La Grecia ha preso la decisione di rinuncerà ai sistemi antiaerei russi S-300 PMU1 e li invierà nel Caucaso meridionale, nello specifico in Armenia.
Questa deliberazione rientra nel ambito di un programma per l’eliminazione progressiva dei sistemi d’arma di origine sovietica-russa in dotazione alle Forze Armate elleniche che prevede il rinnovamento di tali vecchi sistemi con tecnologie occidentali moderne.
La scelta greca per l’Armenia è dettata da una serie di fattori, non ultimo il desiderio di contrapporsi al ruolo strategico della Turchia nell’area, con Ankara che è solidissima alleata e partner militare del Azerbaijan, nemico acerrimo di Erevan.
I rapporti tra Atene ed Erevan sono divenuti progressivamente più stretti anche a livello militare, con le forze speciali armene che ormai si addestrano costantemente con le omologhe SOF greche.
I sistemi d’arma selezionati che interessano gli Armeni saranno principalmente i sistemi missilistici S-300 (in origine acquistati da Cipro successivamente ceduti alla Grecia), i TOR M-1 e gli OSA-AK.
Tra i sistemi missilistici il più interessante è il S-300 PMU1, un sistema antiaereo mobile a lungo raggio (HSAM) con una portata radar di ricerca di 300 km e un raggio di ingaggio di 150 km in servizio con la Hellenic Air Force.
Il sistema è composto da un’unità di comando e controllo (83 M6E) e 2 unità di controllo del fuoco (90ZH6E). Ogni unità di controllo del fuoco ha 4 stazioni di lancio.
I TOR M-1 e gli OSA-AK sono in servizio con l’Esercito Greco ed assicurano la difesa antiaerea a corto raggio delle colonne mobili.
Il TOR M-1 è in grado di ingaggiare simultaneamente due bersagli da un minimo di 1 ad un massimo di 12 km e che volano ad altezze da 10 fino a 6.000 metri; contrasta velivoli pilotati, UAS-UAV, missili da crociera e loitering munition.
L’OSA-AK proviene dalle dotazioni del ex Esercito della Germania Est ed è destinato alla copertura a bassissime quote da 100 a 5.000 metri e difesa ravvicinata fino a 12 km e può ingaggiare solo un bersaglio alla volta.
Peraltro, tali sistemi saranno sostituiti da altri sistemi occidentali moderni; in particolare la Grecia è in trattativa avanzata con Israele per i sistemi David’ Sling, Spyder ed Iron Dome con i quali intende proteggere buona parte della penisola e delle isole maggiori nonché quelle esposte a possibili attacchi.
Quindi, quella greca non sarà una fornitura immediata alla Armenia, ma si materializzerà allorquando i nuovi sistemi missilistici saranno disponibili per non creare vuoti nella difesa aerea ellenica
La Grecia ha assunto questa decisione a discapito della possibilità di trasferire tali sistemi alla Ucraina, poiché non vi è la possibilità di sostituirli con materiali occidentali; in precedenza, era stata ottenuta dalla Germania la donazione di quaranta IFV Marder 1A3 in cambio della donazione di 40 BMP-1 all’Ucraina, consegnati a partire da ottobre 2022.
Foto credit @Hellenic Air Force