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Nave Marceglia verso il Golfo di Guinea

Lo scorso tre settembre, al termine di un intenso periodo di preparazione, Nave Marceglia, al comando del Capitano di Fregata Francesco Ruggiero, ha lasciato La Spezia per dirigersi nel Golfo di Guinea dove sarà impegnata per circa quattro mesi nell’operazione “Gabinia”, una missione che ha come obiettivo principale quello di prevenire e contrastare il fenomeno della pirateria.

Il Golfo di Guinea è uno dei mari del mondo più a rischio per gli attacchi di pirateria, ma allo stesso tempo di estrema rilevanza per il nostro Paese, per la sua stretta connessione con il Mediterraneo ed i forti interessi nazionali correlati. Sono sempre più frequenti infatti gli attacchi nei confronti dei mercantili in transito nell’area, tanto da essere considerati un rischio concreto e costante al libero uso del mare. Tale fenomeno pregiudica la libertà di navigazione e ostacola la catena produttiva e commerciale internazionale, andando a detrimento dell’economia globale.

L’attività della ottava unità del progetto FREMM (FRegata Europea Multi-Missione) nel Golfo di Guinea ha come obiettivo la vigilanza o sorveglianza marittima a tutela degli interessi nazionali e della sicurezza delle vie marittime, ma anche quello di cooperare con le Marine dei Paesi rivieraschi al fine di aumentare la reciproca conoscenza e fiducia e per contribuire al miglioramento delle condizioni di sicurezza nella regione.

Nave Marceglia è, infatti, in grado di reagire prontamente ad un evento di pirateria, impiegando contemporaneamente gli elicotteri SH-90 imbarcati, i battelli veloci ed il personale specialistico della Brigata Marina San Marco.

Non mancheranno nel corso della missione occasioni addestrative con le Marine militari dei Paesi che operano nell’area, al fine di incrementare il livello di addestramento e interoperabilità dei rispettivi equipaggi, nonché valorizzare e promuovere le peculiarità dei sistemi imbarcati sulle unità della classe FREMM nell’ambito del continuo sostegno della Marina Militare al Sistema Paese.

Nave Marceglia pattuglierà le acque del Golfo di Guinea fino al prossimo mese di dicembre.

Approfondimenti: Golfo di Guinea e operazione Gabinia

L’apertura del teatro operativo del Golfo di Guinea è stata decisa dall’autorità politica in base a comprovate esigenze di prevenzione e contrasto della pirateria marittima. Il Golfo di Guinea è infatti internazionalmente considerato molto pericoloso per numero di attacchi e incidenti di pirateria ai danni delle imbarcazioni e degli equipaggi in transito.

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con risoluzione n. 2039 del 2012, ha espresso profonda preoccupazione per la minaccia che la pirateria nel Golfo di Guinea rappresenta per la navigazione internazionale ed ha sollecitato gli stati ad adottare efficaci misure per contrastarle. Inoltre, secondo il “Rapporto annuale sulla pirateria 2020″, pubblicato dall’International Maritime Bureau (IMB) Piracy Reporting Center (divisione specializzata della Camera di commercio internazionale nella lotta contro tutti i tipi di criminalità marittima), il 90% dei rapimenti di marinai registrati a livello mondiale si è verificato nel golfo di Guinea. Ciò ha seriamente compromesso l’attività mercantile nazionale nell’area, dove si concentrano importanti interessi commerciali ed energetici italiani (si consideri che la Nigeria è, dopo il Sudafrica, il secondo mercato di destinazione delle merci italiane in questa macroregione). È emersa quindi la necessità dell’intervento della Marina Militare nel golfo di Guinea. A mente dell’art. 111 del Dlgs n 60/2010, Codice dell’Ordinamento Militare, rientra infatti nell’alveo delle competenze istituzionali della Marina Militare la maritime security, in particolare la vigilanza a tutela degli interessi nazionali e delle vie di comunicazione marittime al di là del limite esterno del mare territoriale, ivi compreso il contrasto alla pirateria e la protezione degli equipaggi italiani da atti ostili e minacce terroristiche. La “sicurezza marittima”, in un contesto geopolitico globalizzato, ha assunto un valore strategico, in quanto elemento imprescindibile per la pace ed il benessere economico e sociale della comunità internazionale, basti pensare che circa il 90% del trasporto mondiale delle merci avviene via mare.

Dal 2020, anno di avvio dell’operazione, ad oggi complessivamente le unità della Marina Militare hanno percorso circa 60.000 miglia, eseguito 8 interventi di contrasto alla pirateria e 1 intervento di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, partecipato a 7 esercitazioni con mercantili in transito (Maritime Security Anti-Piracy Exercise) oltreché anumerose attività addestrative con le Marine Alleate (Francia, Portogallo, Spagna e USA) e rivierasche (Congo, Costa D’Avorio, Ghana, Nigeria e Togo).

Fonte e foto MARINA MILITARE/Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione

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