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Peggiora la situazione tra Etiopia ed Egitto

Domenica scorsa in occasione della cerimonia per la Giornata della sovranità, il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed ha pronunciato un duro avvertimento nei confronti degli attori esterni che minacciano la sovranità del Paese, affermando che l’Etiopia provvederà ad umiliarli.

L’intervento del premier etiope avviene al culmine di una crisi che ha raggiunto i livelli di guardia e che vede l’Etiopia e l’Egitto confrontarsi non solo per la questione della diga Rinascimento (Grand Ethiopian Renaissance Dam) sul Nilo Azzurro il cui riempimento preoccupa enormemente Il Cairo, ma anche sul Somaliland.

Quest’ultimo da anni ha proclamato l’indipendenza da Mogadiscio che non l’ha mai riconosciuta; peraltro, il Somaliland si comporta come uno Stato a sé stante ed intrattiene rapporti commerciali e militari con l’Etiopia e non solo.

La tensione nell’area ha raggiunto i massimi livelli allorquando, a seguito del annuncio dell’accordo tra Hargheisa, “capitale” del Somaliland, ed Addis Abeba per la concessione di un’area di 20 km destinata alla costruzione una base navale militare e commerciale, il tanto agognato “sbocco al mare” inseguito da sempre dall’Etiopia dietro il riconoscimento formale dell’indipendenza da parte etiope, alle prevedibili minacce proferite da Mogadiscio di intervento militare si è aggiunta l’offerta egiziana di inviare fino diecimila militari a supporto del Esercito Somalo.

Questi militari egiziani sarebbero inviati nel ambito di una nuova missione dell’Unione Africana per contrastare il movimento Al-Shabaab fortemente radicato nella ex colonia italiana.

L’Egitto è entrato in scena a seguito dell’accordo firmato all’inizio dello scorso mese agosto durante una visita di Stato del presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud al Cairo, in occasione della quale i due Paesi hanno stretto un accordo militare; gli aiuti egiziani non si sono fatti attendere e due C-130H Hercules della El Qūwāt El Gawīyä El Maṣrīya (più nota come Egyptian Air Force) a fine mese hanno iniziato a scaricare mezzi e materiali a Mogadiscio, mettendo in allarme l’Etiopia.

Il Governo di Mogadiscio vuole espellere i militari etiopi dalla Somalia sostenendo che i loro mandato nell’ambito della missione a guida dell’Unione Africana si esaurirà entro la fine del anno, mentre le autorità di Harghiesa si oppongono; il Governo Somalo adombra la possibilità di intervento militare, in caso di permanenza dei militari di Addis Abeba, sostenendo l’illegalità della presenza etiope sul suolo somalo senza mandato.

Su tutto questo incombe la Turchia che è spettatrice più che interessata della questione e che ha avviato una mediazione al momento senza riscontri positivi, avendo in essere rapporti strettissimi con il Governo di Mogadiscio che, a fronte di aiuti economici e militari concessi dai turchi, ha rilasciato concessioni estrattive e minerarie ad Ankara, oltre tutta una serie di appalti “civili” per la ricostruzione del Paese.

Inoltre, il Presidente turco Erdogan e quello egiziano al Sisi si sono recentemente incontrati e, dopo anni di reciproco ostracismo, hanno deciso di rilanciare i rapporti tra i due Paesi, dal piano economico, a quello militare e diplomatico.

Foto via social network

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