L’RPG-7, assieme all’AK-47, è una delle armi sovietiche più conosciute e diffuse con oltre nove milioni di esemplari costruiti.
La semplicità dell’arma, la letalità ed il basso prezzo di produzione sono ingredienti che hanno permesso all’RPG-7 di conquistare i campi di battaglia di tutto il mondo da oltre mezzo secolo.
Nel corso del tempo è stato “copiato” da decine di stati e ne sono state sviluppate circa 29 versioni differenti.
Origini
Tra il 1948 ed il 1949 i sovietici, impiegando come base il Panzerfaust, introdussero l’RPG-2.
Sei alette poste nella parte posteriore del razzo fungevano da stabilizzatore, consentendogli una gittata massima di circa 150 metri.
Le granate non erano dotate di spoletta per l’autodistruzione e non di rado rimanevano inesplose sul campo di battaglia creando pericolo anche per le forze amiche.
Gli evidenti limiti di questa arma, in primis la gittata, portarono allo sviluppo ed alla produzione dell’RPG-7.
RPG-7
L’RPG-7 è una arma estremamente semplice, “aggiornabile” e esente da problematiche relative all’elettronica (che non ha). E’ lungo complessivamente 95 cm, la canna 60 cm ed ha un calibro di 40 mm. Quando dotato di mirino telescopico pesa 6,3 kg
PG-7V | PG-7VL | PG-7VR | TBG-7V | OG-7V | |
Impiego | anticarro | anticarro | anticarro | antiuomo | antiuomo |
Anno di adozione | 1961 | 1977 | 1988 | 1988 | 1999 |
Testata di guerra (mm) | 85 | 93 | 64/105 | 105 | 40 |
Tipologia | HEAT | HEAT | 2 x HEAT | termobarica | frammentazione |
Peso (kg) | 2,2 | 2,6 | 4,5 | 4,5 | 2,0 |
Gittata effettiva (m) | 500 | 500 | 200 | 200 | 250 |
Penetrazione (mm) | 260 | 500 | 600*/750 | limitata | limitata |
Raggio letale | limitato | limitato | limitato | 7 metri | 10 metri |
La particolarità di tenere la testata di guerra “fuori” dal lanciatore permette di incrementare e modificare il tipo di carica in base alle esigenze senza dover modificare nulla. L’unica cosa da tenere presente è chiaramente il calibro del tubo, 40 mm.
Normalmente la gittata si attesta attorno ai 300 metri ma, come spiegato dopo, impiegando la giusta tipologia di munizione, una ottica avanzata, un telemetro ed un tiratore esperto è possibile arrivare anche a più di 500 metri.
Le 29 versioni prodotte dell’ RPG-7 possono essere ricondotte a due macro-versioni: quella sovietica e quella cinese conosciuta come Type 69.
Per differenziarle visivamente, in modo veloce, si può fare affidamento al fatto che il modello cinese ha un appoggio bipede, un supporto ripiegabile per la spalla, una maniglia per il trasporto e la possibilità di regolare il mirino metallico per il vento; la prima versione sovietica ne è invece sprovvista.
Nel corso del tempo l’RPG-7 si è evoluto ricevendo diverse migliorie fino ad arrivare alla versione attualmente in costruzione in Russia, la V2, capace di lanciare HEAT, esplosivi a frammentazione e termobariche.
Un buon numero delle versioni sviluppate in modo indigeno da paesi terzi sono frutto di un ibrido tra i due modelli.
Una delle versioni più apprezzate e diffuse è l’RPG-7D, sviluppata per essere impiegate da truppe aviolanciate, è smontabile in due pezzi. Questa particolarità rende l’arma estremamente compatta e facilmente trasportabile seppur con un lieve incremento del peso di 400 grammi (6,7 kg in totale). RPG-7V2 e RPG-7D3 sono state adottati dell’Esercito russo nel 2001.
La statunitense Airtronic produce una versione dell’RPG-7 (RPG-7USA) impiegando standard di costruzione statunitensi.
PG-7
Il PG-7 è un proiettile a razzo ed è la munizione “base” dell’RPG-7. E’ composta da tre sezioni: I (testata di guerra), II (motore), III (booster o carica di esplulsione).
Nella terza sezione sono anche integrate le alette che assicurano una migliore precisione al tiro.
Sequenza di lancio
Alcune parti della sequenza sono state omesse per ovvie ragioni
Quando l’operatore preme il grilletto un percussore colpisce l’innesco posizionato tra il motore ed il booster (Figura B – N° 22). Inizia la sequenza.
