L’accordo siglato ieri tra Leonardo e Rheinmetall AG merita un approfondimento, poiché si va a cristallizzare una situazione che, da assai problematica per l’industria italiana e per il committente Esercito Italiano, volge verso un traguardo nuovo e, probabilmente, insperato per le potenzialità insite tutte da analizzare nel prossimo futuro.
Dal collasso del progetto di partnership con il colosso franco-tedesco KNDS si è passato al matrimonio con l’altro colosso tedesco Rheinmetall nel giro di poche settimane cambiando completamente gli scenari e le prospettive.
L’accordo venuto meno con KNDS per i Leopard 2A8
Al centro del primo accordo, quello con KNDS DE, vi era il Leopard 2A8 IT e le versioni speciali, circa 250 carri armati e mezzi derivati in totale, questi ultimi assolutamente necessari per sostituire gli obsolescenti veicoli su telaio Leopard 1 risalenti ai primi anni Ottanta del passato secolo, più la definizione della ns. partecipazione al programma MGCS portato avanti dalla Francia e dalla Germania, nonché una possibile partnership relativa il grande (per i numeri previsti) programma AICS del Esercito Italiano-
Relativamente quest’ultimo, scartato il Puma perché finché qui si è dimostrato piuttosto problematico, KNDS DE offirva la versione cingolata del Boxer che non incontrava gli entusiasmi italiani.
Per l’Esercito Italiano, come anche scritto su questa rivista, il programma Leopard 2A8 era vitale, poiché l’attuale linea carri armati poggia sugli Ariete C1 che sono in via di parziale ammodernamento nella versione C2 (90 esemplari con altri 35 in opzione su poco meno di 200 carri armati a suo tempo allestiti).
Con il Leopard 2A8 l’EI contava a) di ammodernare sostanzialmente la linea carri armati con il prodotto europeo al vertice della categoria, b) di potenziare la linea carri armati ampliando i reparti affiancando gli Ariete AMV, c) gestire il parco con un mezzo moderno fino all’entrata in linea del MGCS (non prima del 2040), d) svecchiare il parco ultra quarantennale di mezzi speciali su telaio Leopard 1 ormai giunto a fine vita operativa.
Da quanto emerso il rapporto tra Leonardo e KNDS DE è naufragato sul contenuto che il gruppo franco-tedesco avrebbe concesso alla nostra industria che puntava ad una forte italianizzazione del mezzo, anche su spinta dell’Esercito Italiano interessato ad avere un mezzo comunque compatibile con Ariete AMV, Centauro II e versioni più recenti del Freccia, sia per questioni operative, sia per sostenibilità economica, logistica ed addestrative.
Per l’industria italiana, nel caso si fosse trovato l’accordo definitivo con KNDS, si sarebbe trattato di allestire una linea di produzione per le esigenze dell’EI e verosimilmente per gestirne la manutenzione; diverso sarebbe stato il discorso per il Boxer cingolato perché attualmente non risulta in servizio con Paesi Nato e partner, per cui è probabile che l’impegno italiano sarebbe stato sicuramente maggiore anche perché sul punto i paletti posti dal Ministero della Difesa italiano sono parecchio stretti e stringenti.
Alla luce di quanto accaduto, è evidente che Leonardo e Rheinmetall da tempo si parlassero lontano da occhi ed orecchie indiscrete; la trattativa è emersa alla luce del Sole al recente Eurosatory di Parigi con la presentazione nello stand di Rheinmetall della famiglia di veicoli Lynx, tra cui vi era in bella mostra un concept di un mezzo di supporto al combattimento/carro leggero basato sullo scafo del KF41 con una torretta HITFACT Mk II armata di 120/45 mm prodotta da Leonardo.
