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An Italian air force F-35A Lightning II assigned to the 32nd Wing, Amendola Air Base, Italy, taxis while a U.S. Air Force F-16 Fighting Falcon takes off during Astral Knight 2021 (AK21) at Aviano Air Base, Italy, May 21, 2021. For the first time ever, two F-35s landed at Aviano in support of AK21 May 20, 2021. (U.S. Air Force photo by Airman 1st Class Brooke Moeder)

Ritorno della Turchia nel programma F-35? Non come contentino per la NATO

L’Ammiraglio Adam Smith, Presidente dell’House Armed Services Committee, ha dichiarato che la Turchia non tornerà nel programma Joint Strike Fighter.

Nelle ultime settimane sembrava prospettarsi un eventuale scambio tra Stati Uniti e Turchia con Washington pronta ad accogliere nuovamente Ankara come partner dell’F-35 in cambio del non ostruzionismo di Erdogan all’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza Atlantica (NATO).

L’Ammiraglio Smith ha però affermato che la risoluzione del problema può passare da una mediazione tra i due paesi che comprende la vendita di un determinato sistema d’arma che anche se non espressamente indicato dal Presidente dell’HASC è verosimilmente l’F-16 Block 72.

La Turchia ha più volte richiesto agli Stati Uniti l’aggiornamento della propria flotta di F-16 e l’acquisto di velivoli già aggiornati all’ultimo standard ma ci sono una serie di considerazioni che hanno portato la Casa Bianca a dire “no”.

In primis rimane ancora l’atteggiamento diffidente degli Stati Uniti dopo l’acquisto da parte di Ankara di sistemi S-400 russi che è anche la ragione primaria per la quale la Turchia è stata esclusa dal programma Joint Strike Fighter (JSF).

Inoltre il Pentagono vuole lasciare una certa supremazia, per lo meno in termini tecnologici più che numerici, alla Grecia che in ambito di decisioni politiche NATO crea sicuramente meno problemi che la Turchia.

In sintesi Washington è stanca di dover subire continui ricatti e dover intavolare trattative con Ankara per soddisfare le richieste di Erdogan anche per questioni secondarie.

Allo stesso tempo, l’Ammiraglio Smith ha sottolineato come gli Stati Uniti debbano dimostrare una certa flessibilità nei confronti di paesi che seguendo una determinata politica possono incrinare i propri rapporti con Cina e Russia.

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