Una piccola carica (N° 12 Figura C) accende una seconda carica pirotecnica (N° 14 Figura C) che attiva il booster (N° 16 Figura C). Quando viene raggiunta una determinata pressione, la schiuma posta alla fine del tubo (N° 18 Figura C) si rompe facendo fuoriuscire il gas.
Il razzo accelera fino a 117 metri al secondo lasciando il lanciatore.
Un dispositivo ritardante 3V-7G (Figura D) attiva il motore a razzo. Si tratta di un dispositivo molto piccolo e ingegnoso: innesco primario (N° 39 Figura D), percussore (N° 36 Figura D), carica (N° 34 Figura D) ed un petardo (N° 32 Figura D) che innesca il motore a razzo. Una molla (N° 37 Figura D) tiene separato il percussore dall’innesco.
Quando il booster si accende viene impressa una determinata accelerazione. L’inerzia fa si che l’innesco primario si avvicini al percussore facendo resistenza su una molla. Quando l’innesco colpisce il percussore il razzo è ormai distante circa 11 metri dal lanciatore. Il motore a razzo si accende.
Il gas esce dai fori (N° 23 Figura E) e accelera il razzo fino a 294 metri al secondo.
L’attivazione della testata di guerra è composta da due parti principali: una parte anteriore (N° 2 Figura F) e da una posteriore (N° 5 Figura F). La parte anteriore contiene una spoletta piezoelettrica che attiva il detonatore che si trova nella parte posteriore.
Il detonatore (N° 5 Figura F) ha un sistema per evitare una attivazione accidentale e per l’autodistruzione. Quando il razzo accelera una molla spinge un innesco verso il percussore attivando il circuito. Se dopo 4-6 secondi non arriva un segnale elettrico dalla spoletta, la testata di guerra si autodistrugge. Questo intervallo di tempo corrisponde ad una distanza di circa 920 metri dal punto di lancio.
I progettisti dell’arma hanno voluto soffermarsi sulla sicurezza dell’arma. Se manutenuto correttamente, l’RPG-7 integra sistemi di sicurezza in grado di prevenire esplosioni premature della carica o di assicurare che essa non rimanga nel campo di battaglia inesplosa.
La sequenza di lancio può essere riassunta nella seguente immagine:
Sistema di puntamento
E’ possibile installare diverse ottiche sull’RPG-7: PGO-7, PSO-1, NSP-2, PGN-1, 1PN93-2, Red Hot,etc.
Uno dei più diffusi e riprodotti è il PGO-7 (R3SB per la Cina). Altrimenti è possibile impiegare il mirino “metallico” integrato.
Il mirino “metallico” permette la regolazione della distanza del bersaglio (N° 7 Figura G) e la compensazione per la temperatura.
La regolazione della distanza è possibile attraverso una rotellina mentre spostando l’elemento anteriore (N° 1 Figura G) negli appositi fori se la temperatura è sotto gli 0° C (N° 2 Figura G).
La versione cinese integra anche una semplice correzione per il vento.
Il PGO-7 è uno strumento molto avanzato ma necessita di un addestramento prolungato.
Ha un coefficiente di ingrandimento del 2,7 ed un FOV (Field Of View) di 15°. Un supporto per la testa (N° 24 Figura H) aiuta l’operatore a prendere correttamente la mira.
Il reticolo è retroilluminato per consentire l’utilizzo del dispositivo durante le ore notturne. La batteria (N° 33 Figura H) alimenta una lampadina che viene accesa tramite un interruttore “Выкл” OFF – “Вкл” ON (N° 30 Figura H).
Essendo le batterie, sopratutto quelle di vecchia generazione, particolarmente suscettibili alle base temperature veniva fornito un “porta batteria” esterno da mettere in tasca o vicino al corpo in modo da riscaldarla.
Nelle prime versioni del PGO-7, nel kit, venivano fornite una o due batterie con il supporto esterno, un panno per la pulizia delle ottiche, un utensile multiuso, un filtro da utilizzare di notte ed un altro in condizioni di bassa visibilità o neve.
Diversi paesi e versioni hanno adottato contenitori e accessori diversi: a sinistra un PGO-7B sovietico a destra un R4SB cinese.
Il mirino ottico, nella versione sovietica/russa, è composto da quattro elementi principali: il “+” utile per la calibrazione o per bersagli sotto i 200 metri, una scala per la distanza, una scala per la correzione del vento ed una stadia calibrata appositamente con l’altezza media dei carri armati in uso agli Stati Uniti d’America (pari a 2,7 metri).
