“Nel breve termine, la tecnologia stealth delle nostre piattaforme di quinta generazione, F-22 e F-35, è il prezzo dell’ammissione al combattimento. La letalità dei sistemi avanzati di difesa aerea continua a crescere contro i velivoli di quarta generazione”.
Generale Mark Welsh, ex Chief of Staff, U.S. Air Force
L’Esercito Svizzero «difende il Paese e ne protegge la popolazione».
Per poter continuare ad adempiere questo mandato costituzionale, le Forze aeree devono rinnovare la quasi totalità dei loro mezzi per la protezione della Svizzera dalle minacce aeree. Gli aerei da combattimento F/A-18 Hornet raggiungeranno la fine vita nel 2030, mentre, ora, i rimanenti Tiger F-5 possono essere impiegati per il servizio di polizia aerea unicamente durante il giorno ed in buone condizioni di visibilità, non avendo peraltro alcuna possibilità di successo contro un avversario dotato di velivoli anche di poco più moderni.
Per questo motivo, il Consiglio Federale elvetico ha autorizzato il Dipartimento Federale della Difesa, della Protezione della popolazione e dello Sport (DDPS) a pianificare il rinnovo di tutti i mezzi attualmente in servizio o mancanti (come la difesa aerea a medio-lungo raggio) per un importo massimo di 8 miliardi di CHF.
Per quanto riguarda la sostituzione dei due velivoli da combattimento, i pochi ed anziani caccia leggeri Northrop F-5E Tiger IIin servizio dal 1978 ed il più moderno bi-reattore McDonnell-Douglas (ora Boeing) F/A-18C/D Hornet, il DDPS ha pre-selezionato 5 produttori di aerei per presentare un’offerta che comprenda il 100% offset industriali per le industrie elvetiche, il supporto logistico, l’addestramento e naturalmente l’acquisto di “fino a” 40 aerei.
La valutazione coordinata da Armasuisse, denominata Air2030, ha previsto l’analisi delle offerte ricevute, le prove a terra ed in volo dalla base di Payerne degli aerei oggetto di offerta con personale svizzero (tutt’ora in corso), la verifica di compatibilità di piste, raccordi, hangar, shelter (incluse le famosissime caverne di Meiringen), l’analisi dei dati raccolti e la successiva presentazione al Consiglio Federale entro settembre 2019 per arrivare alla stipula del contratto finale entro la metà del 2020.
Gli aerei dovranno entrare rapidamente in linea auspicabilmente a partire dal 2025, anno in cui inizierà il “phase-out” degli Hornet superstiti.
Eurofighter (tramite Airbus), Boeing, Dassault, Lockheed Martin e Saab sono i produttori coinvolti nel requisito svizzero con i loro aviogetti EF-2000 Typhoon, F/A-18E/F Super Hornet, Rafale, F-35A e Jas-39E Gripen NG.
Non selezionato l’altro aereo best-seller di Lockheed Martin, l’F-16 nella sua più recente e “gadgettata” versione V.
La conferenza stampa ufficiale a margine dei tiri di aviazione di Axalp 2018 tenuta dal nuovo Comandante delle Forze Aeree Svizzere “Divisionario” Bernhard “Beni” Müller ha ben descritto il quadro politico-militare internazionale con il ritorno della politica di potenza e la strada da percorrere per arrivare al rinnovamento della flotta di aerei da combattimento.
L’intervento di Müller è proseguito, ricordando che gli aerei da combattimento rimangono mediamente in servizio almeno una trentina d’anni e che non sia possibile prevedere oggi, in uno specchio temporale così ampio, quale potrebbe essere la situazione mondiale all’entrata in servizio di nuovi mezzi ed in che scenario anche tecnologico sarebbero chiamati ad operare, conseguentemente quale politica in materia di sicurezza possa essere attuata ora e quali aeroplani saranno adatti alle sfide di domani, ovvero dopo il 2030.
Tutto questo introduce la presentazione del quarto candidato la cui valutazione è in fase finale, ovvero l’unico vero aereo di quinta generazione attualmente in servizio al mondo ed in grado di assolvere ai compiti del “dopo 2030”: il Lockheed Martin F-35.
Il 7 giugno scorso abbiamo partecipato alla giornata che Lockheed Martin, Armasuisse (l’ente che coordina gli acquisti di materiale per la difesa) e Schweizer Armee hanno dedicato ai Media e Aviation Enthusiasts (Media Day ufficiale la mattina e Spotters Day il pomeriggio).
