile ed il supporto sanitario alla popolazione
Parallelamente e in aggiunta a queste operazioni, la forza di Barkhane, insieme ai suoi partner, ha svolto missioni di supporto diretto a beneficio della popolazione. Sono stati quindi realizzati 76 progetti di cooperazione civile-militare nella striscia sahel-sahariana. Ad esempio, le 35 azioni intraprese nel Liptako-Gourma hanno portato alla realizzazione di 6 progetti di approvvigionamento idrico, 13 progetti di agro-pastorizia e 16 progetti in materia di istruzione, energia e accesso alle informazioni. Per quanto riguarda l’assistenza medica alla popolazione, il servizio sanitario dell’Operazione Barkhane ha effettuato oltre 100 visite quotidiane (medicina, chirurgia, traumatologia, odontoiatria, ecc.) e circa 400 prestazioni al giorno.
Le perdite aumentano
Tuttavia, il 2019 sarà stato tristemente segnato dalla morte in operazione di 17 soldati francesi, così come i soldati del Burkina Faso, Mali, Niger e Ciad che sono morti in combattimento nella lotta contro il terrorismo e in difesa dei loro Paesi .
Nel mese di gennaio si segnalano tre episodi che hanno visto protagonisti in veicoli e personale belga saltati su IED ed un Carapace, autobotte francese 8×8 dotata di cabina blindata, anch’essa saltata su uno IED. In tutti i tre case, non si registrano decessi ma feriti più o meno gravi.
L’Italia in Niger
L’Italia sostiene le attività formative promosse dal “Collège de Défense du G5 Sahel”, la scuola di guerra con sede in Mauritania che ha il compito di formare i quadri militari delle forze armate saheliane. Nella MISIN, la Missione Bilaterale di Supporto in Niger che ha preso il via il 15 settembre 2018 è “finalizzata a supportare l’apparato militare nigerino, concorrere alle attività di sorveglianza delle frontiere e rafforzare le capacità di controllo del territorio dei Paesi del G5 Sahel”.
Alla missione in terra africana sono assegnati attualmente 470 militari, 130 mezzi terrestri e due aerei. MISIN opera in stretto collegamento operativo e strategico con le unità da guerra degli Stati Uniti d’America dislocate in Niger e poste sotto il controllo di US Africom, il comando per le operazioni USA nel continente africano. I team addestrativi MISIN, costituiti con personale specializzato proveniente dall’Arma dei Carabinieri, Esercito, Aeronautica Militare e Reparti Speciali Interforze, hanno già addestrato circa 1.800 militari delle forze di sicurezza del Niger.
Articolati e complessi sono i war games italo-nigerini: si va dagli interventi di pronto intervento “anti-terrorismo” ai veri e propri combattimenti aerei e terrestri in aree desertiche, sino alle operazioni di “polizia” nei centri urbani, al “controllo delle folle” e alle modalità di contrasto-repressione manu militari delle proteste di massa anti-governative.
Fonti Ministero della Difesa Francese e Ministero della Difesa Italiana