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Naufragio della petroliera Xelo, interviene la Difesa italiana

In seguito al naufragio della petroliera Xelo, che nella notte tra venerdì e sabato è affondata nel Golfo di Gabes, di fronte alla costa sud-orientale della Tunisia, con 750 tonnellate di gasolio, la Difesa italiana, su richiesta delle autorità di Tunisi, ha approntato e reso disponibile un contributo nazionale al fine di fornire supporto alle attività di sorveglianza e monitoraggio di eventuali sversamenti in mare di idrocarburi.

In particolare, sono stati posti in stato di allerta mezzi aeronavali della Marina Militare, unitamente ai pattugliatori VEGA e ORIONE. Le navi sono equipaggiate con panne antinquinamento, Discoil, liquido disperdente e, con il supporto degli elicotteri, sono in grado di mettere in atto le procedure per l’eventuale contenimento e la rimozione degli agenti inquinanti oleosi, evitando che gli stessi giungano a contatto con la costa e minimizzando l’impatto sull’ecosistema marino.

A bordo del pattugliatore VEGA opererà un team operativo subacquei del COMSUBIN, dotato di drone subacqueo e di capacità di verifica dello stato del relitto, al momento adagiato su un fondale di 15 metri e a circa 3 miglia nautiche dalla costa tunisina. Nave VEGA è in navigazione verso la propria area di assegnazione, in quanto già impiegata per svolgere una missione di vigilanza marittima e vigilanza pesca nelle acque a sud della Sicilia.

Il pattugliatore ORIONE è stato posta in stato di allerta unitamente a un velivolo da pattugliamento marittimo P72, in grado di monitorare l’area e individuare eventuali sversamenti di idrocarburi con sensori elettronici e all’infrarosso.

La situazione è costantemente monitorata dal Comando Operativo di Vertice Interforze.

Nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali, la Difesa, tramite la Marina Militare, contribuisce alla lotta all’inquinamento marino in cooperazione con altri enti, dicasteri e agenzie nazionali.

Immagine di copertina: Nave Orione

Fonte: Comunicato del Ministero della Difesa

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