L’Italia seguirà quanto deciso dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden in merito al ritiro dall’usurante e costosa, anche in termini di vite umane, guerra in Afghanistan procedendo ad una complessa operazione di rientro.
L’operazione di rientro è stata definita dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, come “una operazione logistica molto impegnativa in quanto negli anni si è accumulato in teatro un numero di mezzi e sistemi molto consistente”.
La difficoltà è anche legata al fatto che il rientro di personale e materiale dovrà avvenire “esclusivamente per via aerea e non sarà una operazione nè breve nè facile“.
L’Esercito ha già avviato l’individuazione del personale che prenderà parte alla “Task Force Rientro” e sono in atto le predisposizioni sanitarie affinché quando arriverà l’ordine esecutivo l’operazione potrà essere svolta in sicurezza e rapidità.
In merito ai progressi fatti dall’inizio della missione il Gen. Serino ha sottolineato come l’Italia potrà fornire assistenza addestrativa e formativa ma l’ultima parola rimane comunque della parte politica:
“C’è la volontà di tutti di mantenere quanto è stato guadagnato soprattutto per quanto concerne i diritti umani e da militare mi viene da dire che ora la parola ripassa alla politica; non possiamo fare altro che mantenerci come sempre pronti ad una eventuale esigenza di essere presenti laddove ci sarà l’opportunità e la necessità.
Lo strumento militare esplica il suo supporto con le missioni di assistenza militare come in Iraq e Libano dove le nostre Forze Armate forniscono capacità addestrative e formativa alle Forze di Sicurezza locali e questo non è detto che non possa proseguire.
Siamo pronti, disponibili e cercheremo di fare quello che ci viene chiesto nel migliore dei modi a salvaguardia dell’interesse nazionale.“
Immagine di copertina: Italian army Lt. Andrea Gilli, 6th Company platoon commander, utilizes his communication headset to order his soldiers into a defensive posture near Combat Outpost Victor, Badghis province, Afghanistan, Dec. 8. Just as the joint Italian-Afghan National Army convoy passed the bubble’s perimeter, they struck an improvised explosive device. Soon after that, they defeated waves of insurgent attacks while troops up on the mountaintop at COP Victor provided suppressive fire and over watch.