La versione cinese adotta alcune migliorie tese a rendere il processo più agevole per l’operatore. E’ presente inoltre una doppia stadia: quella di sinistra per i carri statunitensi e quella di destra invece per quelli in uso al Patto di Varsavia.
Il processo di mira è una delle parti più delicate nella gestione dell’arma.
Il primo passo è quello di centrale il bersaglio nella stadia per determinare la distanza. La scala è 100 metri.
Il bersaglio va quindi centrato sulla linea della distanza (orizzontale) con il dato ottenuto dalla stadia e centralmente in assenza di vento.
Se il vento, ad esempio, viene da destra verso sinistra bisogna allineare il bersaglio a destra impiegando la scala di correzione in basso. Tale scala può essere anche impiegata per misurare l’anticipo necessario per sparare ad un bersaglio in movimento.
La correzione del vento è fondamentale poiché nel caso di vento al traverso tende a “risalirlo”.
Con un vento al traverso di 11 km/h ed un bersaglio, stazionario e ben visibile posto a circa 200 metri, la probabilità di centrarlo al primo colpo è del 40%.
Nel corso del tempo il PGO-7 è andato incontro a successive evoluzioni (V2 e V3) che hanno integrato nel sistema di collimazione la grafica per mirare con testate diverse.
E’ dunque chiaro come sia importante per l’operatore addestrarsi a lungo prima di raggiungere livelli di prestazione adeguati, cosa che non sempre è possibile sopratutto se l’arma viene impiegata da eserciti non regolari.
Efficacia
Secondo il manuale sovietico di impiego dell’arma la distanza consigliata alla quale far fuoco contro bersagli come carri armati o artiglieria è di 300 metri o meno. Quella massima consigliata è di 500 metri. Viene quindi suggerito di tracciare il bersaglio quando si trova a 500 metri per poi fare fuoco quando la distanza si è ridotta.
I 300 metri consentono inoltre di ridurre al massimo il tempo di volo, dando all’equipaggio del bersaglio il minimo preavviso (circa 1,3 secondi).
Gli statunitensi, durante le loro prove, hanno però trovato le indicazioni sovietiche troppo “ottimistiche” alla luce dei risultati ottenuti in poligono.
Stabilire la distanza del bersaglio quando esso è defilato è molto difficile e anche operatori addestrati hanno una percentuale di errore che varia dal 15% al 20%. Il secondo lancio, alla luce del primo tiro, risulterà più accurato ma ricaricare l’RPG-7 richiede circa 15 secondi.
La probabilità di colpire a 300 metri un bersaglio come un carro armato stazionario è inferiore alle aspettative sovietiche: meno del 30%. Se il bersaglio non è perfettamente allineato si arriva al 10%.
Se l’operatore, che magari è assistito da una seconda persona, riesce a tirare un secondo colpo la percentuale sale al 50%.
Realisticamente se il bersaglio è in movimento, per avere una buona percentuale di riuscita, il lancio deve avvenire entro i 300 metri.
Ammettendo che un razzo del tipo PG-7 colpisca perpendicolarmente la corazzatura del bersaglio il livello di penetrazione dipende della distanza alla quale il colpo è stato sparato.
La testata di guerra del PG-7 può creare un foro di 5 centimetri di diametro e più di 28 centimetri in profondità in una corazza. Quando la testata di guerra penetra i frammenti di metallo incandescente vengono proiettati con violenza all’interno del veicolo ferendo il personale o creando le condizioni per un incendio.
Test effettuati hanno però dimostrato che la penetrazione effettiva su una piastra di ferro (colpita sempre in modo perpendicolare) è mediamente inferiore a 28 centimetri e segue l’andamento del grafico sopra.
Alcuni buoni risultati sono stati registrati contro altri tipi di materiale. La penetrazione in sacchi di sabbia è di 228 cm, in cemento armato di 46 cm e di 152 cm contro bunker in terra.
L’impiego dell’arma da parte di eserciti o milizie non regolari porta ad una progressiva degradazione delle prestazioni.
Impiego e tattiche
La diffusione del lanciarazzi praticamente in tutti i continenti e tra eserciti o milizie più o meno regolari (qui la mappa) rende difficile stabilire con esattezza la dottrine di impiego se non a grandi linee. Alcune milizie usano l’RPG per combattere in ambienti urbani, altre contro mezzi come le tecniche (pickup con mitragliatrici di grosso calibro o cannoni) oppure altre ancora in funzione anti uomo. Per poi arrivare all’impiego anche contro forze organizzate con carri armati, APC, IFV,etc o addirittura imbarcazioni, aerei o elicotteri.
