Il Primo Ministro danese, Mette Frederiksen, ha annunciato un accordo decennale che consentirà agli Stati Uniti di stazionare personale e mezzi militari in modo permanente in Danimarca.
Questo accordo segna una rottura epocale con la politica fin qui seguita dal Paese, che, dall’avvenuta adesione alla NATO nel 1953, ha sempre rifiutato di ospitare basi militari o testate nucleari straniere per evitare tensioni con l’Unione Sovietica prima e con la Russia dopo.
Ma, evidentemente, dal 2014 la situazione in Europa orientale è profondamente mutata, con la persistente aggressione russa ai danni dell’Ucraina e lo stato di tensione tra Mosca e la NATO, ha convinto il Governo di Copenhagen a mutare la propria politica, anche alla luce dei similari accordi stipulati dagli altri Paesi scandinavi con gli Stati Uniti.
Pertanto, in base all’accordo stipulato con la Danimarca gli Stati Uniti avranno accesso alle basi aeree di Aalborg, Karup e Skrydstrup e potranno utilizzare anche il porto di Esbjerg per il trasporto di personale ed armamenti in tutta Europa.
Come detto, la decisione di permettere alle truppe statunitensi di operare in Danimarca fa parte di un trend regionale più ampio, con Finlandia e Svezia che hanno già firmato accordi simili con gli Stati Uniti nonché con la Norvegia con la quale Washington ha potenziato la partnership con le truppe statunitensi che operano, insieme a quelle norvegesi e britanniche nella regione artica del Paese scandinavo.
Secondo il Premier Frederiksen tale accordo rafforzerà l’accesso degli Stati Uniti all’Europa ed al Mar Baltico, contribuendo così alla difesa collettiva della NATO in Europa.
L’accordo prevederà anche la preminenza della giurisdizione statunitense per i reati commessi dai militari di Washington commessi in Danimarca, fatte salve alcune fattispecie di illeciti che rimarranno di competenza danese, e dovrà essere ratificato dal Parlamento di Copenhagen che, a tal fine, provvederà a modificare la legislazione in vigore.
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