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Problemi tra Airbus e Dassault nello sviluppo del FCAS/SCAF

Nel corso di una conferenza stampa a Parigi l’Amministratore Delegato di Dassault Aviation, Eric Trappier, ha fatto il punto sullo sviluppo del New Generation Fighter che impegna Francia, Germania e Spagna.

La situazione delineata dal AD di Dassault non è tra le più rosee; infatti, a sua detta, non sarebbe finito lo scontro tra Airbus e Dassault che, sin dall’inizio, ha caratterizzato il programma FCAS/SCAF.

Il programma voluto dal Presidente Macron e dall’allora Cancelliere Merkel nasce per dotare l’Armée de l’Air et de l’Espace e la Luftwaffe di un velivolo da combattimento di 6a generazione da immettere in servizio tra il 2035-2040.

Successivamente, al programma si è unita anche Madrid che, non avendo adottato il caccia bombardiere Lockheed Martin F-35A Joint Strike Fighter, ha la necessità di programmare la sostituzione dei caccia di 4,5a generazione Eurofighter.

Le problematiche sulla suddivisione del lavoro tra Airbus e Dassault, a detta di Trappier, non sarebbero state superate con le continue negoziazioni con la parte tedesca sempre dure.

Ora, i problemi si stanno concentrando sulla fase di sviluppo avanzata del NGF, con Dassault che, a chiare lettere, ne rivendica la titolarità e sostiene che dovrà essere eseguita principalmente in Francia. Questo nuovo “fronte” di polemiche sta rallentando pesantemente il programma che dovrebbe portare alla realizzazione di un primo dimostratore di tecnologie entro il 2025.

Ma per Dassault i problemi non finiscono qui, perché la possibile adozione ad interim di un nuovo caccia bombardiere statunitense, in grado di poter impiegare munizionamento nucleare, potrebbe rappresentare un ulteriore macigno sul programma FCAS/SCAF.

Infatti, il precedente Governo Tedesco guidato dal Cancelliere Merkel, per ragioni politiche che si scontravano con le esigenze operative della Luftwaffe, aveva posto il veto all’acquisto di caccia bombardieri F-35A, aprendo la possibilità all’acquisto dei Boeing F/A-18E/F Super Hornet e dei velivoli per soppressione delle difese aeree EA-18G Growler.

Nell’impasse la Luftwaffe è costretta ad operare con i Tornado IDS che hanno ormai raggiunto i quaranta anni di attività e che sono sottoposti ad un programma costosissimo, oltre 6 mld di euro, di completa revisione e sostituzione delle componenti obsolete da parte di Airbus. Nonostante questo profondo intervento, i velivoli in questione dovranno lasciare la linea entro la fine del decennio. Pertanto, la Luftwaffe ha la necessità di ottenere in tempi brevi” un certo numero di velivoli atti ad impiegare il munizionamento nucleare B-61-12 LEP (Life Extension Program) per sostituire i venerandi Tornado IDS configurati anche per l’utilizzo di armi kuke.

Il Governo Tedesco di coalizione rosso-verde-liberale, a fronte di polemiche crescenti, ha riconfermato la volontà di non abbandonare il gruppo di condivisione nucleare della NATO ed il nuovo Ministro della Difesa Tedesco ha aperto ufficialmente alla possibilità di rivedere la decisione presa dal predecessore, rimettendo in gioco l’F-35A.

Inoltre, sono da segnalare altri due indizi interessanti; la LOI tedesca per i Super Hornet ed i Growler era attesa a dicembre spostata prudenzialmente a gennaio ma finora non si è materializzata e negli Stati Uniti i Super Hornet sono stati dichiarati ufficialmente non in grado di impiegare munizionamento B-61-12.

Questo ultimo fatto non impedisce certamente al Super Hornet anche un impiego nuke ma rende necessario il programma di certificazione che non interessa agli Stati Uniti che per quel ruolo ha già gli F-35A ed i bombardieri B-2. Evidentemente, se la Germania volesse insistere nel acquisto dei Super Hornet, per renderli idonei all’impiego della B-61-12 dovrebbe “caricarsi” i costi del programma di certificazione e, ovviamente, ottenere la preliminare autorizzazione statunitense in tal senso (per nulla scontata vista la delicatezza della questione).

Dassault da parte sua rivendica nei confronti di Airbus una sorta di “supremazia tecnologica” nata con i Mirage e proseguita con i Rafale ed ha dichiarato che, se la collaborazione franco-tedesca dovesse fallire, avrebbe pronto un piano alternativo per proseguire lo sviluppo del NGF.

Nel frattempo Regno Unito, Italia, Svezia e Giappone, sia pure a diverso titolo, sono impegnate nel programma Tempest volto a realizzare un velivolo di 6a generazione.

Curiosa è la posizione di Leonardo che è direttamente impegnata nel programma Tempest ed indirettamente, tramite la partecipazione societaria in Hensoldt, nel programma franco-tedesco-spagnolo.

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