Di principio l’RPG-7 trova una miglior applicazione in tutte quelle tattiche che prevedono imboscate o agguati. La scelta del posizionamento riflette diversi aspetti: un terreno umido può evitare che venga sollevata polvere durante il lancio mentre alberi, erba, foglie possono mimetizzare il tiratore.
Durante la guerra Iran-Iraq gli iraniani erano organizzati in due RPG su undici uomini mentre nell’invasione sovietica dell’Afghanistan i mujaheddin avevano uno/due lanciarazzi ogni 10-12 combattenti. I combattenti islamici inquadrarono squadre di “cacciatori di veicoli corazzati” formate da 50 uomini di cui il 50%-80% erano armati di RPG-7.
Terreni particolarmente impervi come montagne, foreste, giungle, aree popolate o in generale tutti quelli che portano a combattimenti ravvicinati nell’ordine dei 10-30 metri rendono il supporto di artiglierie o attacchi aerei particolarmente pericoloso. In questo frangente l’RPG-7 può rivelarsi una arma adatta.
In Afghanistan i mujaheddin hanno impiegato gli RPG-7 contro i carri armati, APC, camion ed elicotteri. I sovietici tentavano di tenersi ad una distanza superiore ai 300 metri ma i guerriglieri mussulmani, anche per sfuggire agli attacchi aerei e di mortaio, si avvicinavano costringendoli a indietreggiare.
Nel teatro afgano erano dispiegate anche due brigate dei reparti speciali spetsnaz che avevano come equipaggiamento gli RPG-16 e PRG-22. Entrambe le armi avevano però una gittata ed una potenza di fuoco inferiore all’RPG-7. I corpi speciali quando potevano recuperavano sul campo le copie cinesi e pakistane dell’RPG-7.
Gli stessi spetsnaz trovarono efficace l’impiego dell’RPG-7 in montagna per stanare i guerriglieri. Mirando poco sopra le postazioni dove si riparavano l’esplosione provocava una poggia di detriti e sassi che li colpiva o almeno li costringeva a muoversi.
I mujaheddin impiegarono l’RPG-7 sia contro veicoli sia contro uomini malgrado non esistessero ancora munizioni anti-uomo per l’arma. Una testata di guerra anti-carro ha mediamente un raggio letale inferiore ai quattro metri.
I ribelli tagiki nel 1992 applicarono più o meno la stesse tattiche per contrastare i mezzi di produzione sovietica.
Per cercare di disabilitare i T-72 dotati di corazza reattiva, non avendo a disposizione granate PG-7VR con doppia carica HEAT, sparavano tre colpi consecutivamente. Il primo colpo creava un buco della corazza, il secondo ed il terzo cercavano di colpire il punto scoperto. Una altra tattica era lanciare una granata a frammentazione davanti al carro per disabilitare il sistema di visione del guidatore prima di sparare la salva di RPG.
Durante la Guerra del Vietnam gli americani si resero conto della pericolosità degli RPG per gli elicotteri in arrivo o decollo dalle landing zone. Nella stessa situazione si ritrovarono i piloti sovietici quasi 30 anni dopo.
I mujaheddin si posizionavano attorno alle LZ aspettando l’arrivo degli elicotteri ingaggiandoli a circa 100 metri. Quando invece l’elicottero era più lontano era meglio aspettare che si trovasse a circa 700-800 metri sfruttando l’auto distruzione della testata di guerra. Anche se non direttamente colpito i frammenti della testata avrebbero potuto danneggiare l’elicottero. I risultati furono sempre abbastanza limitati.
Il più celebre episodio di abbattimento di elicotteri da parte di RPG-7 è avvenuto la notte tra il 3 ed il 4 ottobre 1993 a Mogadiscio, Somalia. L’episodio è più famoso con il titolo della trasposizione letteraria e cinematografica che lo ha reso celebre: Black Hawk Down.
La tattica sovietica era invece organizzata sia nel caso di impiego dell’arma contro formazioni corazzate in campo aperto oppure per combattimenti in città.
Il sistema difensivo anticarro sovietico si basava sulla “zona di fuoco di soppressione anticarro”. Ogni arma era complementare all’altra e supportava il mantenimento di una copertura della zona. In questo schema l’RPG-7 veniva impiegato per coprire la zona a 360° in un raggio di circa 500 metri come ultima linea difensiva.