Cosa succede ora; sicuramente il Leopard 2A8 rappresentava (rappresenta) la soluzione solida e pronta in tempi “rapidi” per eccellenza, mentre il Panther è in buona parte da sviluppare, per cui ci vorrà tempo in più per arrivare ai prototipi, prove e produzione di serie del mezzo che ne sarà derivato per le esigenze italiane. Il pregio del Leopard 2A8 era (é) il numero di carri armati che alla fine saranno prodotti (la Germania è sul punto di ordinarne altri 150 che si aggiungeranno ai 180 circa già sotto contratto tra quelli norvegesi e quelli oggetto del accordo quadro stipulato dalla Bundeswehr anche per clienti stranieri, ai quali a breve si uniranno anche quelli ordinati da Paesi Bassi e Lituania), con una catena logistica già esistente e largamente sperimentata; il limite era (é) l’impossibilità a metterci su mano più o meno pesantemente perché KNDS DE vi si oppone, sia per difendere le sue innegabili capacità, sia per non stravolgere appunto la catena logistica, per cui consente “customizzazioni” limitate al suo prodotto (si può fare riferimento ai Leopard 2A7HUN o i Leopard 2A8NOR per avere un parametro).
Versioni speciali e miraggio MGCS
In più a favore del Leopard 2A8 vi è il discorso delle piattaforme derivate per impieghi speciali, che condividono il telaio e le parti meccaniche, largamente diffuse tra i clienti delle varie versioni del Leopard 2.
Inoltre, c’è il discorso MGCS, un programma a cui la Difesa e l’Esercito Italiano agognano (e forse ora agognavano) a partecipare, programma che in verità è stato portato avanti con non pochi ostacoli e diffidenze reciproche da Berlino e Parigi e che ora, almeno per sommi capi, sembra aver raggiunto un suo equilibrio precario con la suddivisione delle competenze su alcuni degli aspetti del progetto, mentre su altri punti fondamentali (tipo l’armamento principale e le suite di osservazione/direzione di tiro) si è rimandata la scelta, lasciando aperta la possibilità alla realizzazione di versioni alla fine profondamente diverse per i due Paesi committenti.
Da KNDS a Rheinmetall; dal Leopard 2A8 al KF-51 Panther
La scelta del KF 51 Panther che sarà la base del nuovo carro armato sorprende fino ad un certo punto perché Rheinmetall lo presenta come il nuovo MBT europeo in concorrenza alle ultime e recenti versioni del Leopard 2 di KNDS a cui fornisce l’armamento principale.
C’è da dire che allo stato il telaio è quello di un Leopard 2 mentre per l’armamento Rheinmetall punta al suo nuovo cannone da 130 mm; quindi, il lavoro di sviluppo è in buona parte da eseguire, dando per scontato che il Panther definitivo su cui si baserà la “Pantera” italiana (ovviamente è una licenza di stile) sarà piuttosto diverso dai dimostratori fin qui realizzati privatamente dall’azienda tedesca.
La partnership tra Rheinmetall ed Ungheria
Peraltro, vi è da dire che l’anno scorso Rheinmetall ha incamerato l’importante ordine da parte ungherese, ricevendone adeguate risorse, per completare lo sviluppo del KF-51 in vista della sua produzione nello stabilimento ungherese dell’azienda tedesca in partnership con il Ministero della Difesa di Budapest e dell’adozione da parte del Esercito Ungherese che, curiosamente, lo affiancherebbe al Leopard 2A7 HUN.
E’ ovvio che l’Ungheria paga lo sviluppo della versione pensata dalla casa tedesca con gli accorgimenti voluti dal cliente Esercito Magiaro anche perché i numeri saranno limitati ma non troppo; Budapest, infatti, ha in ordine 209 tra IFV Lynx 41 con torretta Lance e versioni posto di comando, da ricognizione, osservatore avanzato di artiglieria, porta mortaio, ambulanza protetta e scuola guida nonché finanzia anche lo sviluppo della versione Skyranger 30 su scafo KF41.
Oltre l’Ungheria anche l’Ucraina avvierà la costruzione su licenza in appositi stabilimenti di Rheinmetall dei vari componenti della famiglia Lynx; tali stabilimenti secondo l’azienda tedesca saranno adeguatamente difesi con appositi sistemi vista la situazione bellica in atto tra Kiev e Mosca.
L’impatto di Leonardo su Panther e Lynx per l’Esercito Italiano
Nel caso italiano, invece, nel comunicato rilasciato congiuntamente dalle due aziende si batte l’accento sulla futura joint venture, con sede in Italia, che assumerà il ruolo di Lead System Integrator, Prime Contractor e System Integrator in entrambi i programmi italiani (MBT ed AICS), in cui i sistemi di missione, le suite elettroniche e l’integrazione delle armi saranno sviluppati e prodotti da Leonardo in base alle esigenze del cliente italiano, cioè del Esercito Italiano.
