
Uno degli elementi più innovativi nonché fonte di numerosi problemi del programma Pegasus è il sistema di visione remota RVS che costerà a Boeing circa 551 milioni di dollari.
Durante le prove in volo l’RVS ha mostrato più che qualche sporadico limite tanto da rendere l’intero sistema e lo stesso KC-46 inutilizzabile.

I segnali provenienti da una serie di telecamere montate su tutto l’aereo ed da un radar LIDAR vengono condensati in modo da creare un’unica grande immagine che possa aiutare l’operatore durante le operazioni di rifornimento.
Diversamente dagli aerorifornitori più anziani l’operatore non è più disteso a “pancia in giù” rivolto verso la coda dell’aereo ma ora è comodamente seduto davanti ad una consolle fatta di schermi.
Il problema è che questa visione “stereoscopica” sul velivolo della Boeing non funziona come dovrebbe dando diversi problemi tra cui la sovrapposizione della immagini, difficoltà di visione in certe condizioni ambientali,etc.

Non sufficientemente contenti della difficoltà di mettere a punto un tale sistema gli statunitensi sono andati oltre sviluppando anche una visualizzazione 3D dove l’operatore indossa gli occhiali 3D.
A settembre la Boeing ha deciso di sostituire l’intero RVS con un nuovo sistema chiamato RVS 2.0 in modo autonomo ma nel frattempo intende installare una versione di quello originale, eRVS, per non allungare troppo il programma che già viaggia con vistoso ritardo.
L’United States Air Force ha annunciato il 2 dicembre che le prove del sistema eRVS sono state completate durante l’estate ed è stato approvato il suo impiego temporaneo in attesa dell’RVS 2.0 che sarà pronto, se tutto va bene, nel 2023.
L’aggiornamento include solamente modifiche di tipo software per risolvere la distorsione delle immagini ed è previsto che i lavori vengano completati nel corso del prossimo anno.