Gli statunitensi ritenevano che ogni squadra in divisioni motorizzate e aviotrasportate avesse un RPG-7. L’arma era però così diffusa che una stima sicura non era possibile.
L’unica cosa che i combattenti dovevano avere in mente è che l’RPG-7 era impiegata come supporto ad armi più grandi. Quando si veniva attaccati da RPG bisognava aspettarsi di ricevere fuoco da altre armi anticarro.
L’impiego di piccoli nuclei di tank-killer era parte della dottrina sovietica. Uno o due team possono occultarsi tra gli alberi sia durante operazioni offensive che di attacco per colpire i carri nemici.
Il team sovietico era composto da due persone: il tiratore ed un assistente. L’assistente oltre ad offrire il fuoco di copertura doveva aiutare il tiratore nella ricarica e trasportava tre colpi.
Il tiratore si posizionava sempre alla destra dell’assistente per coprirlo dal fuoco delle armi automatiche.
Entrambi, secondo le consuetudini sovietiche, rimanevano al loro ruolo per tutto il periodo del servizio miliare, circa due anni. In questo modo acquisivano molta esperienza nell’impiegare l’arma e le tattiche da seguire. Il tiratore era addestrato a sparare rapidamente sdraiato, in ginocchio o in piedi.
Durante le operazioni “reali” il lanciatore veniva portato carico e l’assistente era addestrato come il tiratore ad impiegare l’arma.
Il team era addestrato a non impiegare posizioni di tiro prominenti come creste o colline.
La selezione del bersaglio doveva seguire regole precise: il bersaglio primario era il carro armato più vicino alla postazione di tiro e l’ingaggio di APC (Armored Personnel Carrier) doveva avvenire solo in mancanza di carri armati.
Nel dicembre 1994 l’Esercito russo irruppe nella Repubblica Cecena ingaggiando una delle operazioni militari più sanguinose dei tempi recenti. Le forze cecene erano per la maggior parte equipaggiate con armi sovietiche ed erano ex soldati dell’Armata Rossa e quindi ben consci delle tecniche di impiego degli RPG. Durante il primo mese di combattimenti le forze russe persero 225 veicoli corazzati, pari al 10% del totale.
I ceceni erano organizzati in gruppi di combattenti formati da 15/20 uomini divisi in tre o quattro celle. Ogni cella aveva un artigliere controcarro (armato di solito con RPG-7 o RPG-18), un mitragliere ed un cecchino. Altri membri addizionali potevano servire come porta munizioni oppure assistenti all’arma controcarro.
In modo analogo da quanto previsto dalla dottrina sovietica fino a sei o sette piccoli nuclei di tank-killer attaccavano simultaneamente i bersagli nascondendosi nei palazzi. Il cecchino ed il mitragliere tenevano a distanza la fanteria mentre l’operatore dell’RGP si occupava di prendere la mira e fare fuoco. I limiti di alzo e depressione dei carri russi non permettevano di ingaggiare i caccia carri che si trovavano sotto il livello della strada o nei primi piani. Per ovviare i russi impiegarono mitragliatrici contraeree come le ZSU 23-4 o le 2S6.
Russi e americani non furono gli unici a doversi confrontare con i colpi di un RPG-7. Le forze sud africane e namibiane vennero bersagliate dagli RPG sparati dagli angolani negli anni 80′.
Tattiche di difesa
Una delle tattiche più efficaci per evitare l’ingaggio da parte di RPG è quella di accompagnare i mezzi con fanteria di supporto. Per questo gli operatori del lanciarazzi sono spesso accompagnati da cecchini, mitragliatori oppure da assistenti dotati di fucile automatico così come precedentemente illustrato.
I sovietici mentre si muovevano attraverso la fitta vegetazione in Afghanistan sparavano grandi quantità di colpi a frammentazione mentre avanzavano per mantenere gli operatori di RPG a distanza o semplicemente per rendergli il “lavoro” di mira più difficile.
L’unico modo per rilevare il lancio di un RPG-7 è identificarlo visivamente al momento dello sparo ed attuare tutte le manovre evasive necessarie. Il fumo grigiastro e il flash sono marchi di fabbrica dell’RPG. Di notte il flash è visibile da molto lontano e solo una scelta minuziosa e accurata del punto di tiro può ritardate l’identificazione del lancio da parte nemica.
