Onera, laboratorio aerospaziale francese lavora lavorando ad un’arma laser in grado di inabilitare i satelliti di osservazione nemici, senza peraltro distruggerli.
E’ la risposta che Parigi intende dare alla crescente militarizzazione dello spazio da parte degli Stati Uniti, della Russia e, soprattutto, della Cina.
Onera, laboratorio statale per la ricerca aerospaziale, venerdì scorso ha rilasciato una dichiarazione di essere impegnata a lavorare su future armi laser anti-satellite, intese a rendere inefficaci i satelliti di osservazione situati tra i 400 e i 700 km di altitudine dalla superficie terrestre.
Il detto laboratorio impiega una tecnologia nota come “ottica adattativa” sulla quale, peraltro, non ha rilsciato ulteriori informazioni.
L’effetto desiderato non è quello di distruggere il satellite, ma di impedirgli di svolgere la sua missione, convogliando l’energia laser per poter danneggiare i pannelli solari del satellite nemico.
Peraltro, il raggio laser potrebbe essere indirizzato anche sui sistemi ottici e/o radar installati per accecarlo.
Uno studio sull’argomento, finanziato dalla Direzione Generale per gli Armamenti (DGA), è stato promosso quattro anni fa, ma è la prima volta che Onera comunica in pubblico su questo argomento riservato.
La corsa alla militarizzazione dello spazio
Negli ultimi dieci anni, è iniziata la militarizzazione dello spazio sotto l’influenza di Stati Uniti, Cina e Russia e di altri paesi che hanno sviluppato tecnologie spaziali e satellitari.
Si è dinanzi ad una vera “arsenalizzazione“,per usare il termine adottato al Ministero della Difesa di Parigi.
Negli ultimi anni non sono mancate prove di sistemi d’arma cinetiche anti satellite ai quali si aggiunge il prevedibile impiego di armi laser in funzione anti satellite.
Il grido d’allarme francese
Il Ministro della Difesa Florence Parly ha suonato il campanello d’allarme nel mese di settembre 2018, rivelando che era stato riscontrato un tentativo di spionaggio da parte del satellite russo Louch-Olymp nei confronti del satellite franco-italiano Athena-Fidus.
In qual frangente, il Ministro Parly parlò di un vero e proprio tentativo aggressivo messo in atto dalla Russia, rilanciando il discorso sulla protezione dei satelliti di ogni tipo ed in specie di quelli per l’osservazione terrestre di natura militare.
A suo tempo il Generale Friedling disse che le minacce possono essere di natura informativa – come quelle condotte dal satellite russo Luch-Olymp – o di natura informatica, per operazioni di interferenza dei segnali di trasmissione, per l’accecamento dei sensori ottici sino ad arrivare alla distruzione dei satelliti stessi.
Minacce russe e cinesi
In questo settore i russi hanno sviluppato il laser Sokol e un laser denominato Peresvet, presentato dal Presidente Putin nel marzo 2018, che potrebbe avere anche capacità anti-satellite.
Oltre la minaccia russa, preoccupa seriamente l’attivismo cinese nel militarizzare lo spazio.
Allo stato attuale, non è possibile l’impiego di armi laser da satelliti contro bersagli terrestri, a causa della potenza energetica che dovrebbe essere impiegata dal satellite per poter generare il raggio laser.
Acquisendo capacità extra-atmosferiche, le Forze Armate dei paesi interessati sperano di poter operare nello spazio e di ridurre l’efficacia delle unità nemiche in terra, mare e nell’aria.
Pearl Harbor spaziale
Una prospettiva tanto plausibile che aveva spinto l’Amministrazione Bush a evocare nel lontano 2001 “un rischio di una Pearl Harbor spaziale” perché, in caso di conflitto che coinvolga nazioni che abbiano capacità spaziali e satellitari, è prevedibile che qualsiasi operazione strategica partirà proprio dallo spazio, trasformandolo in un appendice del campo di battaglia terrestre-aeronavale.
(Foto MBDA, Agenzia Spaziale Italiana)
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