Il Ministro della Difesa del Governo Ungherese, Kristóf Szalay-Bobrovniczky, ha dichiarato che l’esecutivo ha approvato l’invio in Ciad di una missione militare.
Scopo di questa missione che partirà nel 2024 sarà il controllo dell’immigrazione e fornire assistenza umanitaria e prevede l’impiego di almeno duecento militari.
Allo stato attuale Il Ciad è l’unico Paese nella immensa regione del Sahel a godere ancora di una relativa stbilità.
Il Paese ha un ruolo chiave nel contenere la migrazione dall’Africa; le preoccupazioni ungheresi sono legate oltre ai fenomeni migratori all’aumentata attività delle organizzazioni terroristiche che imperversano nel Sahel e nei Paesi limitrofi. Su tali punti l’Ungheria è fortemente critica con l’Unione Europea che, a detta del Governo di Budapest, sarebbe incapace di affrontare le dette problematiche.
Oltre l’aiuto militare, Budapest fornirà a N’Djamena anche assistenza umanitaria, medica e sostegno allo sviluppo agricolo del Paese.
Risulta interessante notare che la missione ungherese, se autorizzata dal Parlamento ungherese, sarà autonoma rispetto a quelle attualmente operative degli Stati Uniti e della Francia.
L’Ungheria è presente in Mali nell’ambito della missione Takuba delle Forze Speciali di Francia e di altri otto Paesi, missione peraltro in via di smantellamento a causa del ritiro dei Paesi europei a seguito del colpo di Stato che ha rovesciato il Governo in carica e dei rapporti allacciati dalla giunta golpista con la Russia e con il gruppo Wagner; peraltro, le principali tribù Tuareg hanno stipulato un patto d’alleanza ed hanno mosso guerra contro le autorità centrali di Bamako, mettendo subito in difficoltà le forze armate lealiste e le unità Wagner ancora presenti nel Paese.
La Francia sta trasferendo la missione dal Mali al Ciad dove è già presente in forze, al fine di rafforzarne la struttura ed operatività.