Proprio tali tecnologie sviluppate per MBT ed AICS costituirebbero inoltre la base per lo sviluppo del futuro MBT europeo (MGCS) e delle nuove versioni destinate all’esportazione internazionale.
Sempre nel comunicato è messo “nero su bianco” che le linee di assemblaggio finale, i test di omologazione, le attività di consegna ed il supporto logistico saranno realizzati in Italia con una quota di manodopera italiana del 60% (che dovrebbe essere comprensiva di Leonardo e Rheinmetall Italia; più incerta la posizione di Iveco Defence Vehicle che con Leonardo, ex OTO Melara, forma il Consorzio IVECO-OTO che ha gestito e fin qui prodotto dalla fine degli anni Ottanta dello scorso secolo tutte le linee cingolate e blindate da combattimento e ricognizione del Esercito Italiano).
Sicuramente bisognerà capire che tipo di armamento porterà la versione italiana del Panther e se quel dimostratore di mezzo supporto al combattimento/carro leggero mostrato a Parigi possa avere un futuro nelle fila del Esercito Italiano, visto che tra le diverse versioni su cui si baserà la famiglia AICS ve ne è una, appunto, destinata a questi scopi armata con un cannone ad alta pressione da 120 mm.
Conclusioni
Quello che appare chiaro è che il Panther o Pantera rappresenterà qualcosa di nuovo rispetto al “grande classico” Leopard 2A8 e che, probabilmente, sarà ben più di un gap filler per come era inteso inizialmente il Leopard 2A8; questa scelta, inoltre, potrebbe giovare al programma AMV del Ariete che con il Leopard 2A8 “quasi pronto e di prossima consegna” vedeva ridotto (di molto) la necessità di essere portato avanti; anzi, ora è probabile che anche quella opzione per i 35 esemplari in più possa essere esercitata dato che, come anticipato, i tempi di sviluppo e messa in produzione dei nuovi MBT non potranno essere rapidissimi visto il lavoro di integrazione delle tecnologie italiane da eseguire a bordo dei nuovi mezzi nonché del allestimento della linea di produzione.
Per stessa ammissione di KNDS, il Leopard 2A8 non avrà ulteriori sviluppi perché è giunto al culmine di un programma iniziato negli anni Settanta. Al contrario il Panther è un prodotto sostanzialmente nuovo che ha enormi margini di sviluppo anche alla luce delle evenienze belliche tra Ucraina e Russia che, sostanzialmente, hanno mostrato i limiti dei carri armati attuali dinanzi a minacce come UAV/UAS, mine ed altri sistemi d’arma.
Inoltre, a questo punto, con un Panther IT di ultimissima generazione in rampa di lancio, la nostra partecipazione (peraltro fin qui osteggiata da Parigi ma anche da Berlino sia pure in forma più blanda) al programma MGCS potrebbe non essere più di vitale importanza; anzi, per Rheinmetall l’alleanza con un partner forte e solido come Leonardo potrebbe essere proprio la chiave giusta per offrire al mercato una sorta di sistema alternativo al MGCS di KNDS, coalizzando attorno l’Italia quei Paesi che fin qui hanno mostrato interesse al programma franco-tedesco ma che, come Roma, ne sono rimasti (finora) fuori nonostante le dichiarazioni di apertura rimaste al momento senza seguito.
Infine, ma non certo per importanza, l’Esercito Italiano immetterrà in linea mezzi ultra moderni di ultimissima generazione che rappresentano lo stato dell’arte di queste tecnologie, probabilmente un unicum nella storia ultra centenaria della Forza Armata, proiettandolo ai vertici in questa categoria.
Per quanto riguarda i veicoli speciali bisognerà guardare a quanto Rheinmetall ha gia allestito, a quanto in via di sviluppo per l’Ungheria ed a quanto proposto per il concorso australiano vinto dal sudcoreano AS21.
Come scritto in apertura, si aprono prospettive del tutto nuove per l’Esercito e l’industria italiana.
Foto @Rheinmetall AG