Dalla fondazione dell’U.S. Space Force le operazioni dello spazioplano X-37B sono poste sotto il controllo della Space Delta 9, l’unità specializzata nel controllare le minacce ostili nello spazio e scoraggiarle.
Malgrado ci sia un tira e molla tra l’Air Force e la Space Force su chi debba avere il controllo dell’X-37B le operazioni dipendono appunto dalla 1^ Divisione della Space Delta 9.
La reale missione dell’X-37B è coperta da segreto. Dal suo primo volo nel 2010 lo spazioplano ha superato record su record di permanenza in orbita e solamente alcuni dettagli delle sue missioni sono stati resi noti al pubblico.
Uno dei programmi da cui la 1^ Divisione avrebbe poter acquisito esperienza è il sistema ANGELS (Automated Navigation and Guidance Experiment) e l’EAGLE (Evolved Expendable Launch Vehicle – EELV – Payload Adapter – ESPA – Augmented Geosynchronous Laboratory Experiment).
Malgrado l’ANGELS sia stato ufficialmente chiuso nel 2017 il programma prevedeva l’uso di uno spazioplano sperimentale manovrato da un sistema di navigazione autonomo in grado di effettuare operazioni di rendezvous in prossimità di altri “oggetti”.
L’EAGLE invece è una specie di “adattatore” in grado di ospitare fino a sei carichi sia fissi che dispiegabili tra cui il Mycroft, un satellite sperimentale in grado di analizzare i satelliti e quindi di carpirne i segreti o perfino metterli fuori uso.
L’X-37B è estremamente manovrabile ed ha tutte le carte per essere la “mano lunga” degli statunitensi nello spazio. Diversi paesi tra cui Russia e Cina stanno sviluppando sistemi anti-satellite sia missilistici che ad energia diretta.
I programmi su cui l’USAF e, attualmente, l’USSF lavorano hanno dirette implicazioni nel contrastare le operazioni spaziali ostili e acquisire importanti informazioni.
E’ estremamente importante per Washington mantenere la necessaria space awareness e la creazione dell’U.S. Space Force è un passo avanti in tale senso.