
L’MQ-9 Reaper “Predator B” operato dal 32° Stormo dell’Aeronautica Militare e precipitato in Libia il 20 novembre 2019 sarebbe stato abbattuto da un sistema di difesa aerea di fabbricazione russa SA-22 Pantsir operato da truppe del Generale Haftar.
L’indiscrezione arriva direttamente dall’Contrammiraglio Heidi Berg, direttore dell’intelligence per l’U.S. Africa Command (AFRICOM).
Inizialmente si era fatta avanti l’ipotesi di un guasto tecnico ma poco dopo anche un secondo drone, controllato dagli USA, è stato perso sopra i cieli libici.

Le forze pro-Haftar aveva immediatamente parlato dell’abbattimento di drone di fabbricazione turca ma le immagini diffuse successivamente hanno mostrato senza dubbio l’ala di un MQ-9 Reaper con le coccarde italiane.
A sinistra il motore turboelica Honeywell TP331-10T da 950 hp mentre a destra il particolare del carrello d’atterraggio anteriore



L’abbattimento ha avuto luogo nell’area di Suq al Ahad, ai margini della città di Tarhouna.
L’uomo forte della Cirenaica, Generale Haftar, aveva subito rivendicato l’abbattimento del drone che, secondo lui, era entrato in una zona di operazioni militari.
Il Comandante del Libyan National Army di Tarhouna riferì all’ “Agenzia Nova” che il drone “stava svolgendo operazioni di sorveglianza e spionaggio contro le posizioni delle unità dell’Esercito libico in una zona militare ristretta nel quadro di una mission ostile”.
All’ANSA fonti qualificate avevano riferito che l’ipotesi prevalente era quella tecnica dato che le truppe del Gen. Haftar non avrebbero avuto a disposizione tecnologie in grado di colpite un aereo come il Reaper che vola a 20.000 piedi di quota.
Lo Stato Maggiore della Difesa aveva emesso un comunicato stampa: ” Nella giornata odierna è stato perso il contatto con un velivolo a pilotaggio remoto dell’Aeronautica Militare, successivamente precipitato sul territorio Libico. Il velivolo, che svolgeva una missione a supporto dell’operazione Mare Sicuro, seguiva un piano di volo preventivamente comunicato alle autorità libiche. Sono in corso approfondimenti per accertare le cause dell’evento“
Pantsir S1

Il Pantsir S1 (SA-22 Greyhound per la NATO) è un sistema di difesa aerea progettato in Russia ed esportato in diversi paesi del mondo in servizio dal 2012.

E’ armato con dodici missili 57E6 in grado di raggiungere una velocità di Mach 3.8 ed una altitudine massima di 49.000 piedi (circa 15 km). Il missile non è dotato di un seeker proprio, per mantenere i costi bassi, ma riceve le informazioni dalla batteria missilistica che lo aggiorna circa la posizione del bersaglio. Ogni batteria può controllare contemporaneamente fino ad un massimo di quattro missili contro quattro bersagli diversi. Normalmente però tutti e quattro i missili vengono lanciati nello stesso tempo contro il medesimo bersaglio. E’ anche disponibile un missile progettato in modo specifico per abbattere aerei senza pilota.
Oltre ai missili il Pantsir è dotato di un cannone doppio 2A38M da 30 mm con 700 colpi ad un reteo di fuoco di 2.500 colpi/minuto. Può ingaggiare bersagli fino a 4 km.
Il radar opera in a banda UHF e EHF ed ha la capacità di rilevare a circa 36 km.
Il Pantsir ha fatto la sua prima apparizione “confermata” in Libia il 5 luglio del 2019 quando ha abbattuto un L-39 Albatros del Governo di Accordo Nazionale (GNA).