L’informazione d il rispetto del pubblico e dei media sono tenuti in grande considerazione a ogni livello; sia le Forze Armate che Armasuisse producono comunicati con cadenza regolare e la scelta dei candidati per il nuovo velivolo da combattimento è stata ampiamente pubblicizzato; partecipazione agli eventi, pubblica, è stata affrontata in modo strutturato, professionale, trasparente e condiviso con i media con largo anticipo.
Con l’esclusione degli organi d’informazione pubblica, è stato infatti possibile iscriversi tramite dedicati siti internet per Media Day e Spotters Day di ciascuna dimostrazione fino al raggiungimento del numero massimo di candidati previsto da Armasuisse; le iscrizioni si sono svolte entro un lasso temporale specifico e non sono state concesse deroghe o favori ad alcuno.
Una mail di conferma con le istruzioni, superate le verifiche di rito, è giunta agli invitati iscritti. Di sicuro, sul punto delle public relations la Svizzera ha adottato un policy ammirevole e meritevole di essere replicata.
In Svizzera, la condivisione (sempre entro certi limiti) di decisioni sensibili che toccano da un lato la sicurezza nazionale, l’industria e l’occupazione- per non dimenticare l’impatto sui contribuenti – avviene con l’adeguato risalto e condivisione con i cittadini della Confederazione che in molte situazioni sono chiamati alle urne a scegliere o bocciare le scelte del Consiglio Federale tramite referendum, anche per convalidare o respingere l’acquisto di aerei da combattimento.
Nel 1993, IL 57,2% degli elettori svizzeri votò a favore dell’acquisto di 34 F/A-18 Hornet (4 biposto) ma, chiamati alle urne nel maggio 2014, l’acquisto di 22 caccia Saab Jas-39C/D Gripen, fu bocciato dal 53,4% dei votanti.
Erano di quel periodo le polemiche roventi che gravitavano attorno al Joint Strike Fighter e gli analisti di allora ritennero che lo scenario in cui il voto fu organizzato influenzò l’esito della votazione.
Cinque anni dopo, il Gripen E è ancora un prototipo, l’Eurofighter Tranche 4 (caldeggiato da Airbus per la Luftwaffe tedesca) non vola affatto.
Il Super Hornet nella versione Block III è in fase di industrializzazione e può garantire il 60% di compatibilità con le strutture attuali che supportano l’attuale flotta di Hornet “legacy”, mentre il Rafale (versione F4) di Dassault è spinto da pressioni governative fortissime e dall’acquisto recente di 19 addestratori Pilatus PC-21 da parte dell’Armée de l’Air che potrebbe (attorno al 2030… coincidenza?) sostituire gli obsoleti Alpha Jet E della Patrouille de France proprio con i turboprop svizzeri.
Quelli appena elencati, checché ne dicano i costruttori, sono aerei di quarta generazione o, come si suole definire, di quarta plus (4+).
L’F-35 per la Svizzera
A differenza dei precedenti costruttori che hanno inviato una coppia di aerei tra i quali velivoli bi-posto, Lockheed Martin e USAF hanno portato in Svizzera 4 F-35A Lightning II del 34th Fighter Squadron “Raw Rams” di stanza a Hill AFB, Utah, preceduti da un cargo Boeing C-17A “Globemaster III” del 437Th AW/315Th “Charleston” dell’ “Air Mobility Command” che ha scaricato uomini e materiali.
I 4 F-35A arrivati a Payerne nella serata del 31 Maggio scorso provenivano dalla base di Aviano dove sono giunti assieme ad altri 8 aerei.
La conferenza stampa di presentazione del velivolo F-35 SI è svolta attorniata da un massiccio sforzo di marketing a più livelli (brochure informative, modelloni dell’aereo, simulatori di volo, casco e ALIS, gadgets vari, dépliant ma anche accompagnati da un sontuoso servizio di catering non solo per media e autorità ma anche…. udite udite…. per gli spotters e semplici cittadini che si sono avvicinati alle reti della base di Payerne.
Uno scenario di questo tipo molto difficile da vedere alle nostre latitudini.
A detta di molti, Lockheed Martin ha ampiamente surclassato, almeno a livello commerciale, le presentazioni di Airbus, Boeing e Dassault e vedremo cosà farà Saab in qualità di ultimo contendente a presentare il proprio areo.
La conferenza stampa ha visto la partecipazione di Steve Callaghan di Lockheed Martin, Direttore Programmi F-35 & Navy, dei militari USAF Colonnello David Buchanan (USAF) del Joint Program Office (JPO), Colonnello Drew “Growler” Allen dell’USAF Integration Office, Colonnello Michael Miles del 388th Maintenance Group commander, Hill AFB e di John “Bama” Montgomery di Northrop-Grumman Airborne C4ISR Systems.
