La turbolenta vicende del carro armato Altay di fabbricazione turca potrebbe essere giunta ad un punto di svolta.
Infatti, l’azienda turca BMC che gestisce il programma Altay ha comunicato di aver raggiunto un accordo con due aziende sud coreane per la fornitura del propulsore e della trasmissione.
Le società in questione sarebbero Doosan e S & T Dynamics che fornirebbero, rispettivamente, il motore ed il sistema di trasmissione.
L’accordo in questione sarebbe giunto con la supervisione del Ministero degli Esteri turco e della DAPA o Defense Acquisition Program Administration, la struttura del Ministero della Difesa della Corea del Sud che si occupa degli appalti e che coordina i principali programmi di sviluppo di sistemi d’arma destinati alle Forze Armate di Seul.
Il programma Altay ha avuto una decisa battuta d’arresto in quanto il blocco motore e trasmissione erano stati forniti in origine dalla Germania (motore MTU e trasmissione RENK).
Ma, a seguito del embargo alla vendita di sistemi d’arma completi e componenti sensibili imposto dalle autorità di Berlino per la questione curdo-siriana, si è bloccato il programma Altay, non avendo Ankara capacità industriali proprie nel delicato settore della progettazione e produzione di motori e trasmissioni per carri armati.
Pertanto, l’esercito turco impossibilitato ad ottenere nei tempi previsti i nuovi carri Altay ha dovuto procedere ad ammodernare i carri armati Leopard 2A4 ed i vecchi M-60, mezzi che hanno sofferto diverse perdite in Siria a causa degli ATGM impiegati dalle forze curde.
Subentrando i sudcoreani nella fornitura dei motopropulsori e delle trasmissioni, il programma Altay dovrebbe ripartire con la produzione della prima versione T1 da costruire in 250 esemplari, seguita dalla versione T2 che incorpora notevoli miglioramenti.
Un ulteriore problema per BMC è rappresentato dalla corazza principale del carro Altay che in origine doveva essere fornita dalla Francia, la quale, peraltro, ha cessato di fornire supporto al programma turco, a seguito delle ripetute violazioni delle acque territoriali di Cipro per la trivellazione dei fondali sottomarini per lo sfruttamento degli idrocarburi e della crisi latente con la Grecia; con Nicosia ed Atene, infatti, Parigi ha stipulato accordi di partnership e di difesa.