L’operatore del lanciarazzi deve quindi spostarsi subito dopo aver sparato il colpo, il che lo può rendere vulnerabile al fuoco della fanteria.
Grazie ad una serie di studi ed esperienze sul campo, gli esperti statunitensi formularono alcune implicazioni tattiche per ridurre l’esposizione ai colpi di RPG-7:
- Un carro armato o APC statico ed esposto è due volte più vulnerabile rispetto ad un bersaglio stazionario completamente defilato; coprirsi con dietro alberi o cespugli possono svolgere lo stesso ruolo di una rete anti RPG;
- Si ottiene un margine di protezione maggiore se si è in movimento;
- Bisogna reagire immediatamente al lancio di un RPG-7, la probabilità di essere colpiti ad un secondo tiro è molto maggiore;
- Cercare di creare le peggiori condizioni per l’operatore: fuoco di soppressione con mitragliatrici, uso di nebbiogeni o semplicemente muovendosi;
- L’operatore dell’RPG deve esporsi per mirare e osservare il tiro; il fuoco indiretto di artiglieria e mortai è un ottimo deterrente
- Le unità che si muovono in posizione difensiva devono anticipare il fuoco degli RPG scegliendo con accuratezza
- Nel caso di ingresso in zone con presenza di RPG il comandante del plotone corazzato dovrebbe considerare di caricare almeno un carro per settore con una munizione APERS (anti-personnel)
La distanza è un altro elemento fondamentale, mantenere una distanza superiore ai 500 metri da possibili postazioni di tiro riduce enormemente la possibilità di essere colpiti. Se si riesce ad ottenere una separazione superiore ai 1.000 metri si è praticamente al sicuro.
Le forze sud africane e namibiane per sfuggire agli attacchi di RPG iniziavano a guidare in tondo attorno ai guerriglieri facendo fuoco con le armi automatiche. Il movimento circolare rendeva la mira particolarmente difficile.
Un altro metodo per proteggersi dall’RPG-7 è fare detonare la testata di guerra prima che impatti la corazzatura impiegando, ad esempio, una rete oppure più semplicemente con sacchetti di sabbia.
Per proteggere un M113 è necessario far esplodere la testata a 3,6 metri, se invece si tratta di mattoni o cemento la distanza sale a circa 8 metri.
In Vietnam venne impiegata una rete mobile da posizionare a distanza di sicurezza.
Il problema era però che nel caso di mezzi in movimento o per brevi soste tale sistema di protezione diventava impossibile da attuare.
Nel corso degli anni sono state adottate diverse soluzioni come l’applicazione di reti direttamente sul mezzo per evitare che la testata di guerra possa aver l’opportunità di penetrare la corazza.
Per gli elicotteri le misure di difesa sono limitate all’applicazione di tattiche per limitare la possibilità di essere colpiti.
Cambiare frequentemente le Landing Zone e le rotte di avvicinamento, non seguire canali, strade o canyon per tutta la loro lunghezza, mantenere una distanza di 500 metri dal gregario o assicurarsi di avere fuoco di soppressione poco prima dell’atterraggio o decollo.
Futuro
L’introduzione del PG-7VR con due teste di guerra HEAT in tandem ha reso l’RPG-7 un arma molto temibile anche nei moderni campi di battaglia. I limiti dell’arma vengono compensati dall’economicità e dalla semplicità d’uso. Per tiri a distanza ravvicinata non serve un addestramento intensivo e con tattiche adeguate è possibile infliggere molti danni.
Fonti/Per approfondire
- Bar-Armor Experiments on M113 APCs in The Vietnam War
- TRADOC BULLETIN 3 (UNCLASSIFIED), United States Army Training and Doctrine Command
- Operator’s Manual RPG-7U, Department of the Army
- RAFFICA SPECIAL The RPG-7 System, Dan Shea
- A Weapon For All Seasons: The Old but Effective RPG-7 Promises to Haunt the Battlefield of Tomorrow, Lester W. Grau, Foreign Military Studies
- Deadly fighting skills, Steve Crawford
- The Poor Man’s RPG, George Dmitrieff
- SAWL Guide – Global distribution and visual identification, bicc
- RPG-7 Anti-tank rocket grenade launcher
- 50 Years Young, RPGs Keep Improving
- Practical Military Ordnance Identification Second Edition, Thomas Gersbeck
- “Appointment, combat properties and the general structure of hand-held fragmentation grenades. Fuses, their device and principle of operation. Safety requirements for handling grenades. ”
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