Altri dirigenti di Pratt&Whitney (fornitore motore) e Lockheed hanno contribuito al Media Day.
Gli oratori di Lockheed Martin hanno compreso il requisito elvetico e riaffermato quanto sia importante per la Svizzera mantenere la neutralità politica e militare, ma in un mondo sempre più turbolento che si evolve continuamente, l’F-35 è la migliore piattaforma che è offerta alle forze armate svizzere per adeguarsi ed affrontare al meglio queste minacce, ora come nelle decadi a venire. La pace e la stabilità sono troppo importanti per non essere garantite e l’F-35, con la sua tecnologia rivoluzionaria, consente alle nazioni che se ne dotano, piccole o grandi che siano, di mantenere la Pace attraverso questo punto di forza che è il velivolo di 5a generazione offerto.
Selezionando il JSF, la Svizzera entrerebbe ovviamente nel gruppo di 13 nazioni che attualmente lo hanno ordinato e in un mondo dove le minacce sono sempre più sofisticate, l’F-35 offre alla missione di air-policing (primaria per la Schweizer Luftwaffe) altrettanto sofisticate capacità di risposta.
L’intervento del Colonnello Drew “Growler” Allen, pilota, è stato incentrato sulle capacità tecniche del velivolo e le sue caratteristiche peculiari che consentono un rapido decollo ed il raggiungimento della quota di crociera in pochissimo tempo grazie al motore più potente mai montato su un aereo da combattimento che entro pochi anni dovrebbe superare le 41’000 libbre di spinta grazie ai nuovi investimenti e progetti di miglioramento di questo già efficiente ed affidabile prodotto di Pratt&Whitney.
L’altro aspetto sottolineato, è la capacità dell’F-35 di rimanere in volo più a lungo di tutto gli altri contendenti, riducendo il numero di sortite giornaliere; infatti, nessuno dei contendenti può andare più lontano e rimanere in aria più di quanto ottenibile dall’F-35.
La Svizzera non è dotata di aerofornitori, pertanto l’autonomia del nuovo caccia può essere un aspetto cruciale.
Il Colonnello David Buchanan, oltre ad illustrare lo “state of the art” del Joint Strike Fighter Program” ha tenuto a sottolineare che il costo unitario di 80 milioni di $ è competitivo con gli aerei legacy di 4a generazione.
Più di 400 aerei consegnati, saranno 868 nel 2022 e oltre 500 in Europa entro il 2030; oltre 200’000 ore volate, 850 piloti e 7500 airmen formati dislocati su 17 basi che diverranno 30 nel 2022 ne fanno già ora un best-seller.
Circa le opportunità industriali, è stato precisato che il 25% di ciascun aereo in volo nel mondo monta componenti fabbricate in Europa ed anche gli aerei svizzeri avranno di sicuro a bordo parti “Made In Switzerland”.
Di sicuro è questo l’anello debole della proposta di Lockheed Martin, l’offset 100% dovrà pertanto essere raggiunto attraverso altri programmi.
Nel breve Question Time che ha chiuso la parte ufficiale e preceduto la visita in pista per fotografare uno dei 4 aerei presenti in base ed assistere ai decolli e atterraggi della seconda missione mattutina (ogni missione di test prevede 4 F/A-18 Hornet affiancare 2 aerei in valutazione) , abbiamo domandato al JPO circa il futuro di Cameri, sede di uno dei 3 stabilimenti in grado di sfornare aerei completi nel quadro del programma JSF.
Ufficialmente, tutti i siti producono parti importanti dell’F-35, risultati di accordi molto complessi. La produzione di aerei al di fuori della linea di Fort Worth, TX è essenzialmente frutto di accordi tra governi e al momento, oltre agli aerei italiani (28 entro il 2022 tra prodotti e in produzione) per lo stabilimento novarese sono certi solo i 29 F-35A in produzione per la Royal Netherlands Air Force, mentre non ci risultano ancora ordinati i “long lead materials” destinati alla fabbricazione di velivoli italiani post-2022.
Così sotto-occupata, con una manciata di aerei all’anno (la FACO potrebbe, a pieno regime, produrne tra i 15 e 24 all’anno) l’utilizzo del sofisticato impianto di Cameri co-gestito da Leonardo e Lockheed Martin per conto della Difesa Italiana parrebbe, se non adeguatamente sponsorizzato, una grande opportunità per ora sprecata a discapito di occupazione, indotto e credibilità nazione-sistema paese, obbligando AM e MM a ricevere con estrema lentezza gli aerei di cui avrebbero bisogno.
