Il Pentagono installerà sulle LPD (Landing Platform Dock) classe San Antonio i missili anti-nave di sviluppo norvegese Naval Strike Missile (NSM).
Potrebbe essere proprio la LPD 17 San Antonio a ricevere per prima i missili della Kongsberg consentendo all’unità una capacità non solo antinave.
Originariamente le LPD della Classe San Antonio avrebbero dovuto avere, oltre ai due cannoni Bushmaster da 30 mm e due RIM-166, anche due lanciatori da otto celle ciascuno Mk 41 per missili RIM-162 ESSM (Evolved Sea Sparrow Missile) in configurazione da quattro per ogni cella.
I lanciatori non sono però stati installati né sulle 13 unità della Flight I né sulle due della Flight II.
Oltre agli NSM la Navy sta esplorando la capacità di integrare armi ad energia diretta a bordo. L’LWSD (Laser Weapon System Demonstrator) è stato proprio testato sulla USS Portland, terzultima classe San Antonio della Flight I varata.
Da sottolineare anche in passato il lancio di un missile HIMARS (High Mobility Rocket Artillery System) dell’U.S. Army dal ponte di volo della USS Anchorage (LPD-23).
Gli sforzi della Marina statunitense sono tesi al raggiungimento di una maggiore capacità di autodifesa e attacco per le sue LPD anche se l’assenza dei moduli VLS Mk 41, anche in grado di lanciare missili Tomahawk, ha il proprio peso.
Non bisogna però dimenticare che nei piani originali parte del supporto alle operazioni della navi da sbarco anfibio (Naval Gunfire Support – NGFS) sarebbe dovuto arrivare dai potenti cannoni Advanced Gun System (AGS) da 155 mm delle Zumwalt in seguito al centro di acceso dibattito a causa degli esorbitanti costi.