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050404-F-1740G-001 OVER THE PACIFIC OCEAN (AFPN)- A B-2 Spirit from the 509th Bomber Wing, Whiteman Air Force Base, Missouri, conduct air refueling operations with a KC-135 tanker from the 126th Air Refueling Wing, Illinois Air National Guard, during a deployment at Andersen Air Force Base, Guam. The B-2 bombers deployed here on Feb. 25 as part of a rotation that has provided U.S. Pacific Command a continous bomber presence in the Asia-Pacific region, enhancing regional security and the U.S. commitment to the Western Pacific. Bomber aircraft have had an on-going presence on the island since February 2004. (U.S. Air Force photo by: Master Sgt Val Gempis)

Troppo costoso riparare l’aereo più costoso del mondo, i B-2 scendono a 19 esemplari

L’United States Air Force ha ritenuto troppo oneroso riparare un B-2A Spirit coinvolto in un incidente a dicembre 2022 presso la Base Aerea di Whiteman, Missouri, riducendo la già non troppo numerosa flotta di Spirit a disposizione del Pentagono che scende ora a 19 esemplari.

Il ritiro del B-2 incidentato è già stato incluso nel “Report on Force Structure Changes” per l’Anno Fiscale 2025 dell’USAF ma non vengono citati i costi necessari alla riparazione ma solamente che è stata valutata “non economica” la riparazione.

Il B-2 coinvolto nell’incidente a Whiteman, secondo quanto reso noto dall’USAF, fu costretto per un guasto ad bordo ad un atterraggio di emergenza con conseguente incendio domato dai pompieri dell’aeroporto.

L’unica pista della Base Aerea di Whiteman rimase chiusa per quasi una settimana ma la messa a terra dell’intera flotta dei B-2 durò quasi sei mesi con la ripresa dei voli a metà maggio del 2023.

L’USAF non ha mai reso noto le cause dell’incidente ma data l’estrema complicatezza della struttura e del rivestimento del B-2 è facile immaginare che la riparazione sia sicuramente una operazione poco economica.

L’arrivo del nuovo bombardiere di sesta generazione B-21 Raider previsto tra circa quattro o cinque anni ha inoltre influito nella scelta dell’Aeronautica statunitense di non proseguire cone le riparazioni.

Oltre al costo esorbitante dell’aereo, stabilito in 2,3 miliardi di dollari per esemplare, tutte le riparazioni non possono essere eseguite nemmeno a Whiteman dove ha sede l’unico reparto dell’USAF che adotta il B2.

Nel caso del B-2 Spirit, uscito fuori pista nel 2021 per un problema al carrello, a Whitman sono state eseguite solo le operazioni “minime” per consentire al bombardiere di tornare al volare in modo da essere trasferito all’United States Air Force Plant 42 in California da dove non è ancora tornato dopo circa tre anni.

La riparazione più costosa rimane comunque quella che ha coinvolto il B-2 “Spirit of Washington” a Guam nel febbraio 2010 quando a causa di un incendio ad uno dei motori venne pesatamente danneggiato. L’USAF in questo caso decise di riportare in volo il B-2, operazione che durò 18 mesi con un costo di circa 105 milioni di dollari.

Prima della dismissione del B-2 coinvolto nell’incidente a Whiteman, l’unico Spirit ufficialmente dichiarato “perso” fu lo “Spirit of Kansas” coinvolto in un incidente in decollo a Guam nel 2008 per una perdita valutata in 1,4 miliardi di dollari.

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