L’attuale Capo di Stato Maggiore dell’United States Air Force, il Generale Charles Q. Brown Jr., ha dichiarato che la Forza Armata ha avviato studi per la acquisizione di un nuovo aereo da combattimento.
Questi studi viaggiano in parallelo con il Cost Assessment & Program Evaluation o CAPE svolto dal Departement of Defense.
Mix di linee da combattimento
Brown ha voluto chiarire e precisare che l’USAF ha bisogno di linee da combattimento, una costituita da caccia di quinta generazione formata dagli F-22 Raptor e dagli F-35 JSF Lightning II, l’altra da caccia bombardieri di generazione 4.5 sia pure migliorati.
Infatti, Brown sostiene due importanti ragioni; la prima riguarda gli F-35 il cui tasso di usura del propulsore F-135 pare essere eccessivo e che consiglia di impiegare i nuovi caccia bombardieri con moderazione; la seconda attiene gli attuali caccia bombardieri F-16 Fightining Falcon i quali sono troppo anziani per ricevere ammodernamenti consistenti, richiesti per far fronte alle nuove esigenze.
Architettura aperta per ricevere rapidi aggiornamenti software
Il nuovo velivolo dovrebbe essere, a differenza del F-16 la cui progettazione risale agli anni Settanta del passato secolo, ad architettura aperta che consenta di installare aggiornamenti software quasi in tempo reale per far fronte alle nuove minacce.
Tutto ciò in apparenza si scontra con lo sviluppo del caccia di 6a generazione per l’Air Dominance, il cui sviluppatore di tecnologia ha volato in totale segretezza l’anno passato (notizia data dall’USAF) e con l’acquisto dei caccia Boeing F-15EX il cui primo velivolo destinato all’USAF, appartenente ad un lotto iniziale di 20 esemplari, ha appena eseguito il volo inaugurale con successo.
Inoltre, Brown ha dichiarato apertamente che l’USAF non intende acquistare F-16 di nuova produzione e che la linea da combattimento costituita da 386 squadroni su caccia tutti allo stato dell’arte è un obiettivo difficile da realizzare, considerando che l’età media dei velivoli oggi impiegati si aggira attorno i ventotto anni.
L’USAF, a detta del suo Capo di Stato Maggiore, vuole costruire un mix di linee da combattimento che sia in grado di affrontare con successo le attuali minacce e quelle del medio-lungo periodo.