Anche l’Uganda entra in scena ufficialmente nella complessa situazione in atto nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) che vede diversi Paesi dell’area sostenere militarmente il Governo di Kinshasa nella lotta contro il movimento M23 e contro altri gruppi insurrezionali.
Dopo Burundi e Kenya, che avrà nell’area un contingente di circa 900 militari, è la volta dell’Uganda che ha deciso l’invio di un suo contingente militare di 1.000 uomini nella RDC; la svolta si ugandese è materializzata a seguito dell’avvenuta conquista da parte del movimento M23di diverse località nella regione del Nord Kivu che ha come capoluogo l’importante città di Goma.
La situazione è a dir poco esplosiva perché l’Uganda, nel recente passato, ha avuto negli anni Novanta del passato secolo, un ruolo attivo nelle sanguinose guerre civili che hanno dilaniato la RDC e le nazioni limitrofe tra cui il Ruanda.
Lo stesso Uganda deve alla RDC un totale di 325 milioni di dollari a titolo di risarcimento dei danni causati dai suoi militari negli anni Novanta in territorio congolese per quelle violenze.
Ovviamente, la decisione dell’Uganda di inviare altri 1.000 uomini nella RDC, oltre le centinaia già presenti nella missione ONU ivi operante, ha scatenato le proteste di quei gruppi che subirono le violenze nell’attuale RDC e del Ruanda, accusato da tempo da Kinshasa di aiutare e proteggere l’M23 ed altri gruppi insorgenti di varia estrazione.
In questo contesto il Ruanda ha pessimi rapporti sia con l’Uganda, memore delle carneficine inter etniche, sia con la Repubblica Democratica del Congo.
Le truppe ugandesi, insieme a quelle del Kenya e del Burundi si stanzieranno nelle regioni nord orientale del Paese dove è più forte la presenza del M23 ed aiuteranno le autorità della RDC a riportare l’ordine e la sicurezza (almeno queste sarebbero le intenzioni dichiarate) nell’area, da tempo soggetta ad attacchi ed incursioni del Movimento 23 Marzo e di altri gruppi che operano senza molto contrasto.
Pertanto, l’arrivo ufficiale di truppe ugandesi potrebbe divenire l’innesco di una situazione esplosiva che cova da decenni e che riporterebbe gli orologi ai drammatici scontri etnici tra hutu e tutsi che causarono centinaia di migliaia di vittime in quell’area dell’Africa, da sempre contesa per il controllo dei giacimenti minerari e di altre importanti risorse.
Foto ONU