Lo scorso 24 marzo in occasione del vertice NATO tenuto a Bruxelles si sono incontrati il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi ed il Presidente Turco Recep Tayyip Erdoğan.
Al centro dei colloqui la ripresa della cooperazione tra Parigi, Roma ed Ankara per lo sviluppo, l’industrializzazione ed il dispiegamento di un sistema di difesa missilistica da parte della Turchia.
Il Presidente Draghi si è detto fiducioso che a breve le parti si potranno incontrare per la ripartenza del programma.
Come è noto, nel 2017 la Turchia siglò un accordo con il consorzio Eurosam per far consentire la partecipazione delle sue industrie ad un programma di sviluppo derivato dal SAMP-T.
Successivamente, nel 2018 fu trovato un accordo intergovernativo in merito per una fase di studio iniziale di diciotto mesi.
Peraltro, il programma si è arenato a seguito della decisione della Turchia di intervenire in Siria nel Kurdistan, azione militare fortemente osteggiata dal consesso internazionale ed in primis da Parigi.
Inoltre, nelle more la Turchia ha acquistato il sistema missilistico russo S-400 suscitando l’ira degli Stati Uniti che hanno estromesso Ankara dal programma militare ed industriale del F-35 Lightning II.
I rapporti tra Francia e Turchia sono peggiorati progressivamente anche per la decisione di Parigi di appoggiare le rivendicazioni cipriote sulla ricerca e sfruttamento dei giacimenti di gas attorno l’isola, mossa questa fortemente osteggiata da Ankara, nonché di approvare importanti commesse militari a favore della Grecia, tra cui nuove fregate multiruolo e caccia bombardieri Rafale.
L’attuale guerra in corso tra Russia ed Ucraina ha riportato indietro gli orologi a prima del 2019 e la NATO si è ricompattata dinanzi la gravissima crisi; pertanto, è altamente probabile che il programma turco per un sistema di difesa d’area antiaereo ed antimissile possa riprendere vigore in tempi brevi.