Dall’Australia arrivano conferme che uno dei prossimi programmi di ammodernamento e potenziamento delle capacità delle Australian Defence Forces sarà quello relativo l’acquisto di mine navali.

Tale programma è reputato essenziale in quanto l’impiego di mine navali potenzialmente è in grado di interdire i movimenti delle squadre navali ostili in determinate aree o ne può ostacolare l’uscita in mare.
Ovviamente, l’acquisto delle mine navali deve essere letto come una misura posta in essere dalle ADF per contrastare, in caso di necessità, i movimenti della PLAN o Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione Cinese, enormemente cresciuta in questi anni sia in termini numerici, sia in termini di operatività, mostrandosi sempre più presente in aree lontane dalle basi di casa.
Le indiscrezioni che circolano parlano di un acquisto il cui valore si attesterà tra i 500 milioni ed 1 miliardo di dollari australiani (tra i 350 ed i 700 milioni di dollari statunitensi), a dimostrazione che saranno acquistate grosse quantità di mine navali.
Ovviamente, saranno acquisite mine di tipo moderno che possono essere programmate e disattivate per evitare qualsiasi tipo di problema (quelle più evolute sono anche in grado di riconoscere il bersaglio).
Le mine possono essere rilasciate da unità superficie e da sottomarini nonché da velivoli (in questo caso, generalmente in Occidente si tratta di versioni adattate Quickstrike delle bombe di impiego generale della famiglia MK 80, sviluppate dalla Marina Statunitense per avere a disposizione uno strumento rapido di posa delle mine schierabile anche a bordo delle portaerei).
Foto Allied Maritime Command