La conferenza stampa si è conclusa con il “recap” dei punti a favore dell’F-35 che Armasuisse e legislatori dovrebbero considerare come punti cardine in sede di scelta finale:
- F-35 a supporto difesa aerea svizzera per i prossimi 40 anni con sviluppo a spirale volto a mantenerli costantemente up-to-date.
- L’aereo più performante per le missioni di Air Policing svizzere.
- Modernizzazione pianificata e supporto logistico.
- Economia di scala e sostenibilità.
- Partecipazione industriale a supporto della neutralità svizzera.
- Opportunità di integrazione e cooperazione con USA ed operatori regionali dotati dello stesso velivolo.
Durante le missioni alle quali abbiamo potuto assistere, non abbiamo riscontrato problemi agli aerei presentati in volo, così come l’uscita ed il rientro negli hangar sono avvenuti senza particolari problemi; del resto, l’F-35A è molto più contenuto in termini di dimensioni massime rispetto agli attuali Hornet legacy che, come il “fratello maggiore” Super Hornet hanno la possibilità di ripiegare le ali per ridurre l’ingombro in larghezza:
F-35A L: 15,67m W: 10,70m H: 4,33m
F/A-18C/D L: 17,07m W: 11,43m H: 4,66m
Gli altri contenders:
Rafale L: 15,27m W: 10,86m H: 5,34m
Typhoon L: 15,96m W: 10,95m H: 5,28m
F/A-18E/F L: 18,31m W: 13,62m H: 4,88m
Gripen E L: 15,2m W: 8,6m H: 4,5m
I tests sono proseguiti con alcune missioni sulla base alpina di Meiringen dove gli spazi più angusti ed il ricovero nelle caverne possono diventare elementi di una certa rilevanza nel momento in cui verranno comparati tutti i dati raccolti durante il processo di selezione.
Con l’F-35 si sono chiuse le fasi di dimostrazione a terra ed in volo, perché Armasuisse, con una nota del 13 giugno, ha invitato Saab a non partecipare alla valutazione del Gripen E che non è ancora operativo ed è tutt’ora sottoposto a tests da parte di Saab; come è noto, tra i requisiti di Air2030 vi è la condizione che gli aerei ammessi alle sessioni di valutazione a terra e in volo siano operativi nel corso del 2019, e il Gripen E non lo è.
Secondo quanto riportato dal prestigioso quotidiano Tages Anzaiger, entrato in in possesso di una lettera di Armasuisse inviata ai 5 costruttori lo scorso gennaio e firmata dal Direttore dell’ente Darko Savic, la direzione degli armamenti elvetica avrebbe duramente ammonito i partecipanti a non inviare aerei non in grado di soddisfare i tests richiesti in sede di requisito.
Savic avrebbe altresì spiegato che né la sua direzione né il popolo elvetico avrebbero accettato giustificazioni sulla non prontezza di determinati apparati previsti sull’aereo e tutt’ora non pronti o in fase di definizione.
Se uno dei requisiti era di testare aerei veri, in volo e non prototipi non ancora certificati, significherebbe per Armasuisse che non sono velivoli maturi ed affidabili per eseguire i compiti loro richiesti all’entrata in servizio. L’esclusione dalla gara, viene precisato da Tages Anzeiger, avrebbe potuto essere presa anche a tests di volo in corso.
Le conseguenze di questa clamorosa svolta potrebbero significare che Saab è fuori da Air2030 e certamente rappresenta uno smacco pesante per il costruttore svedese in termini di immagine e di marketing del Gripen E.
In un comunicato emesso subito dopo la diffusione dell’esclusione dalle prove in volo, Saab afferma che “Il Gripen E è la scelta migliore per la Svizzera e l’offerta presentata in Gennaio è ancora valida. Saab è pronta a consegnare nei tempi richiesti almeno 40 aerei da combattimento pianamente conformi ai requisiti e dotati di tutti gli apparati indicati nell’offerta”.
Salvo clamorosi sviluppi, il Gripen E è ad oggi escluso da Air2030 che, stando ad un sondaggio commissionato dallo stesso giornale, vedrebbe ad oggi vincitore l’F-35 seguito da Super Hornet e Rafale.
Testo ed immagini © Gianluca Conversi – All rights reserved
(Si ringraziano Armasuisse , le Forze Aeree Svizzere, Lockheed Martin ed il personale della base
aerea di Payerne)