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Nuove Unità Idrografiche per la Marina Militare

La Marina Militare otterrà tra il 2021 ed il 2027 tre nuove Navi Idrografiche che prenderanno il posto degli attuali Magnaghi, Aretusa e Galatea. Nave Magnaghi è tra le più anziane unità in servizio con la Marina Militare, essendo entrata in linea nella prima metà degli anni settanta del passato secolo, mentre le Navi Aretusa e Galatea appartenenti alla classe Ninfe, sono entrate in servizio nei primi anni del nuovo secolo.

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Le tre nuove unità avranno compiti diversi in quanto una, la NIOM destinata a sostituire il Magnaghi, avrà compiti di ricerca idrografica ed oceanografica nel Mar Mediterraneo, Oceani e regioni polari artica ed antartica mentre le altre due unità opereranno essenzialmente in Mediterraneo.

La Nave Idrografica Oceanografica Maggiore (NIOM), oltre ad adempiere i compiti d’istituto della Difesa riguardanti le problematiche relative il costante aggiornamento della cartografia nautica e, di riflesso, la sicurezza della navigazione nonché ricerche sui cambiamenti climatici, è pensata per operare in supporto alla comunità scientifica nazionale degli Enti di Ricerca e delle Università ed all’International Hydrographic Organization (IHO) per la cooperazione internazionale in questi settori.

La NIOM sarà costruita, avendo presente i moderni criteri di modularità e flessibilità, per poterla riconfigurare a seconda della missione assegnata. La NIOM avrà ampi spazi per le dotazioni relative le ricerche, la campionatura annesse.

Oltre il Mediterraneo e gli Oceani, la NIOM è destinata ad operare anche nelle regioni polari; pertanto, è progettata per operare in condizioni climatiche artiche non estreme con temperature medie sino a -20°C.

Si tratta di una nave con dislocamento attorno le 5.000 tonnellate, con lunghezza di circa 105 metri e larghezza di 18 metri, dotata di ponte di volo in grado di operare con elicotteri della classe SH/MR-90. La architettura del sistema di propulsione sarà full electric con velocità massima raggiungibile di 15 nodi ed autonomia di 7000 miglia nautiche a 12 nodi. L’equipaggio sarà formato da 85 membri con possibilità di ospitare sino a 60 ricercatori e tecnici per un massimo di 145 persone a bordo. La NIOC sarà dotata di dotazioni sanitarie del livello NATO Role 1.

La NIOM avrà una gru off-shore da 190 tonnellate, gru servizi portuale da 29 Tm, portale “A-frame” (1 a pp CN) da 22 t, portale LARS per operazioni Idrografiche, gru leggere disposte a prora, una gru per movimentazione per imbarcazioni, posizionamento dinamico classe DP2 garantito da 2 thruster prodieri, integrati nell’impianto di propulsione.

Le NIOC o  Navi Idro Oceanografiche Costiere avranno dislocamento di 2.000 t, una lunghezza di 70m, larghezza di 13m, velocità massima esprimibile di 16 nodi, autonomia di 2000 miglia nautiche a 12 nodi. L’equipaggio sarà costituito da 35 membri ed i posti letto saranno 55.

Potranno eseguire campionamenti idrologici fino a 5000 metri e di sedimenti fino a 3000 metri, rilievi e mappature fino a 5000 metri. Saranno dotate di un ponte di lavoro da 195 mq per moduli IDRO (2 containers a STD ISO da 20 piedi) e di un’imbarcazione da 11 m. Avranno sensori a scafo, un portale laterale per le operazioni di carotaggio e delle benne, LARS per i ROV e UAV. Come la NIOM, anche le NIOC avranno dotazioni sanitarie (infermeria) di livello NATO Role 1.

Per far fronte all’operazione dal punto di vista finanziario, il Ministero della Difesa ha ottenuto un prestito da 220 milioni di euro dalla Banca Europea per gli investimenti per il tramite del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tecnicamente sono previsti un contratto di prestito siglato tra la BEI ed il MEF ed un contratto di progetto tra la BEI e il Ministero della Difesa. Il finanziamento erogato dalla BEI avrà durata di venticinque anni a tassi molto bassi, dato che la BEI raccoglie risorse sui mercati internazionali con l’emissione di obbligazioni tripla A, quindi, estremamente sicure.

Si tratta del primo contratto del genere stipulato tra la Bei e la Difesa e può essere considerato a buon diritto una prova generale in vista dell’utilizzo di una parte (circa 12,5 miliardi di euro) di fondi tra sovvenzioni e prestiti che l’Italia potrà impiegare per finanziare i programmi della Difesa una volta approvato il Recovery Fund anche dal Parlamento europeo.

Il programma NIOM, come indicato dal Documento di Programmazione Pluriennale DPP 2019-2021, sarà pari a 300 milioni di euro, mentre la spesa prevista per le due NIOC sarà di 140 milioni di euro.

Per quanto riguarda il livello operativo, si tratterà di un vero salto di qualità perché tali navi avranno capacità nettamente superiori al Magnaghi, Aretusa e Galatea, considerato che le tre navi attuali dislocano rispettivamente 1700 tonnellate e poco più di 400 tonnellate, con autonomia di 4500 miglia a 12 nodi e 1700 miglia a 13 nodi. Il Magnaghi ha un equipaggio di 135 uomini mentre le due classe Ninfe hanno 31 uomini di equipaggio. Si tratta perciò di navi ben diverse per capacità operative e che permetteranno alla MM di appoggiare anche le missioni in Artico ed Antartide.

Immagini Ministero della Difesa

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