L’Aeronautica Russa lamenta la perdita di un A-50 AEW&C abbattuto e il forte danneggiamento di un Il-22M attrezzato per operazioni di intelligence elettronica e relè di comunicazione.
L’Ucraina rivendica il successo; peraltro, la posizione presunta del doppio ingaggio nel Mare di Azov porterebbe a pensare più a “fuoco amico” piuttosto che ad una complessa azione di intercettazione da parte delle Forze Armate ucraine.
L’unica foto che è finora circolata del Il-22M colpito ne mostra la coda, i timoni e la parte della carlinga investite da schegge tipiche di una testata esplosiva a frammentazione; ma è una foto del aprile 2022.
Diverso è il discorso per l’A-50, numero di matricola RF-50601, di cui non si hanno notizie e riscontri fotografici; l’Aeronautica di Mosca prima del conflitto in corso con l’Ucraina disponeva di una decina tra A-50 ed A-50U ammodernati; di questi ultimi sette/otto esemplari erano stati ammodernati e riconsegnati all’Aeronautica Russa. L’unico riscontro è un presunto video dei resti del velivolo e del equipaggio rinvenuti nell’area di Berdyansk.
Si dice che a bordo del Mainstay fosse presente il Tenente Generale O. Pchela, la “mente” ed artefice delle prime ondate di attacchi missilistici sull’Ucraina nel febbraio-marzo del 2022.
Il Beriev A-50 è entrato in servizio nella prima metà degli anni Ottanta ai tempi dell’Unione Sovietica; può essere considerato una sorta di contraltare del Boeing E-3 Sentry dell’USAF e della NATO (è in servizio anche in Francia ed Arabia Saudita mentre è stato radiato nel Regno Unito).
A similitudine del Sentry, il Mainstay è progettato per svolgere missioni di posto comando, monitoraggio dello spazio aereo, intercettazione di comunicazioni e guida di velivoli impegnati in missione di combattimento.
L’A-50 è un sistema accreditato di essere in grado di rilevare bersagli aerei fino a 230 km di distanza ed anche navali non oltre i 400 km.
L’intelligence britannica nel novembre dell’anno scorso aveva precedentemente valutato che la Russia “probabilmente ha iniziato a utilizzare gli A-50… per identificare obiettivi sopra l’Ucraina” a favore dei suoi sistemi di difesa aerea S-400, questo anche in previsione del dispiegamento da parte ucraina dei caccia bombardieri F-16 ceduti da Paesi europei con il consenso degli Stati Uniti.
In Russia tarda ad entrare in linea del sostituto del A-50U, l’A-100 il cui dispiegamento operativo è stato spostato temporalmente a causa dello scoppio delle ostilità con l’Ucraina; attualmente, è in previsione che entri in servizio non prima del 2025 ma è ipotizzabile che, stante la grave crisi in cui versa l’industria aeronautica russa colpita dalle sanzioni e che deve far fronte alle esigenze belliche, possa ulteriormente slittare.
Se fosse confermata l’ipotesi di “fuoco amico”, sarebbe un ulteriore caso di una ormai lunga serie di abbattimenti di velivoli russi da parte dei sistemi contraerei di Mosca, evidentemente, alle prese con gravi problemi di identificazione e di coordinamento con le forze aeree che stanno pagando un caro prezzo in termini di velivoli ed equipaggi abbattuti, oltre quelli per mano ucraina e dovuti all’usura dei mezzi impiegati.
Alternativamente, rimane sul tavolo l’ipotesi di un doppio colpo fortunato ucraino (Patriot, Harm?) e, comunque, anche in quest’ipotesi sarebbero pesantissime le responsabilità della difesa antiaerea russa incapace di allertare ed intervenire a difendere uno spazio aereo che, teoricamente, dovrebbe essere sicuro.
Si vedrà nei prossimi giorni se emergeranno nuovi elementi per ricostruire la vicenda, anche per valutarne gli effetti immediati e nel medio-lungo periodo, considerato che sono “assetti” difficilmente sostituibili in breve tempo stante la necessità di allestire le attrezzature e convertire i velivoli con tutte le attività correlate.
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